Giorgia Meloni - foto via Getty Images

L'intervento

Meloni: "De Luca mi ha insultata perché sono donna. Schlein tiri fuori più coraggio"

Redazione

Alleanze europee, separazione delle carriere, premierato e le opposizioni. Cosa ha detto la premier intervistata dal Corriere della sera 

"Di che cosa dovrei vendicarmi con i magistrati? Non capisco perché si considera la riforma una mossa punitiva nei confronti dei pubblici ministeri. Ci si vendica di un nemico e io non considero la magistratura un nemico". Parte dall'approvazione della riforma della giustizia la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, intervistata dal Corriere della Sera in vista delle prossime elezioni europee. "Temo che chi ci critica non faccia i conti con il consenso e con l'immagine che del nostro paese dal punto di vista internazionale. Le cose che non vanno bene noi le vogliamo cambiare. Parliamo di una riforma che si deve fare da trent'anni". 

La premier è entrata nel merito nelle nuove misure e ha detto: "Sul tema della separazione delle carriere penso che si crei un maggiore equilibrio tra accusa e difesa. Penso poi che sui membri del Csm si rompa un meccanismo che è quello delle correnti: un sistema che ha senso è quello dove il tuo valore è importante a prescindere che ti iscrivi o meno a una delle correnti. Mi dispiace che qualcuno lo veda come un meccanismo punitivo. Le cose giuste vanno fatte e si fanno". 

Sull'Unione europea Meloni ha espresso la sua visione dicendo che: "Oggi l'Europa è un gigante burocratico e un nano politico, vogliamo che torni a essere un gigante politico. Io parlo con tutti, ma non sarò mai d'accordo che l'Ue sia un club radical chic e penso che in un tempo come questo chi lavora per dividere l'Ue non faccia un bel lavoro".  Sul lavoro svolto in quesi mesi con la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, la premier ha precisato che si è trattato di "interloquire per portare a casa risultati per l'Italia". "Il mio lavoro era cambiare cose che non mi piacevano dialogando, e in alcune cose ci sono riuscita", ha detto, specificando di essere "presidente dei conservatori europei" e di lavorare "per una altra maggioranza, alternativa a quella dell'ultimo mandato". Il candidato della Commissione europea si sceglierà dopo, ha continuato, e ha aggiunto che "Marine Le Pen sta facendo un percorso interessante e sono in corso interlocuzioni su alcuni dossierr comuni".

Sull'incontro con Vincenzo De Luca avvenuto ieri a Caivano, Meloni ha attaccato il Pd: "La sinistra che non è stata capace di dire mezza parola di fronte all'insulto si dovrebbe vergognare. Da quando sono al governo la sinistra ha mostrato la sua vera natura: quella di applicare sempre due pesi e due misure". Poi il riferimento diretto alla segretaria dem: "Mi dispiace che Schlein non abbia dimostrato di essere il cambiamento che dice. Quando De Luca mi ha insultato non ha detto niente, ieri invece ha commentato le mie parole. Spero che tiri fuori il coraggio che la gente si aspetta da lei come leader e come donna". Secondo la premier nello scambio con De Luca "c'è anche una questione femminile". Il motivo, ha spiegato, è che il presidente della Campania "non hai mai usato quella parola con nessuno: l'ha usato con me perché sono donna. Qual è il messaggio? Che le donne si possono insultare perché sono deboli? Eh no, non siamo deboli. Sa chi è debole? I bulli sono deboli, perché, come si è ben visto ieri, sono bravi a fare i gradassi dietro le spalle, ma quando li affronti non li fanno più i gradassi". 

Sul premierato Meloni ha difeso l'impianto della riforma sostenendo che i poteri del presidente della Repubblica non saranno sminuiti. "L'opposizione non vuole questa riforma perché non vuole far scegliere i cittadini", ha poi aggiunto la premier, criticando la proposta di aumentare il numero di senatori a vita. "La riforma è utile per tutti – ha continuato – perché ne beneficerebbe chiunque vincesse le elezioni. Anche la mia opposizioni sarebbe molto più tutelata nel realizzare il proprio programma". 

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