Schlein non sceglie tra Emiliano e Decaro. E allora cita Alexander Langer e Tina Anselmi

Gabriele De Campis

La leader dem torna in Puglia a dieci giorni dal comizio salentino a Torre Suda. E va in tour tra Bari, Taranto e Barletta, alla festa di Sinistra italiana. Attacca la destra e il ministro Fitto sul Pnrr  ma non dice nulla sul terzo mandato dei governatori, bivio che congela il futuro dello sceicco e del presidente nazionale Anci 

Elly, a rischio di diventare pugliese d’adozione, non sceglie tra i dioscuri Michele Emiliano e Antonio Decaro. La leader del Pd torna in Puglia a distanza di dieci giorni dal comizio a Torre Suda per la festa dell’Unità. Il partito le predispone una agenda da maratoneta. Convegno extralarge a Bari su autonomia e Pnrr, pranzo con Michele Emiliano, pomeriggio a Taranto e serata a Barletta per festa di Sinistra italiana con Nicola Fratoianni.

Schlein, quasi marcando stretto la premier Giorgia Meloni che nel Tacco d’Italia c’è rimasta due settimane ad agosto, torna in una regione chiave per il Sud  e gli equilibri interni (vedi alla voce cacicchi) ma non si schiera nella sotterranea diatriba che vede ibernate le aspirazioni di Antonio Decaro, presidente Anci e sindaco di Bari, pronto a succedere a Michele Emiliano alla guida della Regione, mentre lo sceicco amoreggia con il vicepremier Matteo Salvini (ha dichiarato di sottoscrivere interamente il suo discorso all’inaugurazione della Fiera del Levante) per ottenere il via libera al terzo mandato. La poltrona della presidenza sul lungomare di Bari non può essere per due e alla fine il primo cittadino, intervenuto dopo un bagno a Pane e pomodoro (“Altro che armocromia, vengo da una mattinata di baby dance” scherza sul palco in maglietta e sneaker rosse), non ha altra strada che attrezzarsi su sei regioni per la corsa delle Europee…

Nella relazione che chiude la mattinata di lavori su riforme e fondi Ue, la Schlein non proferisce parola sull’eventualità di un tris alle regionali (in passato era stata fermamente contraria) ma attacca a testa bassa l’esecutivo Meloni: “perde tempo sul Pnrr”, “ha creato incertezza nei sindaci con la rimodulazione”, “togliendo risorse alla rigenerazione urbana non consente di ricucire il Paese”, “taglia fondi per il dissesto idrogeologico”. Davanti ai trecento dem (con tanta Cgil e mondo delle associazioni per i diritti) Elly elogia il Pd locale per il lavoro sul campo largo (dai civici a 5S e sinistre) e santifica Paolo Gentiloni dicendo che non ci sarebbe stato il Pnnr “senza la sua intuizione della necessità di investimenti per le sfide cruciali future”. 

Poi spazio alla riabilitazione del “ma-anchismo”. Elogia Confindustria Puglia, annuncia un lavoro per un piano industriale che manca da tempo e cita Alexander Langer: “La conversione ecologica potrà affermarsi soltanto se apparirà socialmente desiderabile”. Nel crescendo finale c’è spazio per una bordata contro il ministro del Pnrr salentino: “Sui fondi Ue a destra è buio Fitto”. Il plauso “equivicino” a Big Mike per la spesa dei fondi Ue (ma sul Psr è stato più volte salvato dalle inefficienze proprio da Fitto e dal dem De Castro), e Decaro (“Bari città trasformata dalla vostra cura”), la citazione contro l’autonomia di Tina Anselmi (“bisogna curare i poveri come i ricchi, no alle due Italia”)”. Applausi e tutti che scappano via per andare a godersi il pranzo domenicale o la giornata conclusiva della Fiera del Levante (una specie di super festa patronale tra bancar

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