L'intervento del ministro

Urso: "Tesla può diventare il secondo produttore d'auto in Italia"

Gianluca De Rosa

L'annuncio durante l'audizione alla commissione Attività produttive della Camera. E su Stellantis il ministro attacca Conte: "Nel 2019 il governo avrebbe dovuto usare il golden power, ma se ne lavò le mani"

"Il secondo investitore in Italia nel settore dell'automotive potrebbe essere Tesla". L'annuncio a sorpresa del ministro dello Sviluppo economico Adolfo Urso arrivara durante un'audizione alla commissione Attività produttive di Montecitorio. Urso però non ha fornito molti altri dettagli durante la discussione in commissione, limitandosi a mettere parzialmente le mani avanti: "Come sapete - ha dichiarato - in Germania hanno respinto il piano di espansione massiccia dell'unico impianto europeo di Tesla. Questo comporterà certamente una revisione dei piani del gruppo statunitense, con il quale anche con noi dialoghiamo da mesi. Stiamo avendo riscontri molto positivi. Si tratta di un processo ancora in corso che richiede prudenza". Già dopo la visita di Musk ad Atreju, fu il giornalista che lo aveva intervistato durante la kermesse di FdI, Nicola Porro, a spiegare a questo giornale: "Vedrete che usciranno novità, Elon ha davvero voglia di fare delle cose da noi, vi stupirete".

 

Non solo Tesla comunque. Il ministro ha sostenuto (come su questo giornale ha raccontato Giulia Pompili) che ci sono "anche tre case leader di veicoli elettrici cinesi interessate all'Italia con cui stiamo dialogando. Sono venute in Italia a incontrarsi con i nostri uffici e, in alcuni casi, hanno anche visitato luoghi di possibili stabilimenti. Le interlocuzioni continuano: tutti e tre questi gruppi hanno detto che i preconcetti sul nostro paese con i quali erano arrivati (come i costi elevati e la burocrazia) sono stati fugati dagli incontri. Hanno trovato un paese accogliente e attrattivo con un ecosistema molto favorevole a eventuali investimenti".

 

Capitolo Stellantis. Urso è tornato ad attaccare l'ex premier e leader del M5s Giuseppe Conte che nel 2019 e nel 2020, quando si aprì il dossier della fusione tra Peugeot e Fiat, siedeva a Palazzo Chigi. "Stellantis – ha detto il ministro nel corso dell'audizione – è nata nel 2019-20. In quel momento il governo ritenne di non esercitare la facoltà del golden power. A me risulta che in quel momento si prospettava l'ipotesi di fusione invece divenne un'incorporazione. Doveva essere una governance paritetica e invece non lo fu, i soci non avrebbero dovuto aumentare le quote e invece poche settimane dopo il socio pubblico francese aumentò le quote. Il governo in quel momento avrebbe potuto e dovuto intervenire e invece se ne lavò le mani", ha aggiunto Urso prima di sottolineare come "evidenziai queste cose nel Copasir". All'epoca Urso presiedeva il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica. 

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