(foto Ansa)

Imbarazzo bipartisan

Il silenzio di FdI, Lega (e Conte) su Trump e la Russia

Redazione

"Parole che rischiano di indebolire la Nato", dice il dem Guerini. Sulla stezza lunghezza d'onda forzisti e centristi. Ma in Fratelli d'Italia, così come tra i leghisti e i grillini, preferiscono non commentare

"È giusto portare al 2 per cento del Pil le spese per la difesa in ogni paese aderente alla Nato. Ma i toni di Trump sono davvero eccessivi. Speriamo che, consapevole che potrebbe tornare alla guida della principale democrazia dell'Occidente, Trump usi toni da alleato e non da gabelliere che minaccia gli evasori". A parlare è il capogruppo al Senato di Forza Italia Maurizio Gasparri. È l'unica voce quella forzista a essersi levata dal fronte della maggioranza dopo le dichiarazioni di Donald Trump. Nel corso di un comizio in South Carolina, l'ex presidente si è scagliato contro quei paesi della Nato morosi, responsabili cioè di non rispettare gli impegni finanziari per la difesa all'interno dell'Alleanza atlantica. "Non condivido quello che ha detto il candidato Trump", ha dichiarato nella mattinata il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Non tocca a me interferire nella campagna elettorale degli Stati Uniti. Noi siamo amici, alleati degli Stati Uniti indipendentemente da chi sarà domani il presidente. A noi quello che interessa è un rapporto strategico transatlantico", ha concluso il vicepremier azzurro. Dal Carroccio invece silenzio assordante, così pure dalle parti di via della Scrofa, sede del quartier generale di Fratelli d'Italia.

"Se non paghiamo e veniamo attaccati dalla Russia ci difenderete? Gli ho detto: non avete pagato, siete inadempienti", ha raccontato il tycoon rispolverando un vecchio aneddoto su una presunta conversazione avvenuta tra lui e un leader di uno dei trentuno stati membri. "Mi ha risposto: sì. E io ho replicato che no, non li avrei difesi, avrei incoraggiato la Russia a fare quel diavolo che voleva". Il riferimento di Trump è all'accordo raggiunto dai paesi Nato nel 2014 che ha fissato al 2 per cento del Pil il contributo che ciascuno stato membro avrebbe dovuto versare per la difesa militare. Ad oggi tra i paesi inadempienti - venti su trentuno - vi sarebbe pure l'Italia, ferma alla soglia dell'1,46 per cento, in calo rispetto all'1,59 per cento registrato nel 2020. Eppure nessuna replica è arrivata dai due principali partiti di maggioranza, Lega e FdI, i quali non hanno mai fatto mistero di una certa sintonia politica con alcune posizioni - come quelle sull'immigrazione per esempio - sostenute da Trump. Imbarazzo anche per il leader grillino Giuseppe Conte, che dopo non esser stato in grado, interrogato da Fabio Fazio, di dire chi preferisse tra Biden o Trump, ora si guarda bene dal commentare le parole del repubblicano. 

 

Dal fronte dell'opposizione a essersi schierato duramente contro quella che suona come una minaccia del tycoon contro l'Europa è stato invece l'ex ministro della Difesa dem Lorenzo Guerini: "Parole che rischiano di indebolire l'immagine della Nato. L'alleanza atlantica garantisce la solidarietà tra i paesi membri. ciò non significa che non si debba continuare sulla strada di aumentare la capacità della Nato attraverso la crescità degli investimenti necessari in difesa essenziali anche per garantire l'autonomia stratefgia dell'europa", ha detto il presidente del Copasir al Giornale.

 

Dal Pd gli fa eco la deputata Lia Quartapelle, che nel commentare le dichiarazioni del leader MAGA chiama in causa anche il leader pentastellato: "Queste parole siano da monito per chi a destra tifa Trump o per chi nel M5S non distingue tra Biden e Trump. Per chi invece ha già capito non aspettiamo di essere a un passo dal baratro". Netta anche le reazione di Italia Viva, affidata alle parole della capogruppo al Senato Raffalla Paita: "Trump dimostra di essere un pericolo per gli Usa e per il mondo: le sue parole sono gravissime e mettono a rischio la sicurezza dell'occidente. Il timore che una vittoria di Trump possa significare un disimpegno americano è reale. Questa situazione dimostra ancora di più come l'Europa debba rafforzare ulteriormetne la difesa comune e dar vita all'esercito europeo. servono gli Stati uniti d'Europa".  

Dalle parti di Azione a parlare è il leader Carlo Calenda che senza mezzi termini ha dichiarato:"Questo pazzo è il più grande pericolo per l'occiedente dal dopoguerra in poi. L'Ue deve prepararsi all'eventualità di una sua vittoria accelerando il progetto di difesa comune".