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passeggiate romane

Il Pd non tocca palla nella Rai. E i sondaggi preoccupano ancora

Un tempo bastava una telefonata del Nazareno per ottenere un posto a Viale Mazzini. Oggi non è chiaro neppure chi gestisce i rapporti con la televisione pubblica. I grattacapi dem

I ripetuti incidenti in cui sta incappando il centrodestra fanno tirare un sospiro di sollievo ai dirigenti del Pd perché mettono (momentaneamente) in ombra i tanti, troppi, problemi che complicano la vita in casa dem. Da qualche giorno al Pd c’è una certa agitazione perché non si tocca palla in Rai. Nel senso letterale del termine. Un tempo bastava una telefonata del Nazareno per ottenere un caporedattore e qualche pressione per promuovere  una conduttrice o un conduttore affinché ottenesse un programma. Invece, come si è visto dopo l’abbandono di Bianca Berlinguer, adesso al Pd non riescono a ottenere nemmeno quello spazio televisivo. Le candidate più vicine ai dem sembrano ormai fuori dai giochi, mentre nel toto nomine del post Berlinguer imperversano i nomi di giornalisti assai graditi a Giuseppe Conte. Come quelli di Peter Gomez e Michele Santoro. Per la verità quest’ultimo, a quanto si racconta nei capannelli dei parlamentari dem, non sarebbe inviso nemmeno a Schlein (Ruotolo, suo grande sodale, lo sta sponsorizzando alla grande presso la segretaria), nonostante sull’Ucraina abbia una linea opposta a quella adottata dal Pd. L’ala riformista dei dem si lamenta anche del fatto che non si è capito chi gestisce veramente i rapporti con la Rai: il potente portavoce di Schlein, Flavio Alivernini, Marco Furfaro o Francesco Boccia? Nella confusione che ormai regna sovrana tra i dem, ne approfitta Giuseppe Conte, forte di un patto di ferro, benché non scritto, con la destra.

Un altro motivo di inquietudine dei riformisti del Pd è ancora una volta legato alla scelta degli esponenti che Schlein ha voluto coinvolgere negli organismi dirigenti del partito. Dopo la sortita della sardina Jasmine Corallo, che, in preda a uno sfrenato entusiasmo ha pensato bene di fare il baciamano a Conte, incontrato alla manifestazione dei 5 stelle sul Reddito di cittadinanza, l’altro giorno c’è stata l’uscita di Marco Boschini, entrato a far parte della Direzione nazionale grazie alla nuova segretaria. Boschini, attivista e ambientalista,  ha partecipato in Val di Susa a una manifestazione contro la Tav suscitando le forti  perplessità di un pezzo del Pd piemontese.

Raccontano al Nazareno che, tra alti e bassi, in realtà di rapporto tra Elly Schlein e Stefano Bonaccini funzioni. Ma su un punto i due sono in conflitto. Su chi dovrà essere il candidato alla presidenza della regione Emilia-Romagna quando il presidente del Pd lascerà. Se Bonaccini punta sul sindaco di Ravenna, Michele De Pascale, o in seconda battuta sul fedelissimo Andrea De Maria, Schlein chiede un ricambio e punta ad avere un suo uomo su quella poltrona. Si fa il nome di Gaspare Righi, capo della sua segreteria. Da questo stallo potrebbe avvantaggiarsi l’eurodeputata Elisabetta Gualmini, pasionaria del Pd di veltroniana memoria che si è già autocandidata a quel ruolo.

Al Nazareno è allarme rosso per i sondaggi che continuano a registrare un trend negativo per il Pd. Per questa ragione Schlein ha deciso di impegnarsi al massimo nella sua estate militante, battendo città, piazze, facendosi vedere tra la gente. La segretaria dem ha anche deciso di affidare le dichiarazioni più dure contro il governo a Marco Furfaro e Marta Bonafoni, due esponenti del Pd che vuole fare emergere a tutti i costi per svecchiare l’immagine del partito.
 

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