Schlein maracuja

Il Pd va a Gubbio a farsi “spalmare cioccolato”. Assenze, facce derelitte. Un successo

Carmelo Caruso

Viaggio nel seminario a porte chiuse del Partito democratico tra i cento deputati dem. Eppure già alle 16 i conti non tornano. A occhio sembrano la metà

Gubbio (Perugia). Il Pd, il partito delle primarie aperte fa un seminario a porte chiuse, in un hotel a quattro stelle, “Ai Cappuccini”, di Gubbio, chiamato anche il “paese dei matti”. Torna tutto. Ai giornalisti è vietato pernottare, accedere, e non si può neppure assistere alle lezioni della politologa Nadia Urbinati. Si può fare solo una breve visita da guardoni. Un manicomio. Il trattamento di bellezza più richiesto, come ci conferma la proprietaria dell’hotel, la dolce Carmela, è “spalmami di cioccolato”, impacchi di cacao, mele e uva che vengono poi rimossi da una “pioggia tropicale di maracuja”. Il Pd è arrivato alla maracuja. Gianni Cuperlo scende dal bus e dice che ha cantato “Perdere l’amore” di Massimo Ranieri, mentre Paolo Ciani, “Attenti al lupo”. C’è chi ha chiamato, per curiosità, la sede locale del Pd, chiedendo se dal Pd nazionale si fossero fatti sentire per un saluto alla base. La risposta è stata: “Nessuno”.

Sono cento deputati, ma già alle 16 i conti non tornano. A occhio sembrano la metà. Osiamo sollevare la questione a una simpaticissima dem e lei: “Ma che volete! Pure contarci?”. Il primo ad arrivare è Nicola Zingaretti, con una Scenic grigia, che è il colore di tutta la sua carriera. Peppe Provenzano ha un T-Roc anche questa grigia (aveva ragione Schlein che serviva l’armocromia). Fassino non può che possedere una Fiat Cinquecento. Lorenzo Guerini è atteso per oggi. Andrea Orlando è giunto quando il sole è tramontato. L’unico deputato del Pd che se la gode, vitale, da quanto si vede, è Claudio Mancini, che arriva a bordo di una Bmw Gt. L’automobile è mastodontica tanto che Mancini pare Mancini all’età di dieci anni. Più che giornalisti sembriamo parcheggiatori abusivi. Il custode Salvatore dice che davvero non può farci entrare anche perché “siete arrivati presto”.

 

(L'arrivo di Schlein all'hotel "Ai Cappuccini")

 

Sono le 14 e il torpedone, preso in affitto dal Pd, il bus da dove scenderanno i deputati Di Biase, Guerra, Casu, Morassut, e il tenero Cuperlo, è previsto per le 16. A Laura Boldrini l’idea del bus non è piaciuta. E infatti, con il cavolo che cantava “Perdere l’amore” con Cuperlo. In anticipo, su suggerimento del pensionato Duccio, ci dirigiamo dunque a Piazza del Bargello dove c’è la “fontana dei matti” e dove “potete conquistare la patente di matto onorario. Basta fare tre giri intorno alla fontana e una cartoleria vicina vi rilascia il certificato con tanto di messere”. Dato che dobbiamo fare i matti, di giri, anziché tre, ne facciamo quattro e ci presentiamo da Kim, la proprietaria che ci rilascia la patente. Le spieghiamo che siamo venuti per seguire questo conclave del Pd, questa due giorni di studio, e lei si compiace della decisione di Schlein, “perché non poteva scegliere paese più giusto. La follia eugubina è nota in tutto il mondo”. Il paese è governato da un sindaco civico di sinistra che alle scorse elezioni ha battuto, con oltre il settanta per cento, il candidato sindaco del Pd. Gira la testa. Si chiama Filippo Stirati. Telefoniamo e domandiamo se almeno lui desidera la segretaria candidata alle europee e Stirati: “Capisco le obiezioni di chi non la vuole in corsa, ma io sarei felice, capirei, se decidesse di farlo”. Il vero beniamino del paese è il padre del direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, Francobaldo, anche lui una vita da direttore. Gli eugubini acquisiti sono Nino Frassica e Terence Hill, tanto che all’hotel bar Ducale c’è pure la bicicletta di Don Matteo. Facendo due conti, il Pd ha scelto la città dove il suo sindaco è stato battuto, dove la famiglia Chiocci, il direttore contestato dal Pd, perché eccede in melonismo, è una specie di borgomastro.

