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a Montecitorio

Meloni parla alla Camera dopo l'attacco degli Stati Uniti all'Iran. La telefonata con Schlein

redazione

L'appuntamento della premier alla Camera prima del Consiglio europeo sarà l'occasione per un dibattito parlamentare sulla guerra in medio oriente. La leader del Pd chiede che l'Italia resti fuori dal conflitto e che non siano usate le basi sul territorio italiano. Tajani sente gli omologhi di Iran e Israele

Tra medio oriente, l'Aia e Bruxelles. La premier Giorgia Meloni sarà oggi alla Camera per le consuete comunicazioni in vista del Consiglio europeo che si terrà il 26-27 giugno (domani si replica in Senato).  A tenere banco la crisi internazionale, dopo l'attacco americano contro l'Iran, e dunque il ruolo dell'Italia, considerata anche la presenza sul territorio di varie basi americane. L'aula voterà il testo della risoluzione di maggioranza, che il Foglio ha visionato e di cui scriviamo qui.



Ieri la presidente del Consiglio ha sentito diversi leader europei e internazionali: l'obiettivo è rilanciare la via diplomatica, cercare di riportare l'Iran al tavolo delle trattative. Meloni ha avuto anche un confronto con il capo dello stato Sergio Mattarella. Fondamentali saranno le prossime 24-48 ore, quelle in cui si capirà se e in che modo l'Iran intende rispondere a Israele e Usa.

 

 

Le opposizioni nel frattempo chiedono che in nessun caso, e in nessuna modalità, siano coinvolti i militari italiani. Anche questo è stato al centro del colloquio telefonico di ieri tra Giorgia Meloni e la segretaria del Pd Elly Schlein. Una telefonata di circa 20 minuti – che assume anche un senso politico interno, di riconoscimento reciproco tra le due leader – durante la quale la dem ha chiesto "che il nostro territorio non sia utilizzato per fornire sostegno alla guerra".

Un atteggiamento più conciliante, quello di Schlein, rispetto alle altre forze di opposizione, con Giuseppe Conte in testa: "Per un volta Meloni non attenda istruzioni dall'alto e metta al primo posto la sicurezza del paese", è stato l'affondo dell'ex premier, che ha scelto una linea più radicale rispetto all'approccio più responsabile del Pd.  

Il tema della sicurezza interna è stato affrontato ieri in varie riunioni ministeriali e con l'intelligence, nel timore che gli attacchi di Israele e Stati Uniti all'Iran possano provocare reazioni di stampo terroristico. Sarebbero circa 29 mila gli obiettivi  in Italia considerati sensibili sottoposti a vigilanza. L'allerta è dunque massima. Così come massima è l'attenzione rispetto ai contingenti militari italiani impegnati in diversi paesi del medio oriente. I contingenti presenti in Kuwait e in Iraq in particolare sono stati riposizionati. 

In queste ore si tiene a Bruxelles il Consiglio affari europei, il vertice che riunisce i ministri degli Esteri dei 27 paesi. Prima del vertice Antonio Tajani (che ieri ha parlato con Marco Rubio, segretario di stato americano) ha avuto questa mattina due conversazioni telefoniche, con l'omologo israeliano Gideon Sa'ar e quello israeliano Abbas Araghchi. Il titolare della Farnesina continua a spingere sulla soluzione diplomatica e in questo senso ha proposto che Roma possa essere la sede in cui Stati Uniti e Iran si rimettano al tavolo. 

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