Passeggiate romane

Europee, rischio per tutti. Governatori tentati dal terzo mandato

Secondo i sondaggi del Nazareno, se Schlein si presentasse alle europee farebbe aumentare i consensi del Pd. IMa i grandi raccoglitori di voti nei territori non hanno ancora deciso se candidarsi. Il voto è un banco di prova insidioso per Salvini, mentre nel campo del fu Terzo polo le cose vanno maluccio

Quasi a ogni intervista viene chiesto alla segretaria del Partito democratico Elly Schlein se si candiderà o meno alle elezioni europee e se, in caso decida di scendere in campo, sarà capolista in tutte le circoscrizioni. La leader del Pd, a ogni intervista, riesce a svicolare dalla domanda, senza fornire nessuna informazione. Ma la verità è che al Nazareno già da tempo hanno commissionato dei sondaggi per vedere che cosa accadrebbe se Schlein si presentasse. E stando alle rilevazioni raccolte finora, la segretaria del Partito democratico farebbe aumentare i consensi dei dem. Un particolare questo tutt’altro che trascurabile, soprattutto perché i grandi raccoglitori di voti nei territori pare che non abbiano ancora deciso se candidarsi o meno alle europee. Non lo ha deciso Stefano Bonaccini che è ancora incerto sul da farsi: Strasburgo o un terzo mandato in Emilia Romagna? Già, perché se è vero che Schlein è contraria (lo ha dichiarato più volte ) al terzo mandato, è anche vero che alla segretaria dem sarebbe difficile dire di no al presidente del partito. E’ tentato dal terzo mandato in regione anche il governatore della Puglia Michele Emiliano. E l’eventuale assenza di questi due pezzi da novanta alle elezioni potrebbe comportare un problema. Tanto più che in Toscana pare non ci sia nessun esponente di spicco in grado di convogliare molti consensi. Eugenio Giani non viene visto di buon occhio da una parte dei suoi corregionali e lo stesso dicasi di Dario Nardella, per quanto riguarda Firenze. Le new entry di Schlein poi non hanno ancora la popolarità sufficiente per portare voti. La candidatura della segretaria in tutte le circoscrizioni potrebbe quindi diventare una prospettiva inevitabile. 

  

Sempre a proposito di europee, nel campo del fu Terzo polo le cose vanno maluccio. Matteo Renzi stringe accordi con Clemente Mastella, guarda a Maurizio Lupi, insomma, si dà un gran daffare ma è altamente improbabile che riesca a strappare il 4 per cento necessario per le elezioni europee. Non sembra trovarsi meglio il suo ex sodale Carlo Calenda. Anche Azione, con tutto che il suo leader va ancora bene nei sondaggi che lo riguardano personalmente, difficilmente potrà superare la soglia del 4 per cento. E per Calenda trovare possibili alleati è complicato. Più Europa, con cui ha rotto malamente all’epoca delle elezioni politiche, non vuole saperne di tornare ad allearsi con lui. Né, del resto, il leader di Azione intende compiere dei passi indietro e cercare un’alleanza anche solo elettorale con Renzi. 

 

Sembra invece rinfrancato dai sondaggi Giuseppe Conte che, non a caso, in questo periodo appare piuttosto baldanzoso. Ma il sorpasso sul Partito democratico, stando sempre ai sondaggi, è un sogno a cui il leader del Movimento 5 stelle sembra dover definitivamente rinunciare. 

 

Raccontano che nella Lega più d’uno, anche tra gli uomini a lui fedeli, abbia espresso qualche perplessità sulla decisione di Matteo Salvini di andare avanti come un carro armato contro lo sciopero del 17 novembre. Ma il leader è convinto che queste sue prese di posizione, insistite e continuate, gli arrechino voti in vista delle elezioni europee, perciò Salvini rinuncerà difficilmente a quel  tipo di comportamenti che ha deciso di adottare ormai da qualche tempo in qua. Anche per lui, però, come per diversi leader, le europee rappresentano un banco di prova insidioso. Se la Lega non dovesse andar bene, infatti, i rumori che finora fanno da sottofondo potrebbero diventare più forti e la sua leadership potrebbe cominciare a scricchiolare.

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