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Il Cdm approva le nuove misure per il lavoro. Leo: "Bonus da 100 euro a un milione di famiglie nel 2025"

Il ministro Fitto e il viceministro Leo incontrano i giornalisti dopo il vertice a Palazzo Chigi. Dal decreto Primo maggio a quello Coesione sui fondi per il sud: tutte le misure

Redazione

"Il bonus da cento euro che arriverà nel 2025 per i redditi bassi è il primo tassello cui seguirà, trovando le relative risorse, l'intervento per le tredicesime". Lo ha detto in conferenza stampa il viceministro all'Economia Maurizio Leo, annunciando i provvedimenti che rientrano nel decreto rinominato "primo maggio" e che ha quindi a che fare con lavoro e occupazione. Ieri le misure sono state presentate ai sindacati, oggi il via libera del Consiglio dei ministri. Sul tavolo del Cdm, poi, anche il decreto riguardo ai fondi europei di Sviluppo e Coesione, presentato dal ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto

Il bonus sulle tredicesime e il Fisco

"Non è che abbiamo una visione strabica per imprese e lavoro autonomo, prestiamo altrettanta attenzione al lavoro dipendente, che ha numeri molto più rilevanti ma – ha detto Leo – bisogna trovare equilibrio per le coperture". Il bonus va "a vantaggio delle famiglie monoreddito o monogenitoriali e sarà erogato attraverso i sostituti d'imposta nel 2025. Il governo è voluto venire incontro alle fasce medio basse aggiungendo questo beneficio in un momento particolare come quello di fine anno, per venire incontro ai dipendenti che hanno redditi non elevati, complessivamente non oltre 28 mila euro", ha aggiunto. Sulla base di redditi 2024, Leo ha detto che il bonus riguarderà circa un milione di famiglie.


"Come primo obiettivo per il 2025 abbiamo quello di consolidare le famose tre aliquote Irpef. Vedremo quale sarà il risultato che otterremo dal concordato preventivo biennale che riguarderà il mondo delle partite Iva, a cui vogliamo tendere una mano ma vogliamo al tempo stesso che loro dichiarino redditi coerenti con la capacita' contributiva", ha aggiunto.
 

Il ministro ha poi parlato in generale dell'avanzamento della riforma del Fisco: "Con questo tredicesimo decreto abbiamo fatto gran parte della riforma fiscale che mancava dagli anni '70. Una riforma che fa chiarezza sul sistema tributario, che alleggerisce il carico fiscale per le imprese delle professioni". Si tratta quindi di una "riforma che fissa ha delle regole certe. Lo abbiamo fatto soprattutto avendo un'attenzione particolare, quasi maniacale, per il rispetto dei conti pubblici: tutto quello che abbiamo fatto l'abbiamo fatto con un impegno notevolissimo e attenzione ai conti pubblici".

Il decreto Coesione e il sud

La parola è poi passata al ministro Fitto che ha illustrato le novità introdotte con il decreto Coesione. Il ministro ha citato i recenti rapporti europei che piazzano l'Italia al penultimo posto nella classifica dei paesi per capacità di spesa dei Fondi di sviluppo e coesione: "Il quadro è poco edificante per la capacità di spesa", ha detto Fitto, specificando che per la programmazione dei prossimi sette anni, tra il 2021 e il 2027, "gli impegni e le spese sono quasi pari a zero". L'obiettivo è quindi uno: "Bisogna rimettere in moto risorse pari a 43 miliardi di risorse europee ai quali si aggiungono risorse nazionali di cofinanziamento per un importo complessivo di 75 miliardi. E per questo la riforma crea le condizioni perché i diversi fondi (coesione, Fsc e Pnrr, ndr) dialoghino e diventino complementari, perché il rischio era che i fondi marciassero in contrasto gli uni con gli altri. Questo rappresenta il tassello conclusivo che ci fa usare meglio questi strumenti".
 

"Questo decreto ha un impatto molto rilevante: come è noto riguarda in modo specifico il sud per la quasi totalità delle misure perché questi programmi e queste risorse giungono all'Italia esclusivamente per condizioni di disuguaglianza, disagio e differenza territoriale che vengono rappresentate dal sud. L'obiettivo non è solo quello, non semplice, di spendere, ma anche di finalizzare la qualità della spesa, ovvero spendere finalmente bene con interventi non una tantum e di carattere generico ma investimenti strutturali in grado di modificare e correggere alcuni limiti e gap che da sempre hanno riguardato il Mezzogiorno", ha detto ancora Fitto. 
 

"Riguardo alle misure sul lavoro,  abbiamo previsto una serie di interventi molto importanti, dal rifinanziamento della misura 'Resto al Sud' con alcuni accorgimenti e integrazioni, e altri interventi sull'autoimpiego, sul bonus per le donne, per i giovani, per la Zes. Interventi che utilizzano queste risorse per rafforzare la capacità delle competenze e dell'occupazione e anche il sistema delle imprese", ha concluso.