il personaggio

Vannacci: "Faccio il soldato ma non chiudo la porta alla politica"

Presenta il suo libro a Roma, non rivela il numero di copie vendute ma annuncia che presto la pubblicazione sarà tradotta in altre lingue. "Il generale è il nuovo Spartaco che spezza le catene del politicamente corretto", dicono i suoi fan. E lui strizza l'occhio alla politica

Giorgio Caruso

"Se il libro ha avuto un grande successo è possibile che la stragrande maggioranza degli italiani non si riconosca nella Shoah, non si riconosca nell'immagine ultra moltiplicata dal punto di vista statistico di questo mondo non eterosessuale. Perché per raggiungere la massa critica hanno messo insieme delle anime che hanno poco in comune: un omosessuale e invece una persona che riconosce se stessa con un sesso diverso sono due cose totalmente diverse e invece le abbiamo messe insieme con lo scopo strumentale di raggiungere una massa critica che possa avere un'influenza". Così il generale Roberto Vannacci presentando il suo contestato libro "Il Mondo al contrario", ieri sera a Roma all'evento organizzato da Nazione Futura dal titolo: "Libertà al contrario. Perché difendere la libertà di parola contro ogni censura".

Il militare ha parlato del mondo Lgbt, di come la minoranza del paese possa influenzare l'opinione critica. Alla platea ha ribadito: "Faccio il soldato, continuerò a fare il soldato ma non mi chiudo le porte di fronte a nessuna alternativa perchè non sarebbe saggio farlo". Si pente di qualcosa che ha scritto? "No, quello che ho scritto lo riscriverei anche oggi", risponde Vannacci. 

Non rivela il numero di copie vendute in queste settimane in cui il suo libro è arrivato primo in classifica sul catalogo Amazon, ma ci racconta che presto la pubblicazione varcherà i confini nazionali: "Ho avuto richieste dalla Romania, Spagna, Germania, Canada e Francia".

Meglio fare lo scrittore, dunque, che il generale? "Meglio fare il militare che lo scrittore – risponde – la mia passione è portare le stellette".

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