Foto Ansa 

L'intervista

“La Spagna insegna a Meloni che si può fare a meno di Vox”. Parla Maurizio Lupi

Luca Roberto

Il leader di Noi Moderati: "Se ti presenti come una forza estremista, populista, l’elettorato si spaventa. E non solo non ti premia, ma ricompatta la sinistra". Lezioni alla maggioranza dal voto spagnolo 

“Le elezioni in Spagna ci dicono che se ti presenti come una forza estremista, populista, l’elettorato si spaventa. E non solo non ti premia, ma ricompatta la sinistra. Per questo Meloni adesso dovrà essere brava a ricondurre i conservatori a un ruolo di responsabilità, di forza di governo come sta facendo in Italia”. Secondo il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi la vittoria del Partito popolare e il tonfo di Vox alle elezioni di domenica segnalano un passaggio in particolare: “Rispetto a certi suoi alleati in Europa, Fratelli d’Italia è a uno stato di maturazione molto più avanzato. Se deve lasciarsi dietro Abascal, Morawiecki e gli altri? Di certo non è uno scandalo l’allargamento a pezzi di Ecr dell’attuale coalizione Ursula. L’importante è che anche nell’avvicinamento alle prossime elezioni europee sia chiaro da che parte si sta: dalla parte dell’Europa, dei diritti, dello sviluppo, di un’offerta politica moderata. E credo che il risultato spagnolo, che riafferma il Partito popolare come pilastro della politica europea, rilanci molto il modello italiano, dove Meloni ha dimostrato da subito di aver imboccato una strada di moderazione e responsabilità. Non solo a livello interno ma anche sullo scacchiere internazionale”. E in effetti ora che l’ultradestra a Madrid ha fatto cilecca, c’è chi vorrebbe che la Meloni capisse che per governare l’Europa di domani avrà bisogno, al dunque, di fare delle scelte. Con Abascal o con von der Leyen? “L’importante adesso è predisporre un programma serio per il governo dell’Europa. Perché il centrodestra italiano questo deve fare: cercare di completare il percorso di trasformazione intrapreso da questa Commissione”, analizza Lupi. Certo, notiamo noi, sarebbe difficile per la premier, qualora si prospettasse un von der Leyen bis, scegliere di non toccare palla pur di salvaguardare il rapporto con gli alleati di ieri. “E qui torniamo al punto di prima. Meloni avrà un compito molto importante: spingere gli altri a essere forze di una destra conservatrice ma non populista. Perché anche il caso spagnolo dimostra che il governo delle complessità lo si affronta con senso di concretezza, responsabilità, coscienza del bene comune, non con la semplice ideologia. E il contesto internazionale è troppo importante per chi non vuole restare isolato”.

Sembra un messaggio per chi nella maggioranza sia in grado di intendere. “Ma guardi che io parlo anche alla Lega. Perché è chiaro che anche loro saranno costretti a uno sforzo ulteriore, e il nostro auspicio è che alla fine confluiscano in una delle grandi famiglie europee”. Fatto sta che con il primo posto in Spagna (ma che riesca ad andare al governo del paese è tutta un’altra faccenda) il Partito popolare si è ricollocato al centro della politica del continente. “E ha ragione Tajani quando dice che è una bella notizia per la stessa Europa. Solo che da noi dobbiamo fare in modo di ricreare un’area popolare veramente competitiva dal punto di vista elettorale”. Non è Meloni la vera leader dei popolari italiani? “Il lavoro che ha dimostrato dal primo giorno di questo governo va in quella direzione di moderazione e responsabilità che tutti noi ci auspicavamo. Del resto è il vero marchio di fabbrica del centrodestra”. Insomma, Fratelli d’Italia si staccherà dai Conservatori per entrare in una coalizione larga? “Sono discorsi prematuri, tutto si deciderà tra un anno, dopo i risultati delle urne, ma credo che dobbiamo lavorare per un asse tra Popolari, Conservatori e liberali”.

Di più su questi argomenti: