A bari

Alla Fiera del Levante, Salvini conferma che sarà una Manovra austera e apre al terzo mandato di Emiliano (e Zaia)

Gabriele De Campis

“Nella legge di Bilancio non ci sarà tutto per tutti. Per me ci potrebbe essere libertà di mandato. Decidono i cittadini”, ha detto il vicepremier, inaugurando la manifestazione in Puglia. E sul Pnrr fa contenti i sindaci: "Nessuna scelta sarà presa a Roma sulle spalle dei territori"

Poche parole sulla prossima Manovra senza sbracature e l’apertura al terzo mandato dei governatori, a partire da quello dello sceicco Michele Emiliano (ma c’è spazio anche per la nuova corsa del veneto Luca Zaia). Il vicepremier Matteo Salvini  ha inaugurato la Fiera del Levante di Bari - primo leghista ad aprire la Campionaria - con un discorso misurato, improntato al “fare”: la scelta di un approccio post-ideologico, anche per non alimentare scintille con la platea progressista, ha messo in sordina la riforma dell’autonomia per offrire un percorso unitario tra governo ed enti locali legato alle nuove infrastrutture, da realizzare anche con
l’acciaio realizzato a Taranto.

Dopo aver ringraziato i sindaci, ricordato la tragedia di Brandizzo, salutato Vito Pertosa, imprenditore leader di una holding nel
settore ferroviario, dell'aerospazio e della meccatronica digitale (“era con me a Tokyo al G7 dei trasporti”), il leader padano ha
fatto un passaggio netto sulla Manovra: “Nella legge di Bilancio non ci sarà tutto per tutti”. E ha scelto di declinare generici criteri
alla base del provvedimento: “Oggi siamo vicini al Marocco, noi abbiamo avuto poche settimane fa la tragedia dell’Emilia Romagna. La prima cosa che dobbiamo fare è dare un’idea di paese chiara”, salvo aggiungere che “puntiamo sul lavoro e sul costo della vita, chiedendo un sacrificio a chi ha di più per aiutare chi ha di meno”.

 

Ha difeso anche la ratio del decreto che tassa gli extraprofitti. La versione neoregionalista di Salvini è stata invece molto sbiadita.
Non ha mai pronunciato la parola “autonomia” ma sul Pnrr, entrando nel campo minato in cui si sta muovendo il collega di
governo Raffaele Fitto, ha annunciato che “nessuna scelta sarà presa a Roma sulle spalle dei territori”, strappando un applauso
anche a sindaci di sinistra in sala. Dopo ha chiarito che “le spese del Pnrr devono essere investite in progetti con cantieri che si
chiudono nei tempi stabili. Se si va lunghi dobbiamo spostare altrove le risorse. Penso e spero che Fitto stia lavorando a questo”.

Sulle grandi opere ha ricordato il dossier della Roma Napoli-Bari e soprattutto il ponte di Messina, da realizzare con l’acciaio dell’ex
Ilva: “Se l’anno prossimo avremo il primo cantiere della più grande opera pubblica internazionale, non dovremo prendere materie prime solo dall’estero”.

Ultime scintille nella giornata del capo del Carroccio. Salvini ha auspicato il superamento del numero chiuso per le facoltà di
medicina, e sulla “stramaledetta guerra” Ucraina-Russia ha elogiato Papa Francesco: “Ringrazio il Santo padre per le parole di
pace e lucidità che sta seminando dall'inizio del conflitto”. Infine ha aperto al terzo mandato per i governatori (sotto gli occhi melensi dello sceicco barese), alimentando di fatto un nuovo fronte con FdI che guarda in maniera fredda a questa ipotesi foriera di poche chance per i suoi uomini di guidare regioni del Nord: “Per me - ha chiosato il leader del Carroccio - ci potrebbe essere libertà di mandato. Decidono i cittadini”. La battuta finale ai giornalisti: “Ora viene Emiliano e vi presenta la sua ricandidatura…”.

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