Larry Funk - foto GettyImages

conti a tavola

Vendere l'Italia agli americani, come si muove Larry Fink

Claudio Cerasa

Oltre al calcio c’è un’altra partita: dimostrare agli investitori che l’Italia non è solo chiacchiere e diversivo. Il capo di Blackrock, il fondo più potente al mondo, prepara un tour segreto a Milano. Opportunità e tabù da superare

Quando gli americani osservano il mondo del calcio sanno dove andare, sanno dove investire, sanno come fare quattrini, sanno come ottenere risultati. Vedi il caso dell’Atalanta (americana). Vedi il caso della Fiorentina (americana). Vedi il caso del Milan scudettato (americano). Vedi il caso della nuova Inter (per il momento americana). Vedi il caso del neo promosso Parma (americano). Ma quando gli americani arrivano in Italia con l’intenzione di investire, in modo cospicuo, massiccio, poderoso, siamo sicuri che si ritrovino nelle stesse condizioni in cui si trovano quando osservano il calcio?

Passo indietro, piccolo, prima di arrivare a una notizia gustosa. Larry Fink è probabilmente la persona più importante tra quelle di cui non avete sentito parlare abbastanza. E’ uno degli uomini più potenti del mondo, gestisce il fondo di investimento più famoso del pianeta, ha un patrimonio personale pari a 1,2 miliardi di dollari, governa una società che amministra circa 10 mila miliardi di dollari, investe un terzo del patrimonio del fondo in Europa e negli ultimi mesi ha dimostrato di avere un interesse speciale per il nostro paese, una passione inaspettata per Meloni e una fiducia non scontata per il futuro dell’Italia. Nel 2022, al Corriere della Sera, ha detto, dopo la vittoria di Meloni, mentre i partiti d’opposizione presagivano scenari foschi per l’economia italiana, di aver sentito “più ottimismo che preoccupazioni da parte dei leader del mondo degli affari” per la nascita di un governo molto sbilanciato a destra. Un anno dopo, Fink ha espresso valutazioni positive sul primo anno di Meloni

Nella stessa occasione, nell’ottobre del 2023, ha detto di essere soddisfatto degli investimenti fatti da BlackRock nelle banche italiane (in Italia BlackRock ha partecipazioni, tra l’altro in Intesa Sanpaolo, Unicredit, Enel e Snam e Bpm). E nella stessa occasione, intervistato da Milano Finanza, oltre ad aver lasciato intendere che BlackRock è disposta ad affiancare il governo e le imprese italiane in alcuni investimenti infrastrutturali, ha lanciato un doppio messaggio da tenere a mente: “Sarà interessante vedere come il governo lavorerà con il settore privato per favorire la crescita” e “bisogna invertire il paradigma di chi pensa di usare fondi pubblici per favorire la crescita, bisogna aumentare gli investimenti privati”. Il contesto è importante, la notizia pure. E la notizia è che, in gran segreto, e con pochi interlocutori selezionati, il numero uno di BlackRock ha organizzato a Milano, il 6 giugno, una riunione riservata con alcuni importanti manager italiani, convocati a tavola dall’ex numero uno di Unicredit Federico Ghizzoni. Un lunch ristretto, di cui alcuni importanti esponenti del governo sono venuti a conoscenza anche se non sono stati coinvolti direttamente, utile per valutare eventuali nuove operazioni nel nostro paese (BlackRock, come scritto ieri dal Corriere della Sera, vuole acquistare il 10 per cento della società Enilive per entrare nel business di car sharing e distributori). Fink è comprensibilmente ottimista sul futuro dell’Italia per un insieme di ragioni facili da intuire: nonostante un debito molto alto, l’Italia ha un governo stabile, una maggioranza coesa, una pace sociale diffusa, una crescita economica superiore a quella della Germania, un posizionamento geopolitico impeccabile e una mole di soldi mostruosa che grazie a un algoritmo benedetto pioverà sull’Italia nei prossimi anni.

Ma oltre al contesto di stabilità, si chiederà probabilmente Fink, che altro potrà offrire l’Italia a un fondo interessato a investire nel nostro paese? Si chiederà probabilmente Fink: ma sulla giustizia, questo governo, ha poi fatto qualcosa di concreto oppure no per aiutare gli investitori a investire di più in Italia? Risposta negativa. Ma sulla burocrazia, questo governo, ha poi fatto qualcosa di concreto oppure no per incentivare gli investitori a investire di più in Italia? Risposta negativa. Ma sul fisco, poi, questo governo ha fatto qualcosa di concreto oppure no per incentivare gli investitori a investire di più in Italia? Risposta negativa. Ma sulle infrastrutture, ancora, settore che Larry Fink considera strategico per valutare investimenti a lungo termine, l’Italia sta offrendo o no opportunità a chi vuole investire nel nostro paese? E infine, sull’energia, sul nucleare, sull’innovazione, sull’intelligenza artificiale, l’Italia può offrire, a chi vuole mettere un piede nel nostro paese, qualcosa in più di una pacca sulla spalla? Qualche giorno fa, durante il B7 convocato a Roma, un incontro tra giganti del business mondiale per ragionare su ciò che sarebbe lecito aspettarsi dal G7 a favore delle imprese, Larry Fink ha lanciato un messaggio interessante: non possono esserci transizione ecologica e decarbonizzazione senza uso massiccio del nucleare e utilizzare questa forma di tecnologia è importante sia per poter essere credibili e non ideologici sulla transizione digitale sia per poter usare alla massima potenza un giorno l’intelligenza artificiale. BlackRock, ha scritto Reuters pochi giorni fa, è in trattative con vari governi sui modi per finanziare investimenti critici per sostenere l’intelligenza artificiale perché Fink considera l’intelligenza artificiale una grande spinta per la produttività globale. Tesi di Fink: “I data center di intelligenza artificiale richiederanno più energia di qualsiasi cosa che avremmo mai potuto immaginare, i paesi del G7 non hanno abbastanza potenza ed è probabile che i centri dati verranno costruiti dove l’alimentazione elettrica è più economica”.

Si può dire che per chi vuole investire in intelligenza artificiale l’Italia, come il resto d’Europa, sia un posto accogliente, dove i capitali si inseguono e le occasioni fioccano? Un dato su tutti. Il più importante investimento pubblico legato all’intelligenza artificiale è quello messo in campo da Cdp Venture Capital che impiegherà un miliardo di euro di risorse del totale di 8 miliardi previsti nel piano industriale 2024-2028 per lo sviluppo dell’IA. Meno di quanto stanziato nell’ultima manovra di bilancio sul pacchetto delle pensioni. Benvenuto Larry Fink.

  • Claudio Cerasa Direttore
  • Nasce a Palermo nel 1982, vive a Roma da parecchio tempo, lavora al Foglio dal 2005 e da gennaio 2015 è direttore. Ha scritto qualche libro (“Le catene della destra” e “Le catene della sinistra”, con Rizzoli, “Io non posso tacere”, con Einaudi, “Tra l’asino e il cane. Conversazione sull’Italia”, con Rizzoli, “La Presa di Roma”, con Rizzoli, e "Ho visto l'uomo nero", con Castelvecchi), è su Twitter. E’ interista, ma soprattutto palermitano. Va pazzo per i Green Day, gli Strokes, i Killers, i tortini al cioccolato e le ostriche ghiacciate. Due figli.