L'assalto all'Auditorium

Sudori freddi nel Pd romano. La destra sta prendendo la Festa del cinema

Gianluca De Rosa

Protagonisti Cortellesi, Ozpetek, Luisa Ranieri. Anna Magnani come copertina. Per fine ottobre si preannuncia una festa autarchica. E il deputato di FdI  gongola: "E' questa la forza di Roma"

“Ottimo, davvero ottimo l’omaggio ad Anna Magnani. E’ l’icona di un cinema italiano senza lustrini radical chic e senza senso di inferiorità, che andò in America a prendersi l’Oscar senza dover dire grazie a nessuno”. Federico Mollicone, deputato di FdI e presidente della commissione Cultura di Montecitorio, è in pieno gongolamento. Ha apprezzato, eccome se ha apprezzato, l’immagine scelta come copertina della prossima edizione della Festa del cinema di Roma. E’ una foto “de Mamma Roma” Anna Magnani. Metonimia di un’idea di festa che riscopre l’orgoglio nazionale: tutto italiano insomma. Sulle schiene degli esponenti del Pd romano scorrono sudori freddi. Il fattaccio è avvenuto. Ancora peggio, sta avvenendo. Il centrodestra, con passo felpato e deciso, sta per prendere l’ultima roccaforte dem: la festa del cinema di Roma all’Auditorium appunto, la creatura di Goffredo Bettini e Walter Veltroni, conservata dai dem capitolini con la stessa cura che si dedica a un figlio.


E pensare che proprio a colpi di ragionamenti strapaesani l’anno scorso fu il Pd a mandare via il docente di cinema dalla rubrica pirotecnica Antonio Monda. Troppi Tarantino, De Niro, Meryl Streep. Troppo cool e poca sostanza, si diceva allora. “Serve invece un festival più diffuso, in grado di valorizzare il cinema italiano, che non si limiti alle passeggiate sul red carpet”. Tanto rumorosamente si rimuginava nel Pd romano che alla fine il sindaco Roberto Gualtieri si era convinto: dopo sette anni via Monda, dentro il critico Gian Luca Farinelli e la dirigente di Rai Cinema Paola Malanga. Ma adesso, per una fatale eterogenesi dei fini, quegli stessi argomenti stanno facendo disperare i democratici: sono diventati i grimaldelli inforcati da Mollicone e gli altri per prendersi la festa. Il centrodestra, d’altronde, ha espugnato la Regione Lazio e governa il paese: controlla dunque due dei soci finanziatori della fondazione che organizza il festival, e per questo ha deciso di tentare l’assalto.

 

A luglio è stato il governatore Francesco Rocca a dare le prime avvisaglie: ha fatto sapere che la festa, così com’è, non andava bene, confermando però il finanziamento regionale di quasi un milione. Poco dopo la sottosegretaria leghista alla Cultura Lucia Borgonzoni ha spiegato in un’intervista alla rivista Fortune come: “La festa del cinema di Roma deve trovare sempre più una sua identità. Non può essere in competizione con Venezia, deve aumentare il suo carattere di festa diffusa, tra la gente. Venezia ha una vocazione internazionale  chiara, Roma la sta cercando e sono sicura che la troverà”. Più informalmente la questione è stata spiegata anche al presidente Farinelli, al quale ascoltare conviene. D’altronde in tempi brevi potrebbe liberarsi la poltrona di direttore artistico della Biennale cinema (la fondazione che organizza la mostra del cinema di Venezia) e lui potrebbe essere il candidato perfetto per la successione. Insomma, le sortite hanno avuto il loro effetto. Lo dicono le prime anticipazioni sulla kermesse che quest’anno si terrà tra il 18 e il 29 ottobre. Sarà un evento dai toni minori, ma, come piace a destra, totalmente autarchico.  E non solo per l’immagine della Magnani scelta come copertina. A inaugurare la festa il primo film alla regia di Paola Cortellesi, poi l’anteprima del nuovo film di Ferzan Ozpetek “Nuovo Olimpo” con attrice protagonista Luisa Ranieri (moglie dell’altro Zingaretti, Luca aka commissario Montalbano). Poi, un docufilm dedicato ad Adelmo Fornaciari, in arte Zucchero, mentre il  premio alla carriera andrà a Isabella Rosellini. Tutto fatto in casa. Mollicone infatti è soddisfattissimo. Al Foglio dice: “Siamo certi che Farinelli stia facendo il massimo per  la ricerca di una identità specifica rispetto a Venezia e Torino, con maggiore coinvolgimento del territorio da via Veneto, alla Casa del cinema a Cinecittà luoghi totemici del cinema italiano ove tutto nacque. È questa la vera forza di Roma e del suo rapporto con il cinema. Ho grandissima fiducia”.