il paradosso

Alle europee, l'Italia può perdere 400 mila elettori. Ragione? La Brexit

Redazione

Gli italiani che vivono nel Regno Unito non potranno andare a votare sul posto per il Parlamento Ue: non ci sarà nessun seggio. Chi lo vuole, dovrà presentarsi in un seggio in Italia

Una domenica di fine maggio del 2019 varie file di persone si snodavano davanti a vari palazzi di Belgrave Square, la piazza delle ambasciate nel centro di Londra. Erano cittadini europei in fila per votare, ciascuno nella sede diplomatica. Cinque anni dopo, la scena, almeno davanti al palazzo con la bandiera tricolore, che ospita l’Istituto Italiano di Cultura, all’epoca adibito a seggio, non si ripeterà: gli italiani che vivono nel Regno Unito non potranno andare a votare sul posto per il Parlamento Ue, non ci sarà nessun seggio. Chi lo vuole, dovrà presentarsi in un seggio in Italia. All’appello di Bruxelles rischiano di mancare 400 mila elettori italiani: tanti ne vivono in Gran Bretagna.

 

Quelle del 2024, saranno le elezioni europee dei voti fantasma italiani, nel senso che spariranno. Dalle ultime elezioni, il Regno Unito è uscito dall’Unione Europea. Ennesima beffa della Brexit? No, per niente. Una legge tutta italiana ha deciso che i paesi extra Ue non avranno seggi. Il paradosso, nel paese dei paradossi, è che un cittadino italiano che vive a Londra può eleggere il suo sindaco, il suo presidente della Regione e, ovviamente, il Parlamento: il tutto per corrispondenza. L’Ambasciata d'Italia, a settembre del 2022, spedì a casa di tutti gli italiani residenti nel Regno Unito le schede elettorali per le elezioni politiche. E chi non l’aveva ricevuta, per colpa degli scioperi di Royal Mail, aveva potuto presentarsi al Consolato Generale dove c’era un seggio. Ma non questa volta, per le elezioni europee del 9 Giugno.

 

Se un italiano nel Regno Unito volesse andare a votare Elly Schlein, candidata in tutte le liste, o Fratelli d’Italia, dovrà per forza imbarcarsi su un aereo, a proprie spese, e tornarsene in Italia. Visto che si vota ai primi di giugno, magari uno potrebbe pensare di godersi anche un fine settimana da mammà o al mare, se fosse originario di Cagliari, Genova o Gallipoli. Ma c’è l’inghippo anche lì: si può votare solo nel Comune di provenienza prima di essersi iscritti all’Aire. Il paradosso diventa poi anche beffa: nel 2019 gli italiani ufficialmente registrati nel Regno Unito erano 350 mila circa (il totale ufficioso parla di 700 mila residenti). Ora sono saliti a circa 400 mila. Negli ultimi 5 anni la base elettorale si è allargata: dopo la Brexit, molti residenti “in nero” sono corsi a registrarsi.

 

La regolarizzazione ha ridotto il sommerso, ma chi ha scelto la legalità si trova a essere penalizzato: uno dei motivi per iscriversi all’Aire è il diritto di voto da italiano all’estero. Peccato che per le elezioni europee questo diritto di fatto venga negato. Quanti, infatti, dei 400 mila italiani saranno disposti a pagare di tasca propria, e con i prezzi dei biglietti aerei saliti alle stelle? Pochi, a essere generosi. A Sanremo è andato in onda uno spottone per il Parlamento europeo, con la matita che dovrebbe invogliare i giovani ad andare a votare. Intanto, basterebbe non discriminare quasi mezzo milione di elettori Oltremanica.

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