di cosa parlare stasera a cena

In Spagna gli amici di Meloni hanno perso. Per sua fortuna

Giuseppe De Filippi

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Giorgia Meloni è fortunata. Se avesse vinto la guerra di Spagna per lei sarebbe stato un disastro. Invece l’estro degli elettori spagnoli e la forza del Psoe e di Pedro Sanchez l’hanno liberata da quell’altra Giorgia in cui spesso tendeva a incarnarsi, quella che strillava in spagnolo con voce roca, facendo un’assurda e inutile campagna elettorale in trasferta, e tentava di organizzare una sgangherata spallata da destra alle istituzioni europee. Ma la sua fortuna sfacciata l’ha liberata anche dai retrogradi di Vox, mentre piano piano casi personali e inadeguatezze varie stanno per liberarla di altri pezzi della politica italiana che non rimpiangerà.

 

Tutto sembra tramare per farne una leader accettata e accettabile in Ue e per offrirle una possibilità, un’occasione. È come se una politica obiettivamente innovativa per l’Europa, come lo sarebbe una specie di liberalismo di stampo conservatore, condito da una visione, appunto, europea (e perciò potabile) del nazionalismo, le stia cadendo addosso così, regalata dagli eventi. Mentre le parti ridicole in commedia le lascia a qualche ministro e quelle grottesche a qualche esponente di partito, riuscendo sempre a non esserne intaccata. E mentre il suo iniziale abbozzo di politica mediterranea prende forma, pur a fatica e con un po’ di imbellettamento, e mentre si consolida la linea di serietà e fedeltà atlantica sull’Ucraina.

 

Le prove, poi, arriveranno dalle scelte di politica economica. Ma un po’ di fortuna sembra che la tuteli anche su quel fronte. Tra azione sindacale in ripresa, a stemperare e correggere le questioni sociali aperte, e imprenditori attivi nella richiesta di scambi tra fisco e migliori trattamenti economici dei lavoratori, un po’ di crescita che non guasta, la Bce a fare da incassatore di critiche e catalizzatore di lamentele, senza che la credibilità dell’Italia sui mercati internazionali ne venga troppo danneggiata. Insomma, una serie di condizioni favorevoli e però trasformative. Fortuna e nuove strade che si aprono.

    

Le tre "cose" principali

Fatto #1

Dalla ragioneria generale intanto arrivano avvertimenti sulla mancanza di copertura di gran parte degli interventi proposti nella delega fiscale e nei primi progetti di politica economica su cui costruire la manovra. Voci che potrebbero portare al rinvio dell’avvicendamento alla guida della ragioneria, perché ora sembrerebbe un siluramento fatto per poter agire in modo sconsiderato sui conti pubblici. L’opposizione coglie il punto.

   

Fatto #2
 

In Spagna non è affatto escluso che si torni a un governo guidato da Sanchez, le trattative con i partiti catalani (eredi anche del recente tentativo di separazione dal Regno) sono cominciate e hanno fondamento. Seguite sempre Stefano Ceccanti per capire i meccanismi istituzionali spagnoli e poterne parlare a cena.

L’interlocutore, anche se lontano, resta Carles Puidgemont. Il leader catalano può anche scherzare sulla concomitanza tra richiesta di arresto e ruolo decisivo nella possibile formazione del governo

   

Fatto #3

L’Ucraina chiede maggiore sostegno antiaereo mentre la controffensiva procede lentamente. La questione del grano è ancora centrale

Vladimir Putin alza l’età per reclutare soldati

   

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