l'intervento

Abascal, l'amico marziale di Meloni: “Frainteso su Sanchez a testa giù”. Poi la premier gli chiama l'applauso

Simone Canettieri

Il leader di Vox ad Atreju vola basso e usa toni più morbidi: "La sinistra ha manipolato le mie parole su Sanchez". Alla fine Meloni sale sul palco con lui: "Lavoreremo insieme per un'Europa diversa"

Non è l’amico geniale, ma quello marziale. Santiago Abascal, leader di Vox, parla cinque minuti cinque qui alla festa di Atreju. Giusto per smentire la frase un po’ violenta su Pedro Sanchez che sarà appeso per piedi dagli spagnoli. Il leader dell’ultradestra è l’ospite più atteso oggi. Ma evidentemente gli hanno detto o consigliato di volare basso. E così smentisce la frase, fa un po’ di vittimismo contro la sinistra e i media e dice che è stato frainteso. Con lupetto esistenzialismo, dopo aver salutato Giorgia Meloni nel retropalco, Abascal dice: “Bentornato orgoglio italiano”. E sono applausi telefonati. “La sinistra ha manipolato le mie parole su Sanchez. La sinistra manipolerà sempre le nostre parole, mentirà sempre sulle nostre intenzioni e occulterà la verità. So che questa manipolazione è arrivata in Italia e voglio dire che non auguro a nessuno, nemmeno a un corrotto e un traditore di essere appeso per i piedi. Mi ripugna e mi ha sempre ripugnato quando questo è avvenuto nella storia. Queste cose piacciono a chi non rispetta vita umana, come noi, dal concepimento fino al termine naturale", dice replicando alle accuse che in questi giorni lo hanno preceduto qui a Castel Sant’Angelo.

Santiago dà del traditore a Sanchez e dell’amica a Meloni, l’unica che, spiega, l’ha difesa. Dura tutto molto poco. Intanto nel retropalco arrivano Antonio Tajani, popolare non vicinissimo proprio ad Abascal, e Matteo Salvini, che da qui ha rispedito indietro con un calcione l’approvazione della ratifica del Mes. Abascal non fa sognare, al contrario di un’altra ospite che piomba a sorpresa: Anna Falchi. Visto che l’intervento è stato così così, compare Meloni sul palco con Abascal: “E’ nostro amico. Con Santiago lavoriamo da tanti anni assieme e continueremo a farlo per creare un'Europa diversa. Facciamogli un applauso”. Yo soy Giorgia. 

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.