Il racconto

Il Conclave "complottone" anti Meloni. Macron, Sant'Egidio, Pd e pure Bettini: "Zuppi è nel mio cuore"

Carmelo Caruso

L'elezione del nuovo Papa diventa per la destra una manovra anti Italia con protagonisti Andrea Riccardi, il Pd e Zuppi (che è amico di Riccardi e di Goffredo Bettini). Manca solo Carlo De Benedetti

E ora chi lo dice alla destra? Anche Goffredo Bettini è della partita: “Eravamo io, il cardinal Zuppi, Andrea Riccardi, Mario Marazziti, e cinquant’anni fa sedevamo a Trastevere di fronte a Sant’Egidio”. La “potentissima” Sant’Egidio? “Una potenza che viene dal basso. Abbiamo trascorso insieme pomeriggi indimenticabili”. Ma è vero che anche lei tifa Zuppi Papa? “Un mio intervento sarebbe sacrilego. Posso solo dire che Zuppi mi sta nel cuore”. Alla destra, il cuore, sta scoppiando. L’acqua si è trasformata in vino ma il Conclave in un complottone internazionale, Sant’Egidio in una specie di Bilderberg: Sant’Egidelberg. E’ un Conclaviccio. Macron  lavorerebbe insieme a Riccardi, la barbetta di Sant’Egidio e di Dio, per scegliersi il nuovo Papa, un francese e  il Pd fluidifica per Zuppi. Manca solo Carlo De Benedetti e se ci fosse Silvio Berlusconi in vita sarebbe già “operazione scoiattolo”. Con san Pietro ci parla Gianni Letta.


Dio, perdonali, perché sanno quello che fanno (e che scrivono). Il Conclave sta scappando di mano. La cena di Macron con Riccardi, al ristorante Dal Bolognese, il giorno del funerale di Francesco, è già prova dell’inciucio, il patto dell’ostia al posto della crostata; le relazioni di Alfredo Mantovano in Vaticano sarebbero chiaro segnale che l’offensiva francese va  fermata. Marco Tarquinio, ex direttore di Avvenire, europarlamentare Pd, assicura che per fortuna “il nuovo Papa non lo sceglierà né l’imperatore Trump né il Re Macron che si crede Filippo Il Bello”. C’è fumo di franciosi e il francioso Macron ha un candidato niente male, il cardinal Jean-Marc Aveline, che però, ci fanno sapere, “non mastica bene l’italiano”. Cosa accade se viene eletto Papa un francioso, a Roma, con il governo Meloni? Il sottosegretario Fazzolari, che conosce la Francia e il suo nazionalismo, potrebbe scappare a Zagarolo. Palazzo Chigi senza Papa. Non si sa perché, ma quando si parla di Parigi entra in gioco anche Carlo De Benedetti che ha casa vicino all’ambasciata francese, altro noto dissidente del governo ed editore di Domani. Siamo già nel nome di Macron, di Riccardi, di De Benedetti e si aggiunge anche Renzi, lo spirito diavoletto, che è amico di Emmanuel (per FdI è una sorta di Bonifacio VIII). Una santabarbara. 

 

Un grande amico di De Benedetti è il bibliofilo Luigi Zanda, ex senatore del Pd, che solo pochi giorni fa, a Domani, ha dichiarato: “Meloni con Trump fa solo pubbliche relazioni”. Il problema è che le fanno pure i quasi Papi. Ogni giorno si moltiplicano, come i pani e i pesci, le interviste ai cardinali che si scolano i drink dal frigobar o che si mangiano il carciofone, e quasi tutte terminano con “serve un Papa di unità”, che è  il “testardamente unitari” di Elly Schlein. Dice Tarquinio: “Tranquilli, è sempre stato così, quando venne eletto Benedetto XVI siamo tutti andati alla Taverna bavarese, per il reportage, tanto che la taverna ha messo  la lapide”. 

 

Telefoniamo a Zanda che definisce le cronache del pre-Conclave “malignette”, come i retroscena politici (chi è senza retroscena scagli la prima rettifica) ma per fortuna, pensa Zanda, “i cardinali non leggono i giornali italiani. E’ il momento dei lobbisti conclavisti”. Ma il complottone francese esiste o no? I dottori della Chiesa, e del giornalismo, ci invitano a credere: “Questa volta il complottone francese esiste sul serio”. Urca. L’unico che potrebbe svelare il mistero è Riccardi, ma la barba di Dio è in questo momento impegnata in una riunione, fanno sapere da Sant’Egidio, la comunità diffusa in settanta paesi, oltre sessantamila membri. Uno dei riferimenti in Parlamento di Sant’Egidio è Paolo Ciani, vicecapogruppo Pd, ma anche Ciani, non si trova: starà cercando i voti insieme a Macron per Aveline o per Zuppi? 

 

Nel Pd la quota cattolica è Graziano Delrio, magro come un santo, il solo che sarebbe titolato a parlare, dato che conosce sia Zuppi sia Parolin, altro favorito: “Nel 2014, quando ero sottosegretario del governo Renzi - ricorda Delrio - Zuppi era la guida spirituale di Palazzo Chigi mentre con Parolin mi sono confrontato sui diritti civili”. Ma Riccardi è davvero il regista di questo Conclave?  Delrio risponde che “l’unico che davvero influenzava il Conclave, con la sua autorevolezza, era il cardinal Martini”, ma che come sempre, anche questa volta, “opererà lo Spirito Santo. Per il resto è giusto che voi facciate spirito”. Sì, va bene lo spirito, ma il complottone francioso di Macron che avrebbe provato a “imbucarsi a San Pietro”? Di nuovo, i dottori della Chiesa, e dei giornali: “In realtà le relazioni tra Francia e Italia sono migliori di quanto si racconta. E’ vero che c’è Stm con Giancarlo Giorgetti, che vuole prendere a calcion l’ad francioso, ma per contrastare l’Ops di Unicredit su Bpm, Giorgetti confiderebbe nei francesi di Crédit Agricole”. Giorgetti, se ci legge, ci scomunicherà a vita perché per lui, uomo di Chiesa, vale il comandamento: non dire mezza, e falsa, testimonianza. 

 

L’uomo di fede, saggio, di FdI è Alfredo Antoniozzi che ci accarezza, al telefono, come il Papa, e che ci dice: “I francesi sono nazionalisti, cercano di imbucarsi dove possono”. Ma non erano i paladini del laicismo? Anche Macron al Conclaviccio? Antoniozzi replica che “quando si avvicina l’ora puoi essere laico quanto vuoi ma è meglio avere Dio vicino”. Si avvicina la fine del pezzo e ritorniamo a Bettini (che voleva Riccardi al Quirinale): “Eravamo io, Zuppi, Marrazziti, Riccardi e c’era anche Franca Chiaromonte, la figlia di Gerardo. Andavamo in pizzeria”. Ma Macron va Dal Bolognese e  Zuppi è arcivescovo di Bologna.  Eugenio Scalfari resuscita! La sera vanno tutti a mangiare escargot.  

 

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio