aria di campo largo
Renzi raccoglie le firme contro l'Autonomia e spiega ai militanti: il Terzo Polo è finito
L'ex premier partecipa all'iniziativa promossa anche da Conte e Schlein per abrogare la legge del governo Meloni. E spiega la sua svolta verso il centrosinistra: "Per far vincere il centro, o si va con il centrosinistra o con il centrodestra. Schlein non pone veti e noi neanche"
Non chiamatela prova di fedeltà. A poco più di una settimana dal raggiungimento delle 500mila firme contro l’Autonomia differenziata, il presidente di Italia Viva Matteo Renzi ha deciso di presentarsi a uno di questi banchetti, a Largo di Torre Argentina, oggi animato da una delegazione di militanti del partito dell’ex premier. "Sono convinto: sta roba del referendum è davvero aperta", dice Renzi ai suoi, "se noi creiamo il clima giusto attorno a questa battaglia possiamo arrivare al quorum". L’obiettivo minimo per indire il referendum è stato raggiunto, ma succede sempre che alcune firme non vengano dichiarate valide, per cui bisogna raccoglierne qualche decina di migliaia in più per poter stare sicuri. Lo sa bene chi ha vissuto e organizzato molte campagne referendarie indette da Marco Pannella, come Roberto Giachetti, nato nel partito Radicale e oggi deputato di Italia Viva: “Andremo avanti per tutto agosto con la raccolta delle firme, noi di Italia viva ci siamo. Renzi è voluto venire in prima persona qui, ma questo a prescindere dalle interlocuzioni con il campo largo”. Ma è proprio l’intesa (da trovare) con Giuseppe Conte ed Elly Schlein l’argomento che nessuno riesce a ignorare. Renzi per prima cosa si ferma con i giornalisti e spiega che “Schlein ha detto che non pone veti, ebbene noi non ne mettiamo. naturalmente la sto sentendo in questi giorni”. Poi la foto dietro al banchetto con Giachetti, Maria Chiara Gadda e Maria Elena Boschi, e prima di andare via si ritrova a spiegare per la seconda volta oggi la scelta di avvicinarsi al campo largo, ora però davanti a un gruppo di militanti. "Ormai... o di qua o di là". Una di loro si avvicina e lo incalza: “Cosa diciamo agli elettori che si aspettavano un centro? Ci sono persone che sognano un centro e che daranno tutta la loro fiducia a Tajani”. Che però “sta con il centrodestra”, ricorda il leader di Iv. “Non possiamo inseguire il sogno riformista di prendere tra 50 anni il 20 per cento. Facciamo la nostra parte sui contenuti. Il centro lo fai vincere o con il centrosinistra o con il centrodestra. Il Terzo polo è finito”. La maggior parte degli attivisti che hanno firmato convengono con Renzi che allearsi con Pd e M5s sia l’unica strada, dopo gli esperimenti, “di cui andare orgogliosi - dice ancora Renzi - ma che ci hanno portato all’irrilevanza”, delle candidature di Calenda a Roma nel 2021 (19,81%), del Terzo polo alle elezioni politiche del 2022 (7,78%), di Valerio Casini alle suppletive per il seggio di Roma centro (12,93%) e infine della Lista Stati uniti d’Europa alle ultime europee (3,8%).
“Gli elettori ci votano, se abbiamo un progetto a lungo termine”, ribatte la militante. “C'era un progetto nelle scorse candidature", risponde l’ex premier Renzi, "ma il trend è evidente: se a ogni giro ci vota meno gente vuol dire che questo progetto non piace. La politica è questo: figuratevi quanto a me faccia piacere sedermi con chi esultava per l’arresto dei miei genitori. Però stare da soli significa essere irrilevanti, e se sei irrilevante non stai facendo politica. Alla fine si tratta solo di sedersi a un tavolo e discutere di temi”. Nessun veto sui partecipanti alla riunione che dovrà lanciare il campo largo, ma qualcuno sui temi? “E’ evidente che se Schlein e Conte iniziano a fare i comitati a favore di Maduro, noi non possiamo starci”, dice Renzi. La militante non sembra convinta, ma le amiche la cercano di persuadere. “E’ l’unica, dobbiamo fare i conti con la realtà, ci abbiamo provato…”.
C’è un’atmosfera che ricorda quella di “Modena”, la canzone con cui nel 1979 Antonello Venditti raccontava il tramonto di un certo sogno comunista in Italia, solo in chiave terzopolista e centrista. “E non c’è tempo per capire/ dove abbiamo sbagliato/ e non c’è tempo per scoprire/ una nuova illusione”. Intanto oggi la raccolta firme si ferma a 41 a Largo di Torre Argentina. “Ma a Ostia 400!”, dice un altro militante, come se 41 firme sotto il sole nel centro di Roma ad agosto non fossero un risultato di cui poter essere soddisfatti. “Ora smontiamo che purtroppo abbiamo l’autorizzazione solo per il lato della piazza che non è coperta dall’ombra”, spiega Maria Elena Boschi salutando tutti, mentre il notaio chiude i moduli. L’unico a non aver sudato è Matteo Renzi. “Eh, ma quello è bionico”, spiega Giachetti prima di raggiungerlo.
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