Terzo tempo

Azione corteggia +Europa: lista comune con Cottarelli frontman

Gianluca De Rosa

+Europa cerca ancora di mediare per un accordo che includa anche Matteo Renzi nella corsa a Strasburgo. Dice Della Vedova: "Bisogna far prevalere la comune idea di Europa sugli incidenti del passato". Ma Richetti frena: "Mai più con Iv"

Carlo Cottarelli capolista in Europa del Terzo polo senza Matteo Renzi. La proposta l’ha lanciata questa mattina Matteo Richetti, capogruppo di Azione a Montecitorio. Ieri Cottarelli si era detto disponibile a candidarsi con Azione e +Europa alle prossime elezioni europee. Detto fatto. Per Richetti il presidente dell’Osservatorio sui conti pubblici della Cattolica è l’uomo giusto da candidare a Strasburgo come capolista di una lista comune tra Azione e +Europa. Anche se, lo diciamo subito, ora come ora non c’è nessun accordo per una lista di questo genere. Per fare un passo concreto Richetti ha sottoscritto questa mattina il manifesto per gli Stati uniti d’Europa, il documento programmatico voluto da Emma Bonino (e già sottoscritto da diverse associazioni) da sottoporre ai possibili alleati in Ue. “Non c’è ancora nessuna decisione assunta, ma spero che questo sia l’inizio per arrivare a una lista comune”, dice Richetti al Foglio.

Sul mondo riformista incombe un grande rischio. I tre principali partiti che in Europa fanno riferimento al gruppo dei liberali di Renew, in Italia sono divisi da rancori e acredini talvolta quasi personali. Azione, Italia viva e + Europa oscillano nei sondaggi su percentuali che vanno dal 2,5 al 4 per cento ciascuno, sempre sotto o poco sopra alla soglia di sbarramento prevista dalla legge elettorale per le europee fissata al 4 per cento. Senza accordi, insomma, si rischia il paradosso: un’area politica che sommata i sondaggi danno sopra il 10 per cento delle preferenze, divisa in tre liste, rischia di rimanere senza eletti. Non è un caso che, come raccontato da questo giornale, anche a Bruxelles ci sia grande preoccupazione.

Azione però, dopo il divorzio (con tanto di stracci rumorosamente volati) di qualche mese fa, ha imposto una moratoria su Matteo Renzi: “Con lui mai!”. “Per noi – ribadisce al Foglio Richetti – è impossibile un’alleanza con Iv, lo dico senza polemiche, ma non si possono commettere due volte gli stessi errori”. Anche perché – è il messaggio che fanno passare da Azione – Renzi ormai non fa più parte dell’area riformista-liberale. “Da quando ha dato vita al progetto del ‘Centro” guardando a Mastella e altri ex Dc direi che si tratta di un’altra cosa”, dice Richetti. “D’altronde l’altro giorno Cottarelli ha parlato solo di Azione e + Europa”. E però gli sgarbi nella galassia riformista li hanno fatti e subiti un po’ tutti. Un pezzo di + Europa, ad esempio, non ha dimenticato la giravolta di Carlo Calenda che, prima delle elezioni politiche, ha fatto saltare in poche ore l’accordo con il Pd di Enrico Letta e +Europa proprio per correre insieme a Italia viva e Matteo Renzi (con Calenda candidato nello stesso seggio uninominale di Emma Bonino, così regalato al centrodestra).

“Tutti dovremmo metterci questi incidenti alle spalle, non guardare all’Italia, ma all’Europa che rischia l’avanzata della destra sovranista. Siamo tutti dentro Renew anche per questo, si può partire dal documento di Emma per fare una lista che massimizzi i consensi in quest’area”, dice il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova nel difficilissimo ruolo di mediatore tra i due litiganti. “Tutti - ribadisce - devono superare quello che è successo per un obiettivo politico comune, è la scelta più seria e intelligente anche a livello di strategia elettorale, non si può fare una campagna fratricida”.

Ma Calenda, sordo alle pressioni di +Europa, continua intanto a lavorare alacremente al suo Terzo polo senza Renzi. Oltre all’abbordannaggio del partito di Bonino e Riccardo Magi, sta cercando di mettere insieme una rete di sigle e associazioni da condurre in una lista unica. Ci sarà l’associazione Per degli ex renziani Ettore Rosato e Elena Bonetti, Volt, i socialisti liberali, ma anche Nos, il movimento fondato da Alessandro Tommasi, ex manager di Air Bnb e Lime, ma soprattutto fondatore di Will, pagina di informazione social, che su Instagram può contare su oltre 1,6 milioni di seguaci. “Ha dato vita a una piattaforma molto interessante, ha partecipato come relatore alla nostra scuola di politiche, era al nostro congresso e all’assemblea di Azione, se vorrà esserci sarà senz’altro un valore aggiunto”, dice Richetti.