(foto Ansa)

il vertice

Meloni presenta il suo "Piano Mattei". E punta sulle convergenze con gli arabi

Luca Roberto

Domenica alla Farnesina la “Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni”. Presenti tra gli altri il presidente tunisino Saied e il primo ministro dell'Egitto Madbouly. Gli obiettivi del governo (e la road map per il futuro)

Sarà una “Conferenza internazionale su sviluppo e migrazioni” quella che il governo ha organizzato per domenica alla Farnesina. Una giornata di incontri con i principali leader nordafricani e del mondo arabo il cui obiettivo dichiarato è lanciare ufficialmente il “Piano Mattei”, più volte anticipato dalla stessa premier Meloni nelle sue visite e missioni internazionali. Un vertice su cui l’esecutivo lavora da più di tre mesi, e che vedrà la presenza del presidente tunisino  Saied, alla sua prima uscita internazionale dopo la firma del Memorandum con l‘Unione europea. Oltre a quella del premier egiziano Madbouly, dopo la grazia concessa dal presidente Al Sisi a Patrick Zaki. 

Ai lavori, officiati domenica dalla premier Meloni e dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, prenderanno parte anche la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. Anche se da Bruxelles è filtrato un certo riserbo sul tipo di aspettative che si hanno a proposito degli obiettivi e degli esiti della conferenza, a una settimana dall’accordo raggiunto con il governo di Tunisi.  In effetti l’iniziativa di domenica, annunciata dalla premier la scorsa settimana, è tutta di Roma. E l’incontro serve principalmente al governo italiano  per cercare di riportare l’attenzione internazionale alla gestione dell’immigrazione. Nelle settimane in cui gli sbarchi nei nostri porti continuano a crescere. I sindaci descrivono situazioni al limite del collasso. E c’è ancora mezza estate davanti.  L’intenzione della premier, però, non è quella di trattare la questione dal punto di vista della stretta contingenza. Perché ai suoi ospiti la presidente del Consiglio offrirà un partenariato tra istituzioni europee e mondo arabo in modo da agevolare gli investimenti nei paesi africani. E’ per questo che figurano nell’elenco degli invitati anche il Fondo monetario internazionale (strettamente interconnesso alla partita tunisina), oltre che la Banca mondiale e il Fondo arabo per lo sviluppo economico e sociale. Del resto, Meloni ne aveva già parlato con il presidente degli Emirati Arabi Mohammed bin Zayed durante una visita dello scorso marzo a Dubai: senza uno vero sviluppo economico del continente africano, non c’è percorso di stabilizzazione che tenga al riparo dalle ondate migratorie che potranno aver luogo da qui ai prossimi anni. E così il Forum (questo almeno nelle intenzioni di Palazzo Chigi e della Farnesina) dovrebbe servire a darsi una specie di road map. O quanto meno degli obiettivi comuni. Anche – e questa è una novità – sui cambiamenti climatici.     

 

Nella giornata di ieri era filtrata l’ipotesi della presenza del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che però alla fine non verrà. Mentre all’appuntamento, come detto, parteciperà anche il primo ministro egiziano Mostafa Madbouly, in rappresentanza di un governo che, a maggior ragione dopo la grazia concessa a Patrick Zaki dal presidente Al Sisi, Palazzo Chigi considera un interlocutore strategico. Ma sarà l’occasione anche per allacciare il dialogo con le istituzioni libiche, visto che si è preferito non alimentare gelosie tra il governo di Tripoli e quello di Bengasi, scontentando sia il premier Dabaiba che il generale Haftar e invitando il presidente del Consiglio nazionale libico al Menfi. Inoltre, l’ulteriore scommessa è sul primo ministro dell‘Etiopia, Abiy Ahmed Ali, cui Meloni ha già fatto visita lo scorso aprile. E che viene  considerato strategico per la stabilizzazione  del Corno d’Africa. Il documento che sarà licenziato nel pomeriggio di domenica, quindi, servirà anche a  lanciare il cronoprogramma per l’implementazione del Piano Mattei (alla fine del vertice potrebbe chiamarsi in un altro modo) che sarà sicuramente al centro della prossima conferenza Italia-Africa che avrà luogo in autunno, sempre da noi. Ma il Forum di Roma nelle intenzioni del governo dovrebbe essere una base di confronto  da approfondire, chissà, al prossimo G20 in programma a Nuova Delhi, in India, a settembre. E però che serva a ottenere degli impegni concreti, sullo sfondo di una discussione che continua a non tenere in considerazione il rispetto dello stato di diritto e dei diritti umani in molti dei paesi ospiti, questo è ancora tutto da vedere.

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