C’è poi lo spirito di Berlusconi. Alla “Taverna del Lupo” conservano le fotografie del Cavaliere che era ospite abituale di Gubbio mentre all’hotel “Ai Cappuccini” si tenevano addirittura le lezioni della scuola di Forza Italia. A dirla tutta, precisa sempre il sindaco, “è venuta pure la nazionale brasiliana in ritiro durante i mondiali degli anni novanta”. Il solito Duccio ci racconta invece che qui Schlein ha perso le primarie e vinto Bonaccini. Non è ancora cominciata ed è già una catastrofe comunicativa, d’immagine. Le grandi reti televisive private, raccontano in paese, da giorni pernottano “Ai Cappuccini” per poi maramaldeggiare sui deputati Pd, perché si sa come va, “ci sono olii, cremine, la spa, la piscina, la sauna. In hotel c’è pure cabina Raxul su tavolo di marmo riscaldato”. La vergogna è tanta che dallo staff del Pd fanno sapere che la spa è stata chiusa; come se fosse un privilegio e che “tutte queste troupe della Rai …”. Vengono a fare squadra e basta guardare le facce, le facce di chi sembra vada al massacro.

 

Per cercare di spostare l’attenzione, da Roma, arriva la notizia che il duello Meloni e Schlein si farà presto e che i rispettivi staff si sono cercarti. L’ospite, il prof. Piero Benassi, il consigliere diplomatico di Conte, ambasciatore a Bruxelles, che ha capito l’aria, avvicina i cronisti e premette che lui farà solo un intervento ma che poi andrà via e che “certo, questa indecisione sulla candidatura non aiuta”. A chi poteva venire in mente di organizzare questo fine settimana? Sarebbe stata la capogruppo Braga che si presenta, ci mette la faccia, ma peggiora la situazione quando dice che grazie a quest’appuntamento “il Pd farà meglio l’opposizione”. Se gli mancava un po’ di ferro, bastava mangiare un po’ d’abbacchio, ma perché farsi dileggiare, a Gubbio, con il tartufo e la lombata? Serviva Nadia Urbinati per sentirsi dire, come dice ai deputati, che “serve un’utile radicalità” o con, tutto il rispetto, le lezioni sulla Libia, su Minniti? I giornalisti per un giorno, anche i più rigorosi, si scatenano e “sognano articoli di colore”. Dal Pd, dove i dirigenti hanno compreso troppo tardi la stronzata commessa, decidono di farci fare un giro lungo la sala, a gruppi, e di aprire la celletta dove si può pregare. Nella sala ricevimento c’è una scultura che sembra del Pomodoro. Il ristorante Nicolao, se Boldrini lo desidera può cucinare “un involtino di crudo di tonno battuto di gamberi e ricciola, salsa al guacamole e marinata di zucchine all’aceto di riso”. L’altro giorno, alla Camera, il povero Grimaldi, di Sinistra italiana, era offeso perché lui non era stata invitato. Disastro. Enzo Amendola, che è arrivato in auto con Orfini, un’altra auto colore lasciamo perdere, è l’unico che potrebbe rendere allegra la notte. Da giovane, quando facevano i congressi del Pse, suonava alle porte degli svedesi; mascalzone. Magari si riuscissero a divertire, a fare i matti, e invece no. Hanno la faccia degli sconfitti della vita. Con il maracuja.

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  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio