L'incontro

Landini sbarca a Bruxelles per vedere "il federatore" Gentiloni 

Pietro Guastamacchia

Il sindacalista e l’ex premier si sono visti per parlare della battaglia contro il ritorno all’austerità, ma non è secondario il fatto che il Commissario Ue abbia incontrato proprio chi da mesi muove passi verso una possibile candidatura

In Italia è caccia grossa al “federatore” e la notizia arriva a Bruxelles agitando il dicembre delle opposizioni italiane all’Eurocamera. I rumors che arrivano da Roma parlano chiaro, il profilo del candidato ricercato sembra disegnato apposta per calzare su una persona sola: il commissario Paolo Gentiloni, che non a caso si è chiuso nel massimo riserbo. Zero commenti anche sul colloquio con lo “scout” Landini, arrivato a Bruxelles da Roma per attaccare “l’autoritario” Salvini e la sua “inaccettabile precettazione”, ma anche per incontrare i titolari dell’agenda economica a Bruxelles che, vuole il caso,  sono anche due dirigenti Pd, Irene Tinagli e proprio lui, il Commissario Ue all’Economia, Paolo Gentiloni.

Al centro dell’incontro tra il sindacalista e l’ex premier ufficialmente solo la battaglia contro il ritorno all’austerità per la riforma del patto di stabilità “abbiamo voluto esprimere a lui questa nostra preoccupazione e non è secondario che la prossima settimana ci sia una manifestazione di tutti i sindacati d’Europa proprio qui a Bruxelles”, ha spiegato Landini. Ma non è secondario neanche che di tutti i sindacati d’Europa, Gentiloni abbia incontrato proprio quello italiano, e proprio quel leader sindacale che ormai da mesi muove passi verso una possibile candidatura a Bruxelles.

L’esito della missione del messaggero Landini rimane segreto ma all’Eurocamera la cosa non passa inosservata. Dal Pd fanno spallucce, “non vedo ragioni di mettere in discussione in questo modo la segretaria” commenta scorrendo via una eurodeputata dem del nord, “questa storia di Gentiloni ha un po’ il retrogusto della sparata da salotto romano” si lasciano scappare degli addetti ai lavori del gruppo Dem. Dai commenti stizziti sembrerebbe quasi che più che una strategia elettorale i boatos sul federatore possano essere degli avvertimenti a Schlein, che nei sondaggi si avvicina sempre di più ai colleghi-competitors del Movimento 5 Stelle.

Per i pentastellati invece “se si va uniti al voto rischiamo di prendere molti meno voti, conti alla mano, questa è un’idea che non ha senso”, commentano dalla delegazione M5s a Bruxelles. Sulla persona però nessuna pregiudiziale, anzi, i rapporti Conte-Gentiloni sono ottimi, raccontano, Gentiloni è stato il Commissario Ue scelto dal Governo Conte II e Conte il combattente degli eurobond che spalleggiato dal l’ex premier italiano ha piegato la resistenza di Berlino, certo sembra un’era fa ma è indice che i due di strada assieme hanno fatta.

Qualcuno intanto guarda con interesse all’altro possibile federatore, il sindaco di Milano Beppe Sala, più volte ospite a Bruxelles, l’ultima per la sua battaglia trasversale, molto federativa, per le registrazioni degli atti di nascita delle famiglia arcobaleno. “Operazione da tenere d’occhio quella di Beppe, molto meno salottiera di Gentiloni”, commenta a sorpresa un eurodeputato meneghino della compagine di governo. Idea che a Sala non dispiace infatti, a differenza del Commissario Ue che sceglie la strada del silenzio, il sindaco a tarda sera commenta “credo che il tema di federare ci stia tutto è quello che sto cercando di fare a Milano con la giunta”. All’Eurocamera intanto è partito il count down per le elezioni, “in sei mesi gli europei andranno a votare per eleggere i loro rappresentanti”, spiega il portavoce dell’Eurocamera in un briefing pensato per aprire ufficialmente la stagione elettorale. E tra gli escamotage per rendere più sexy la corsa all’election day europeo anche un vero dibattito presidenziale in primavera tra gli spitzenkandidat dei relativi partiti. Candidati che però a sei mesi dalle elezioni ancora non ci sono. I popolari infatti pendono dalle labbra di von der Leyen e attendono una sua decisione menre socialisti invece sono alla ricerca del profilo adatto. Altra battuta di caccia dunque, e al congresso socialista a Malaga tra i nomi era emerso, ancora una volta, quello di Gentiloni: per federare questa volta i partiti socialisti di 27 stati membri, compito forse più facile di mettere insieme le due opposizioni italiane.