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geometria variabili

Quei sindaci Pd che la pensano come il governo più che come Schlein

Marianna Rizzini

Terzo mandato, debito di Roma, abuso d'ufficio e non solo. Le strane convergenze degli amminstratori dem verso le proposte che arrivano dalla maggioranza su temi dirimenti
 

Non si può dire, quasi non si può pensare, ma negli ultimi mesi è capitato – eterogenesi dei fini  o capriccio del destino – che non pochi amministratori locali del Pd si siano trovati ad avere momenti di spontanea (o ricercata) convergenza, se non proprio di metaforico scambio di amorosi sensi, con la maggioranza di governo su alcuni temi dirimenti, e che si siano invece trovati in disaccordo con la maggioranza che governa il partito guidato da Elly Schlein, cioè il loro, il Pd.

Trattasi di una convergenza a geometrie variabili che può portare, come in questi giorni, i sindaci Pd a pensarla come chi, dalla Lega, insiste per il terzo mandato degli amministratori locali, e a non pensarla come il capogruppo dem schleiniano al Senato Francesco Boccia, l’uomo che ha detto: “Eliminare il limite dei mandati significa, soprattutto nei piccoli comuni, creare dei piccoli satrapi”. Gli hanno risposto per le rime il sindaco dem di Pesaro Matteo Ricci (“la linea espressa da Boccia non può essere la linea ufficiale del Pd”) e il sindaco dem di Mantova Mattia Palazzi (“solo Italia e Polonia hanno il limite dei due mandati”). Intanto, due giorni fa, si produceva, con l’approvazione di un emendamento al Milleproroghe, la sinergia Pd-maggioranza attorno al tema “debito di Roma”, con tanto di norma di chiusura della gestione commissariale costruita in accordo tra il Comune guidato dal dem Roberto Gualtieri e il ministero dell’Economia: il 31 gennaio 2025 la spada di Damocle del debito pregresso (ma sempre aggettante) smetterà di pendere sulla Capitale. L’emendamento, a prima firma del deputato dem Claudio Mancini, storico esponente del Pd romano molto vicino a Gualtieri, è stato sottoscritto dalla maggioranza. Motivo per cui Mancini sottolinea “la positiva collaborazione istituzionale, pur nelle differenze politiche” e Gualtieri ringrazia il governo “per questo importante intervento che consente finalmente una chiusura ordinata della gestione commissariale” (i creditori dovranno a breve presentare regolare richiesta dei titoli esigibili).

Persistente comunità di idee tra sindaci Pd e centrodestra si è manifestata poi, non da oggi, sulla cancellazione dell’abuso d’ufficio. Il primo articolo del disegno di legge sulla Giustizia è stato infatti approvato dal Senato con 99 voti favorevoli (centrodestra più Azione e Iv) e 50 contrari (Pd, 5stelle, Avs). Ma alcuni sindaci – tra cui quello di Milano Beppe Sala, quello di Bari Antonio Decaro e quello di Pesaro Matteo Ricci – hanno chiesto al Pd di ripensarci. Invano, ché Schlein continua a opporre il gran rifiuto. Altro tema, storia potenzialmente simile, anche se oggi è tabù: Schlein e tutto il Pd paiono compatti nel niet al Ponte di Messina, ma nella legislatura precedente alcuni parlamentari dem (tra cui Davide Gariglio e Pietro Navarra) avevano invitato il proprio partito a riflettere sulla possibilità di realizzare un ponte sullo Stretto ambientalmente sostenibile. Che cosa diranno i sindaci dem tra Scilla e Cariddi, se i lavori salviniani avanzeranno? 

  • Marianna Rizzini
  • Marianna Rizzini è nata e cresciuta a Roma, tra il liceo Visconti e l'Università La Sapienza, assorbendo forse i tic di entrambi gli ambienti, ma più del Visconti che della Sapienza. Per fortuna l'hanno spedita per tempo a Milano, anche se poi è tornata indietro. Lavora al Foglio dai primi anni del Millennio e scrive per lo più ritratti di personaggi politici o articoli su sinistre sinistrate, Cinque Stelle e populisti del web, ma può capitare la paginata che non ti aspetti (strani individui, perfetti sconosciuti, storie improbabili, robot, film, cartoni animati). E' nata in una famiglia pazza, ma con il senno di poi neanche tanto. Vive a Trastevere, è mamma di Tea, esce volentieri, non è un asso dei fornelli.