Sindacati e conti pubblici

La Cisl non ci sta. Sbarra risponde a Landini: “Manovra positiva”

Gianluca De Rosa

"L'unità sindacale noi la chiediamo su un cammino riformista con un patto sociale con governo e sistema delle imprese", dice il segretario rispondendo a Landini e Bombardieri, i colleghi di Cgil e Uil che vorrebbero una mobilitazione comune contro la legge di Bilancio

 Segretario Luigi Sbarra, ha ragione Landini  che annuncia la disponibilità a uno sciopero generale contro una manovra “sbagliata, inadeguata, insufficiente e rinunciataria”? Che cosa rispondete a lui e al segretario della Uil Pierpaolo Bombardieri che auspicano una mobilitazione comune? “Proprio oggi pomeriggio – risponde il segretario della Cisl – ho scritto loro  spiegando che aspettiamo di leggere il testo definitivo prima di esprimere un giudizio completo, ma se quello che è emerso in questi giorni fosse confermato per noi si tratta di una manovra non priva di elementi positivi, per cui ci siamo battuti unitariamente in questi mesi di trattativa con il governo. Misure che la Cisl si intesta, ma mi lasci dire una cosa”. Dica pure. “Anche noi aspettiamo da Cgil e Uil una risposta sulla necessità di contrattare un patto sociale con governo e sistema delle imprese per mettere come priorità crescita e sviluppo sostenibile, riforme e rilancio degli investimenti, valorizzazione delle relazioni sindacali, della partecipazione e della democrazia economica. Piena disponibilità se vogliono ritrovarsi su un cammino riformista”. Insomma, più che mobilitazioni ai colleghi segretari Sbarra propone una maggiore collaborazione con il governo e le aziende, anche se la Cisl, condivide con gli altri sindacati preoccupazioni sul lato della previdenza pensionistica. “Rileviamo – dice il segretario – misure restrittive per le uscite pensionistiche. Il governo ci aveva assicurato che nel collegato alla manovra si sarebbe tenuto conto delle nostre sollecitazioni. Chiediamo di dare un segnale forte sulla pensione contributiva di garanzia per i giovani, di salvaguardare l’ape sociale, di sostenere la previdenza  complementare e mettere in campo misure di flessibilità più incisive”. Ma per il resto, la manovra convince la Cisl. “E’ importante  la proroga per il 2024 del taglio del cuneo contributivo,  così come cominciamo a registrare i primi segnali positivi della riforma fiscale con l’accorpamento delle prime due aliquote Irpef”, dice Sbarra. “Consideriamo ottimo lo stanziamento di 8 miliardi  per il  rinnovo dei contratti pubblici e per il sistema sanitario e l’impegno di assicurare entro dicembre un anticipo contrattuale economico ai lavoratori pubblici . Quest’ultimo è un aspetto molto positivo per sostenere la tutela del potere di acquisto . Il governo ha anche confermato l’indicizzazione delle pensioni fino a quattro volte la minima, rafforzando l’importo al 90 per cento nello scaglione successivo. Siamo soddisfatti anche per lo stanziamento alle famiglie di un miliardo, che rafforza l’assegno unico e migliora i congedi parentali, a cui si aggiunge l’azzeramento della contribuzione a carico delle lavoratrici con figli e gli sgravi sugli asili nido dal secondo figlio. Tutte misure che vanno incontro alle richieste della Cisl”.  Eppure la Cgil contesta. Sul cuneo parla di misure “in deficit e a tempo”, mentre l’ accorpamento delle aliquote è considerato “regressivo e dai benefici impercettibili”, si tratta in effetti al massimo 260 euro in più all’anno in busta paga. Risponde Sbarra: “Occorre un approccio realistico, l’alternativa al deficit era probabilmente zero misure di coesione, considerando che la manovra vale 24 miliardi. La coperta è corta a causa del rallentamento del ciclo economico, dei conflitti internazionali e delle ripercussioni negative sui conti pubblici del rialzo dei tassi, con 13 miliardi in più il prossimo anno di soli interessi sul debito. Detto questo, la riduzione del cuneo è in linea con le richieste unitarie, certo, non è un provvedimento strutturale, ma è un risultato concreto, frutto della nostra mobilitazione. E’ un fatto che un sindacato serio ed autonomo dalla politica deve saper valorizzare in un momento di una inflazione ancora galoppante”. 


Se sulla manovra non si sa se con Cigl e Uil vi troverete del tutto d’accordo, c’è una cosa che vi sta unendo in queste ore. La situazione dell’ex Ilva. Che sta succedendo? “E’ una situazione di grave immobilismo”, si sfoga Sbarra. “Le nostre categorie fanno bene a mobilitarsi. L’azienda non sta investendo negli impianti, negli interventi di  ambientalizzazione, nè sostiene la produzione, oggi ai minimi storici. Va superata l’assurda anomalia per cui i Mittal sono in maggioranza e lo stato ci mette i soldi. Bisogna richiamare il socio privato alle proprie responsabilità, rilanciare produzione e salvaguardare tutta l’occupazione, evitando il deperimento strutturale della filiera siderurgico. Sarebbe un disastro per il paese, specialmente in questa fase di riorganizzazione delle catene globali del valore”.