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Il provvedimento

Amendola (Pd): “Bene l'uscita dal regime di tutela”

Giuseppe De Filippi

L'ex ministro dem non sembra entusiasta della scelta di contrasto del suo partito e resta convinto che l'impegno del Pnrr sulla liberalizzazione andasse rispettato

 “L’uscita dal regime di tutela andava fatta, perché faceva parte degli accordi europei e specificamente di quelli sul Pnrr, ma con più programmazione e organizzazione, non di botto come se ci fossimo svegliati all’improvviso per questo provvedimento, le riforme vanno preparate prima e gestite dopo, altrimenti sembra solo una conversione non credibile e non fondata”. Enzo Amendola, con più esperienze di governo in questioni europee, parte da una critica di metodo (che diventa di merito) al governo e poi però non sembra entusiasta neppure della scelta di pieno contrasto decisa dal Pd. “Non è stata una mia decisione e si tratta di una scelta della segreteria sulla quale non do giudizi, anche perché bisogna leggere prima bene i documenti governativi e approfondire il punto politico sollevato dalla segreteria. Però resto convinto che gli impegni europei vadano rispettati. Certo, si doveva partire prima, mantenendo in tutto lo spirito originario del Pnrr, per tutto ciò che comporta. Non si può diventare europeisti all’improvviso, venendo da una destra che il Pnrr lo contestava e non lo voleva”. Ma è possibile ora provare a gestire il provvedimento ancorché inatteso con una gradualità che mantenga gli obiettivi europei? “Ripeto, le carte vanno lette e bisogna capirle bene, dopo si vedrà. Ma c’è uno strano clima politico se, come mi è successo giorni fa, devo sentire strillare dai banchi della destra già noeuro che qualcosa vada approvato perché, testuale, ce lo chiede l’Europa”. 

 

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