in egitto

Patrick Zaki è libero: "Impaziente di tornare a vivere"

Il ricercatore rilasciato dalle autorità egiziane dopo la grazia del presidente al Sisi. "Sabato sarò a Bologna", ha detto all'uscita dall'ambasciata italiana al Cairo

Redazione

[Articolo aggiornato venerdì 21 ore 8.30] Il ricercatore egiziano Patrick Zaki è finalmente un uomo libero. Rilasciato dalla direzione di polizia di Nuova Mansura ha potuto riabbracciare all'esterno la madre Hala, la sorella Marise, il padre George e la fidanzata Reny Iskander. Zaki è atteso domani in Italia, a Bologna. All’uscita dall’ambasciata italiana al Cairo, ieri sera, risolte le questioni di visto e passaporto, il ricercatore ha confermato: "Sto programmando di essere lì a Bologna sabato mattina arrivando a Milano. Grazie al governo italiano e all’ambasciatore Michele Quaroni". La premier Meloni ieri ha avuto una conversazione telefonica con il presidente egiziano al Sisi durante la quale è stato espresso l’auspicio a incontrarsi presto. Domenica a Roma il primo ministro egiziano Madbouly parteciperà alla Conferenza su sviluppo e migrazioni.

   

 

"Sono finalmente libero, impaziente di tornare a vivere e spero presto di tornare in Italia", ha detto Zaki appena uscito dalla struttura. L'attivista ha poi ringraziato tutte le persone che hanno lavorato per una soluzione diplomatica alla vicenda, poi la città di Bologna e il rettore dell'Università, "una comunità di cui mi sento fortunato a fare parte, perché sono ormai anni che si occupano del caso". 

 

L'ex studente era stato condannato martedì a tre anni di carcere per diffusione di notizie false al termine di un lungo ed estenuante processo iniziato del 2019. Zaki, che ha già trascorso in cella 22 mesi, ne avrebbe così dovuti scontare altri 14. Nella serata di ieri, però, il presidente egiziano al Sisi ha deciso di concedergli la grazia. 

 

Sul caso Zaki è ritornato ancora giovedì il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Ai microfoni di Radio24, il presidente di Forza Italia ha smentito le ipotesi circa un presunto "baratto" tra il rilascio del ricercatore in cambio di silenzio sul caso Regeni. "Nessun baratto, nessuna trattativa sottobanco. Il governo è stato in grado di far tornare in Italia un giovane ricercatore che rischiava di stare ancora un po' di tempo in carcere. Noi siamo riusciti a ottenere questo risultato. Poi si può dire ciò che si vuole. Siamo persone serie, non facciamo baratti di questo tipo", ha affermato Tajani. E su Regeni aggiunge: "Continueremo a chiedere che si faccia luce sulla vicenda come abbiamo sempre fatto". 

Di più su questi argomenti: