
(foto Ansa)
i risultati
I soliti problemi del M5s nelle città. E a Genova Il Movimento è dietro Avs
Nel capoluogo ligure Fratoianni e Bonelli superano di quasi due punti i grillini. A Ravenna sono praticamente appaiati. E dove corre da solo, Conte non ottiene grandi risultati. Il nuovo impegno sui territori, discusso durante la Costituente, per ora non porta frutti elettorali
Tra i leader progressisti, ieri, Giuseppe Conte è stato l'ultimo a parlare. Erano circa le 20 e la vittoria del campo largo nelle due principali città al voto, Ravenna e Genova soprattutto, era chiara già dai primi exit poll. E mentre Schlein, Fratoianni e Bonelli – ma lo ho fatto anche Matteo Renzi, il primo a esporsi – declinavano in varie sfumature il mantra "uniti si vince", il presidente del Movimento 5 stelle preferiva un profilo un po' più basso. Ponendo l'accento non sull'unità del centrosinistra, quanto sui "progetti nati dal basso ed inclusivi delle proposte della società civile che sono percepiti dai cittadini come più vicini alle proprie esigenze - e, per questo, meritori di fiducia ed entusiasmo", ha scritto Conte in una nota in cui si complimentava con Silvia Salis e subito dopo: "All'interno di questa partita, il M5s migliora il risultato della scorsa tornata comunale, portando a casa anche la presidenza nei due municipi in cui aveva presentato le candidature". Infine Conte ha sottolineato "il buon lavoro di radicamento sul territorio", ma anche detto che bisogna "fare meglio e di più".
E in effetti a guardare i risultati, anche in questa tornata elettorale il Movimento ha mostrato tutti i propri limiti quando si tratta di contese locali. Nel capoluogo ligure la fotografia è impietosa: 5,1 per cento per la compagine di Conte, dietro Avs che arriva al 6,92 per cento. Con il Pd di gran lunga primo partito – a un soffio dal 30 per cento – così come successo a Ravenna (qui i dem hanno fatto cifra tonda, 40 per cento) dove la vittoria del centrosinistra è stata ancora più netta grazie al dem Alessandro Barattoni. Il M5s in città si è fermato al 4,43 per cento, praticamente appaiato alla compagine di Fratoianni e Bonelli, al 4,34 per cento.
E' una dinamica che ciclicamente ritorna, a conferma dello slancio tutto nazionale dell'ex premier (su Gaza e contro il riarmo si fa inseguire, anche con buoni risultati, dai dem), che alle amministrative ha deciso anche di non presentare liste del M5s in Campania nonostante sia quello un territorio tradizionalmente favorevole e dove gli stessi grillini puntano a esprimere il candidato alle prossime regionali. Roberto Fico, l'ex presidente della Camera, resta sempre in pole position.
Un po' meglio è andata a Taranto. Giuseppe Conte era in Puglia venerdì per chiudere la campagna elettorale. Tarantino è anche Mario Turco, vicepresidente del M5s, e dalla città dei due mari era passata anche Chiara Appendino pochi giorni prima del voto. La lista pentastellata ha ottenuto il 6,28 per cento, mentre la candidata grillina, la giornalista Annagrazia Angolano ha preso il 10,91 in solitaria ma ben distante dal ballottaggio che vede come grande favorito Pietro Bitetti (37,39), supportato da Pd e Avs. Questioni di programma, di visione ambientale, hanno impedito una coalizione davvero ampia.
Anche a Matera infine, il quarto capoluogo di provincia al voto tra domenica e lunedì, il M5s ha corso da solo: per la lista, il 5.47 per cento dei consensi, mentre il candidato Domenico Bennardi – sindaco di Matera dal 2020 al 2024 – ha ottenuto solo l'8,33 per cento in una tornata in cui il Pd non ha presentato il simbolo e a vedersela al ballottaggio saranno Roberto Cifarelli (lo sostiene una coalizione riformista) e Nicoletti Antonio per il centrodestra. Il candidato M5s, lo ha già fatto sapere, non darà indicazioni per il secondo turno.
Alla Costituente di novembre, quella che ha archiviato definitivamente il fondatore Beppe Grillo, il potenziamento della rete sui territori era stato uno degli argomenti in agenda. Una esigenza maturata anche sulla base dei risultati arrivati qualche mese prima: dopo la tornata di giugno 2024, tabelle alla mano, i grillini scoprivano di aver perso in tre anni circa 800 consiglieri. Senza dimenticare i risultati non esaltanti di città come Bari e Firenze. Per questo si era parlato di cercare nuovi modi per rilanciare la partecipazione e l'impegno locale. Ma per il momento i frutti non si vedono, le ambizioni di Conte – più che a città, province o regioni – sembrano indirizzate sempre a Palazzo Chigi.
