(foto Ansa)

Il colloquio

Marsilio (FdI): “Chi dei miei colleghi boicotta Israele fa ridere. Non strumentalizzate Mattarella”

Luca Roberto

Il presidente dell'Abruzzo: "La mia regione non chiuderà mai le porte a Israele. Mai come in questo momento c'è bisogno di essere solidali. La manifestazione del 7 giugno? Vengano marginalizzati i violenti"

“I miei colleghi presidenti di regione che rompono con Israele interrompendo i rapporti diplomatici? Scusate se scoppio in una risata fragorosa”. Alla guida di una regione come l’Abruzzo, Marco Marsilio al Foglio confessa subito di essere in disaccordo con i “governatori” della Puglia Emiliano, dell’Emilia-Romagna De Pascale, che hanno interrotto i rapporti con lo stato ebraico (con l’omologo toscano Giani che sta pensando di seguirli). “Io  anzi credo che questo sia un momento in cui essere ancora più solidali con Israele e con il popolo ebraico. Ed è la ragione per cui come Abruzzo non interromperemo mai i rapporti di collaborazione con Israele”, spiega l’esponente di Fratelli d’Italia. Emiliano ha detto di aver assunto “la stessa posizione di Mattarella”. “E anche questo è un vecchio vizio della sinistra: strumentalizzare le parole del capo dello stato”, aggiunge Marsilio. 

 

Ma partiamo proprio dalla decisione presa dalle giunte regionali a Bari e Bologna (a Firenze sono pronti a fare lo stesso). “Diciamo che sin da quando militavo nelle prime circoscrizioni, un vecchio vizio della sinistra è stato quello di spendersi sulla politica estera in qualsiasi tipo di dimensione assembleare. Però, ecco, io credo che la politica estera la faccia il governo”, ragiona il presidente dell’Abruzzo Marco Marsilio. A differenza dei colleghi di sinistra non ha alcuna intenzione di adottare boicottaggi nei confronti dello stato ebraico come forza di pressione verso le operazioni portate avanti da Netanyahu a Gaza. “Qualche giorno fa ero alle celebrazioni per i 77 anni dalla nascita di Israele, uno dei pochi rappresentanti istituzionali. Se sono andato è perché ho colto l’invito a esprimere solidarietà nei confronti di Israele e del popolo ebraico in un momento particolarmente difficile. A maggior ragione adesso, ci si aspetta che quella solidarietà non venga meno. E invece in troppi, in questo momento, vorrebbero isolare Israele sullo scacchiere internazionale. Una condizione che a mio avviso dobbiamo assolutamente combattere ed evitare. Io sono andato a portare la vicinanza mia e degli abruzzesi, che ci sarà sempre”.

 

Ieri, intervistato dal Corriere del Mezzogiorno, il presidente della Puglia Michele Emiliano ha voluto spiegare il senso dell’intervento regionale. “La mia posizione è identica a quella di Mattarella. Se il presidente della Repubblica ha un atteggiamento di quel genere, la conseguenza è che tutti gli italiani dovrebbero, dal mio punto di vista, interrompere i rapporti con il governo Netanyahu: per manifestare la nostra assoluta esecrazione dei delitti contro l’umanità che il governo israeliano sta commettendo”, ha detto il presidente della giunta. “Anche questo è un classico tic della sinistra: la strumentalizzazione delle parole del capo dello stato come se loro ne fossero gli unici interpreti. Io credo che ci voglia più rispetto. Il presidente non dovrebbe essere strumentalizzato. Ma questo a sinistra tendono a ignorarlo troppo spesso”, commenta Marsilio. 

Secondo l'esponente di FdI, poi, la manifestazione per Gaza prevista sabato a Roma sarà un grande test per misurare le derive d’odio antisemita che si sono fatte strada nel nostro paese dal 7 ottobre in poi. “E’ facile aspettarsi qualche slogan e qualche atto particolarmente violento, perché tutte le grandi manifestazioni hanno al loro interno una componente estremista. Io sinceramente mi auguro che chi cerca lo scontro, chi adotta un linguaggio di odio, chi fa sfoggio di antisemitismo, possa essere marginalizzato. Che si isolino i violenti. Anche se temo che resti una pia illusione”.

 

Ma forme di boicottaggio come quelle predisposte in Puglia, Emilia-Romagna e forse in Toscana possono rinfocolare il clima antisemita che s’è vissuto nelle nostre piazze e nelle nostre città dallo scoppio della guerra a Gaza? “La mia paura è sempre quella: che ogni volta in cui Israele rimane coinvolto in vicende drammatiche e complesse, scatta una specie di automatismo che alimenta quel giudizio di malcelata antipatia pregiudiziale nei confronti degli ebrei, come se il clima contribuisse a costruire la narrazione demonizzante di Israele cattivo”, ragiona Marsilio. “E’ un po’ la reazione classica di chi tende completamente a ignorare le responsabilità di Hamas, che usa i civili palestinesi come degli scudi. E francamente non capisco chi in questi mesi ha chiesto agli ucraini di arrendersi di fronte a Putin. Ma al contempo non lo ha chiesto a Hamas. Non c’era di certo bisogno del 7 ottobre per sapere quanto organizzati fossero i terroristi islamisti”. 

Per giunte regionali che si sfilano e chiudono al governo israeliano rivendicando le loro scelte come “in scia alla posizione del Quirinale”, insomma, ci sono amministrazioni di colore politico opposto che questa decisione non la contemplano affatto. E anzi, concordano quando il governo dice di non voler interrompere il memorandum di collaborazione in campo militare. “Ripeto, essere solidali con Israele in questa fase storica è ancor più importante che in passato”, conclude Marsilio. “E basta strumentalizzazioni politiche, che sono esagerate”.

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  • Luca Roberto
  • Pugliese, ha iniziato facendo vari stage in radio (prima a Controradio Firenze, poi a Radio Rai). Dopo aver studiato alla scuola di giornalismo della Luiss è arrivato al Foglio nel 2019. Si occupa di politica. Scrive anche di tennis, quando capita.