il personaggio

Un nuovo episodio dell'eterno (quasi) ritorno di Dibba

Tra bandiere palestinesi e accuse di "terrorismo di stato" a Israele, Alessandro Di Battista presenta a Napoli il suo non-ancora-partito "Schierarsi". Liscia il pelo ai duri e puri del M5s. E spernacchia Di Maio: "C'è da far nascere tante piazze. Voglio crearne una a Pomigliano D'Arco"

Enrico Cicchetti

"Credetemi!". Lo ripete spesso Alessandro Di Battista, un po' guru un po' venditore porta a porta. È sul palco del Cineteatro La Perla di Napoli per presentare la sua nuova creatura: "Schierarsi", associazione culturale, non-ancora-partito. Ma non si sa mai. "Valuteremo l'eventuale trasformazione dell'associazione. Non posso partire con l'idea di presentarmi alle elezioni politiche. Come non posso escluderlo". Credetegli. E occhio a chi pensa a un nuovo giro di "parlamentarie" o roba simile, ché in caso "le candidature le decido tutte io", scherza, non si sa quanto seriamente. Così l'altro ieri, davanti a una bandiera palestinese, Di Battista ha snocciolato i temi del nuovo progetto di cui è vicepresidente (il capo è il 26enne Luca Di Giuseppe), che sono poi quelli del grillismo d'antan, dal più innocuo scontrinismo ("Le spese sostenute per struttura e organizzazione sono documentate e regolarmente rendicontate”, spiega online il tesoriere Danilo Puliani) alla sanità pubblica, dal contrasto ai "poteri forti" fino alla questione pacifista. Dibba apre il suo intervento chiamando un applauso pro Gaza e contro "il terrorismo di stato che sta commettendo Israele". Alè. Poi c'è la Nato e gli amerikani che ci hanno tolto sovranità, i poteri forti, l'Ucraina e compagnia cantante.  

 

Insomma, dopo il "Partito popolare del nord" di Roberto Castelli, il movimento di Gianni Alemanno "Indipendenza" e il ritorno in politica di Nichi Vendola, ecco l'ennesimo (quasi) ritorno anche di Dibba. Del resto l'aveva detto già ad aprile scorso. "Finirò il mio lavoro - perchè io lavoro - tornerò in Italia e vedrò che succede. So di avere un potere contrattuale che mi sono guadagnato anche con delle rinunce". Oggi, dice, non gli "manca minimamente il Palazzo. Se qualcuno pensava la stessi usando per riposizionarmi, bé, io ho una qualità di vita alta. Non sto creando un'associazione per utilizzare gli iscritti e andare a bussare ai partiti, dicendo 'conto su tot persone quel posto me lo dai'. Io sono disinteressato alla mia carriera personale". Credetegli.

 

Non esita però a levarsi qualche sassolino: Il M5s? "Scurdammoce 'o passato", qui si pensa al futuro: “C’è da far nascere tante piazze, io personalmente voglio crearne una a Pomigliano D’Arco". Pernacchietta all’ex gemello diverso Luigi Di Maio, oggi ingessato diplomatico Ue nel Golfo. Per capire però se ci sarà o meno spazio per Dibba nel M5s l'appuntamento sarà il post-Europee. Bisognerà vedere i numeri di Giuseppe Conte, che parrebbe non godere di grande stima da parte dell'Eletto di Sant'Ilario. C'è da crederci.

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  • Enrico Cicchetti
  • Nato nelle terre di Virgilio in un afoso settembre del 1987, cerca refrigerio in quelle di Enea. Al Foglio dal 2016. Su Twitter è @e_cicchetti