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Editoriali

La mission impossible del Cnel sul salario minimo

Redazione

Approvata la prima parte del testo che verrà consegnato al governo, e che espone l’esito dell’istruttoria tecnica. L’obiettivo resta un testo condiviso

Il Cnel procede a grandi passi per portare a termine l’incarico ricevuto dalla premier Meloni sul salario minimo. L’assemblea ieri ha esaminato la prima parte del testo che verrà consegnato al governo, e che espone l’esito dell’istruttoria tecnica. La seconda parte, con le proposte, sarà varata in settimana, per infine essere presentare il 12 ottobre all’assemblea, che dovrà esprimere il suo voto su un documento complessivo. Lo schema illustrato nelle 24 pagine del testo si potrebbe riassumere così: il salario minimo in Italia non è strettamente necessario, ma se proprio lo si volesse introdurre occorrerebbe, per prima cosa, fare chiarezza su cosa sono, e come sono composti, i salari e anche gli stessi contratti che li regolano.

Non che manchino i dati, anzi. Ma appunto perché il materiale è moltissimo, e talvolta in contraddizione, si “impone una scelta di metodo relativa alla individuazione di chiavi di lettura e criteri attendibili per una loro analisi ordinata e condivisa”. E ancora: “Dieci anni di dibattito pubblico e analisi scientifiche non sono stati sufficienti a chiarire tutti gli aspetti del problema, e a trovare punti di convergenza”. Al di là degli aspetti tecnici del documento, è comunque chiaro l’obiettivo politico del Cnel: arrivare un testo finale “ampio e inclusivo”, evitando di riproporre all’interno del Consiglio le divisioni che si sono registrate all’esterno. “E’ questa l’unica strada – afferma il documento – per sviluppare conclusioni e proposte che possano essere realmente utili a contribuire a un avanzamento del dibattito e della conoscenza della materia”.

Per questo, al momento, ci si limita all’analisi. Che non è stata, peraltro, condivisa dalla Cgil: in commissione ha votato contro, mentre la Uil, pur condividendo il testo, si è astenuta. L’assemblea ha comunque “preso atto” del documento, attendendo le successive elaborazioni e auspicando che possano mettere tutti d’accordo. Non sarà facile arrivare a una proposta condivisa, ma il presidente Renato Brunetta lavora per riuscirci.

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