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verso le regionali

Marche modello Umbria. Dai social alle tv, chi c'è dietro la corsa di Ricci nelle Marche

 Ruggiero Montenegro

Alivernini, portavoce di Schlein, e due esperti di comunicazione politica come Nicodemo  e Agnoletti. Una squadra che ha già lavorato con successo alla campagna di Proietti in Umbria. Adesso supportano il candidato dem contro Acquaroli

 Squadra che vince non si cambia. Il modello è già stato testato, con successo, in Umbria. Adesso il Pd lo replica nelle Marche, per supportare Matteo Ricci nella corsa alla regione contro il governatore meloniano Francesco Acquaroli.

Così accanto allo staff dell’eurodeputato dem, che già da mesi batte in lungo e in largo il suo territorio, ecco Flavio Alivernini, portavoce, consigliere e uomo ombra di Elly Schlein, che ha assunto anche compiti di coordinamento della campagna elettorale nelle Marche. Per la comunicazione e la strategia social, c’è Francesco Nicodemo, cofondatore della Lievito consulting. Consulente di grande esperienza, un passato nello staff di Palazzo Chigi ai tempi di Paolo Gentiloni, ma anche consigliere di Matteo Renzi. E’ stato responsabile della comunicazione del Pd. Oltre a Nicodemo, il Pd ha arruolato anche Marco Agnoletti: già portavoce di Renzi, è anche lui una vecchia conoscenza dei dem. Oggi è il direttore di Jump comunication (ha dato un contributo anche all’elezione di Michele De Pascale in Emilia-Romagna). Nella squadra che supporta l’ex sindaco di Pesaro, si occupa di relazioni con i media, in particolare per la parte che attiene alla televisione. 

Lo stesso schema, con gli stessi interpreti, era stato messo in campo dal centrosinistra nell’ultima campagna elettorale umbra. Anche allora la partita era incerta, e c’era da strappare la regione al centrodestra di Donatella Tesei, leghista. La strategia, aggiustata in corsa, si rivelò vincente: Stefania Proietti si impose con il 51,1 per cento puntando in particolare, soprattutto nelle seconda fase della campagna elettorale, sulla sanità, tema su cui la coalizione – dal Pd ai riformisti passando per Avs e M5s – riuscì a ricompattarsi. Fu anche merito degli spin doctor. Gli stessi a cui il Pd è tornato a rivolgersi per replicare il successo nelle Marche, la sfida più incerta tra le regioni al voto in autunno e probabilmente quella più significativa perché il territorio è governato da FdI e perché il presidente Acquaroli è un fedelissimo di Meloni. Lo stesso Matteo Ricci ha definito le Marche l’Ohio d’Italia.

I sondaggi raccontano un testa a testa, ma secondo la classifica annuale pubblicata dal Sole 24 ore, che registra il gradimento dei governatori, Acquaroli – che nel nord della regione, raccontano, viene chiamato in maniera non proprio lusinghiera “Sciacquaroli” –  nel 2024 era ultimo in classifica. Altre perplessità riguardano poi l’appeal mediatico del governatore di FdI, considerato da molti nel centrodestra non troppo efficace da questo punto di vista. Dubbi che crescono ulteriormente nel paragone con l’avversario Matteo Ricci, che invece si è guadagnato negli ultimi anni una visibilità anche nazionale, è spesso in tv, ben maggiore rispetto al suo avversario. L’europarlamentare dem, inoltre, alle ultime europee è stato il candidato più votato in regione con quasi 52 mila preferenze, secondo solo a Giorgia Meloni. In questi giorni Ricci è impegnato in un tour, “Per tutte le Marche”, che lo porterà nei 225 comuni della regione. Una campagna di ascolto che l’ex sindaco porta avanti, con iniziative di vario genere, già da febbraio. Segnali di un’attenzione particolare riservata dal Pd alla contesa delle Marche, peraltro l’unico territorio in cui i dem hanno ufficialmente messo già in campo il candidato. Del resto al Nazareno sanno bene che il giudizio politico sulle prossime regionali, il 4-1 a cui punta Schlein per rafforzare ulteriormente la sua leadership interna e lanciare la sfida a Meloni, passa soprattutto da questo risultato.

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