(foto EPA)

Il colloquio

Vannacci: “Le richieste di Nato e Ue? Il 5 per cento è follia. Perché non il 10?”

Ruggiero Montenegro

Il generale e vice Salvini contro le ipotesi di aumente delle spese militari: "L'Italia decida in maniera indipendente. La vera emergenza sono gli immigrati illegali"

E allora perché non il 10 per cento? Sembra di giocare al Lotto”. Il generale Roberto Vannacci si affida all’ironia, alla provocazione. Parla dell’aumento delle spese militari, attacca l’Europa, proprio mentre Ursula von der Leyen è a Roma con Giorgia Meloni. Manda segnali al governo e agli alleati: “La Nato non impone nulla, sono i singoli paesi a decidere”.  L’europarlamentare, ma soprattutto fresco vice segretario della Lega, risponde al Foglio alla vigilia di una settimana delicata, che si aprirà lunedì con il vertice Nato e proseguirà, pochi giorni dopo, con il Consiglio europeo. Al centro del dibattito gli investimenti in Difesa, i nuovi target richiesti dall’Alleanza atlantica. “Vedremo cosa verrà fuori a L’Aia. Ma l’ho detto già detto a Kaja Kallas e a von der Leyen. Questa del riarmo, così come cercare di portare la spesa militare al 3,5 o al 5 per cento, è una cosa folle”, dice il generale del Carroccio secondo cui ci sono problemi di merito e di metodo. Quali? “E’ assurdo incrementare la spesa se non si fa diminuire prima il costo dell’energia e delle materie prime. L’Europa non è assolutamente competitiva, e non solo nel settore bellico, ma in tanti ambiti”, risponde Vannacci. Le ragioni, continua il leghista,  risiedono nelle “scellerate politiche dell’Ue, che dal 2006-2007 è a trazione socialdemocratica. Ha imposto il Green deal, desertificando il continente dal punto di vista siderurgico e metallurgico, l’industria pesante è stata delocalizzata. In questa situazione paghiamo le materie prime, l’energia e i metalli, molto di più di quanto non le paghino i nostri presunti avversari”. Con l’effetto, è il ragionamento di Vannacci, di spendere per gli armamenti molto più dei “nostri presunti avversari. Un carro armato ci costa quindici volte di più rispetto alla Cina”. Il generale propone allora un altro tipo di ricetta: “Facciamo scendere il prezzo dell’energia, in questo modo avremmo una capacità maggiore di spesa, senza aumentare gli investimenti”. Come? Vannacci, in uno strano cortocircuito, ma forse tipico di questi tempi, cita Mario Draghi. “L’ha detto anche l’ex premier, non io. Bisogna fare la pace tra Russia e Ucraina, cosa che l’Europa non vuole fare. L’unico che ne parla è Trump. E poi occorre ricominciare a importare materie prime e una buona parte dell’energia da Mosca, che ha prezzi a buon mercato”.

 

Il ministro Crosetto, intanto, ha più volte indicato la necessità di migliorare le difesa. Più di uno al governo ne condivide la posizione. Così come i parlamentare di Fratelli d’Italia e soprattutto quelli di Forza Italia che – al netto di trattative, scorpori e modalità da definire – riconoscono un fondamento nelle richieste della Nato. Siete pronti anche alle barricate in Parlamento? “Intanto aspettiamo di capire come andrà il summit di lunedì”, prende tempo il generale. “Ma c’è un’altra questione che spesso viene dimenticata”. Quale? “La Nato non impone nulla. Il target del 2 per cento è stato proposto nel 2008 e confermato nel 2014. Le nazioni hanno deciso di aderirvi. Ma ancora ci sono svariati stati che non lo hanno raggiunto. Addirittura –­ prosegue il leghista – la Spagna ha detto chiaramente che avrà un’agenda diversa. Quindi, a prescindere da quello che verrà indicato all’Aia poi l’Italia dovrà fare i conti con la propria situazione. E vorrei ricordare che le forze armate servono a difendere gli interessi nazionali, non quelli della Nato o dell’Ue”. Vannacci in ogni caso non crede che l’Alleanza atlantica vada ripensata: “Funziona benissimo, l’unica alleanza politico-militare efficace negli ultimi 80 anni, e le cose che vanno bene bisogna continuare a farle andare. Quello che dovremmo fare, come italiani e come europei, è assumere  dei ruoli di maggiore responsabilità nell’ambito della Nato”. 

 

Il generale torna quindi all’Italia,  ricorda che la spesa attuale in difesa arriva all’1,6 per cento del pil. “Arrivare anche solo al 3,5 vuol dire che nei prossimi dieci anni dovremo più che raddoppiare l’impegno. Lo ripeto, è follia. L’Italia deve decidere in maniera totalmente indipendente quanto dedicare alla sicurezza. L’emergenza oggi sono gli immigrati illegali, che delinquono e ci rendono la vita impossibile. Siamo già invasi, non serve aspettare l’invasione russa”. L’analisi del vice Salvini sul riarmo è, per molti aspetti, sovrapponibile a quella del M5s. Tanto da far sorgere un dubbio. Onorevole, ma non è che lunedì sarà all’Aia al contro vertice di Conte?  “No, guardi, non credo proprio”, ride Vannacci. “Conte fa l’avvocato, probabilmente delle cause perse. Io invece il generale e cerco di fare un discorso razionale e basato sui dati”.

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