
Una veduta esterna della base di Sigonella (foto ANSA)
La mappa
Quante (e quali) sono le basi militari americane e Nato in Italia
Si tratta di più di 120 strutture, sono di tipologie diverse e sono gestite talvolta dagli Stati Uniti, altre dall'Italia o dalla stessa Alleanza atlantica. Alcune al proprio interno custodiscono bombe nucleari. Ecco dove si trovano
Dopo l'attacco americano di domenica contro l'Iran, il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha detto che l'Italia non è "il primo paese nel mirino" per gli attentati e ha sottolineato che comunque "il ministro Piantedosi e il governo hanno fatto bene ad alzare il livello di allerta e a proteggere i luoghi sensibili che possono essere oggetto di attacchi”. Fra questi, potrebbero rientrare le diverse basi militari americane situate in Italia in virtù degli accordi bilaterali siglati a partire dagli anni Cinquanta, quando – in cambio di aiuti per la ricostruzione successiva alla Seconda guerra mondiale – il nostro paese concesse agli Stati Uniti l’uso di terreni e infrastrutture militari. Nel 1949 inoltre l'Italia partecipò alla fondazione della Nato firmando il Patto Atlantico, un trattato che puntava alla creazione di un'organizzazione di sicurezza per contrastare eventuali attacchi da parte dell’Unione sovietica.
Complessivamente, tra esercito, marina e aviazione, oggi in Italia ci sono più 120 installazioni di diversa natura e gestione che ospitano uomini dell'esercito statunitense, ma ce ne sarebbero un’altra ventina tenute segrete per motivi di sicurezza. Non sempre si tratta di basi militari in senso proprio, ma ci sono anche semplici stazioni di telecomunicazione, antenne radar, poligoni di addestramento, centri di ricerca, depositi. In generale, la presenza di basi americane e Nato nel nostro paese svolge una funzione difensiva, in quanto si tratta di presidi di protezione e sicurezza, ma anche offensiva, poiché da queste basi possono essere avviate missioni in tutta Europa e nel bacino del Mediterraneo e dintorni. In caso di guerra poi, in virtù agli accordi Nato, diverse bombe atomiche potrebbero essere lanciate proprio da aerei italiani.
Le diverse basi e dove sono quelle principali
Nel complesso, la tipologia di base varia in base a diversi criteri. Alcune furono concesse agli Stati Uniti negli anni cinquanta su cui – nonostante siano sotto controllo italiano – gli Usa mantengono il controllo militare su equipaggiamenti e operazioni. A queste si aggiungono le basi Nato gestite proprio dall’Alleanza atlantica, quelle italiane messe a disposizione della Nato e infine quelle a comando condiviso tra Italia, Stati Uniti e Nato. In tutto, nel 2019 erano nel nostro paese 12.902 militari statunitensi: 3.055 dell’esercito, 3.992 della marina, 318 dei Marines e 4.636 dell’aeronautica.
Mappa a cura di PeaceLink
Fra le installazioni più importanti, l'Ispi segnala quella di Aviano, in Friuli Venezia Giulia, fra le più grandi basi aeree americane in Europa. È utilizzata dall’Usaf, l’aeronautica militare statunitense, e in passato è stata sfruttata per missioni in Kosovo, Iraq, Afghanistan e Libia, come hub per raid aerei e rifornimenti. Quella di Aviano ospita alcune bombe atomiche B61-4. Altre (tra le 20 e le 40, di tipo B61-3, B61-4 e B61-7) sono conservate anche presso l’aeroporto militare di Ghedi, in provincia di Brescia e a totale gestione italiana.
Quella di Sigonella, in Sicilia, è soprannominata “la portaerei del Mediterraneo”. È una base aeronavale strategica per operazioni in Nord Africa, Medio Oriente e Sahel. Proprio qui, nell'ottobre 1985, i caccia americani fecero atterrare un aereo egiziano con a bordo i terroristi responsabili del dirottamento della nave da crociera Achille Lauro, dando vita a una delle più grandi crisi diplomatiche del XX secolo, forse la più grave tra l’Italia e gli Stati Uniti. La base di Camp Darby, nella tenuta di Tombolo, in provincia di Pisa, è italiana e sotto la responsabilità dell’esercito italiano, ma vi operano unità militari statunitensi, a differenza di quella di Camp Ederle, a Vicenza, che è una base militare degli Stati Uniti. Infine, nel porto di Gaeta (in provincia Latina) si trova la base permanente della Sesta flotta statunitense, ma è anche una base Nato. Mentre scendendo in Campania, a Napoli ospita sia l’Allied joint force command (uno dei due comandi operativi della Nato), che il comando del Security force dei Marines americani, la base dei sommergibili statunitensi e il Comando delle forze aeree statunitensi per il Mediterraneo.