(foto Ansa)

il colloquio

Furlan: “Sbarra ha competenze per il sud. Non si lasci la Cisl alla destra”

Luca Roberto

La senatrice di Italia viva ed ex segretaria del sindacato di via Po: "Se Meloni pensa così di fare pressioni sulla Cisl si illude. La sinistra parli con tutte le sigle, non solo la Cgil"

“Luigi Sbarra è una persona che conosco da tanti anni e con cui ho lavorato tanto assieme. Gli faccio tanti auguri di buon lavoro”. Secondo la senatrice Anna Maria Furlan, il nuovo sottosegretario al Sud del governo Meloni “ha competenze per occuparsi di mezzogiorno. Ma il governo di cui andrà far parte sul sud non ha investito quasi nulla”. Furlan e Sbarra si sono conosciuti proprio alla Cisl. E si sono succeduti come segretari della sigla di via Po, adesso guidata da Daniela Fumarola. Lei si è prima candidata nelle file del Pd per poi uscire in polemica con la linea dem sui temi del lavoro e aderire a Italia viva. Lui dopo aver lasciato la segreteria della Cisl è entrato a far parte, giovedì, della squadra di sottogoverno. “Io resto convintamente schierata tra i banchi dell’opposizione”, premette Furlan parlando col Foglio. “Sono agli antipodi rispetto a un esecutivo che vuole trattenere in carcere le mamme con bambini tra 0 e 1 anno. Che punisce le rimostranze di chi magari ha appena perso un posto di lavoro. Proprio sul mezzogiorno dal punto di vista occupazionale le politiche si stanno rivelando inadeguate. E credo che anche per quel che riguarda l’uso dei fondi del Pnrr il sud sia completamente dimenticato dal governo che non è riuscito a gestire i fondi previsti per offrire a ogni bambino che nasce al sud un offerta adeguata di asili nido. Non è un caso che migliaia di giovani abbandonino quelle terre senza alcun tipo di prospettiva di crescita. Ecco perché credo che Sbarra avrà un gran bel da fare”. 

 

Si è scritto che la nomina di Sbarra vada a comporre un progressivo, forse incolmabile, distanziamento tra la sinistra e un sindacato importante come la Cisl. Che sembra essere stato abbandonato alla destra, a maggior ragione dopo una campagna referendaria che ha restituito l’immagine di un Pd schiacciato sulla Cgil. “Io penso che l’interlocuzione debba proseguire con tutte le sigle, non solo la Cgil ma anche Cisl e Uil, che sono i sindacati più rappresentativi del paese”, ammonisce allora Furlan. Che un paio di mesi fa comunicò la decisione di uscire dal gruppo dei senatori del Pd e aderire a Italia viva perché in dissenso con alcune posizioni espresse dal partito sul tema lavoro, a partire dalla legge sulla partecipazione dei lavoratori agli utili aziendali. “La mia scelta è stata dettata dalla consapevolezza che in questo partito, in Italia viva, con Matteo Renzi, c’è una cultura e un approccio riformista che condivido. E credo che per il futuro del centrosinistra sia sempre più importante puntare al rafforzamento di questa componente moderata e riformista. Senza la quale non si può pensare di mandare a casa questo governo delle destre”, spiega Furlan. “Lo si è visto anche sui territori, a partire dalla mia Genova: quando siamo capaci di andare tutti insieme vinciamo. Il paese sta perdendo ogni mese punti di produzione industriale. Le nostre imprese sono al collasso per i costi dell’energia. Lavorare non basta più per garantirsi la non povertà. Ogni anno quasi 200 mila giovani italiani vanno all’estero. E con una sanità pubblica così definanziata dal governo la gente rinuncia a curarsi. I partiti del centrosinistra devono offrire un’alternativa vera e seria agli italiani. Ed è per questo che con Matteo Renzi e con Italia viva vogliamo dare una casa a tutti i riformisti del centrosinistra”.

 

Fatto sta che un’altra delle letture dopo la nomina di Sbarra è che la Cisl in questi anni si sia fatta strumentalizzare dalla destra. Quasi che la Meloni volesse usare una figura moderata a mo’ di spot per dare l’idea di un allargamento della classe dirigente. “E invece io credo che nessuno, né a destra né a sinistra né al centro possa mettere un cappello politico a quell’organizzazione sindacale che conosco da oltre 40 anni”, risponde Furlan. “Un conto sono i percorsi e le storie individuali di chi sceglie di impegnarsi personalmente in un progetto politico. Un altro è il posizionamento della Cisl, che rimarrà sempre indipendente dai partiti, e risponde solo ai suoi iscritti. Se la Meloni crede di fare queste operazioni per poter condizionare il lavoro portato avanti dal sindacato, mi dispiace per lei ma si illude”.

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  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.