(foto Ansa)

la differenza antropologica

Santanchè: "Non solo il Pd, al Twiga venivano anche i grillini"

Salvatore Merlo

"Certe telefonate, certe prenotazioni che ho sempre accolto con piacere, non risalgono a un anno fa ma alla settimana scorsa", ci dice la ministra del Turismo. Che dagli avversari politici è spesso stata attaccata anche per il suo stile di vita

Da un lato lo strafottente godersi la vita e dall’altro il narcisismo moraleggiante . “Nei miei locali venivano in molti, mica soltanto del Pd. In tanti erano anche del Movimento cinque stelle. E certe telefonate, certe prenotazioni che ho sempre accolto con piacere, non risalgono a un anno fa. O a un mese fa. Ma alla settimana scorsa”, ci racconta oggi Daniela Santanchè. Ecco. Un dibattito sulla differenza antropologica tra destra e sinistra è un bel rischio, irto com’è d’inciampi razzistici, di cadute nel ridicolo, e di fortissime ipocrisie. Ma è questo genere di dibattito che, alla fine, il ministro del Turismo, più o meno consapevolmente, ha aperto mercoledì pomeriggio in Senato attraverso un passaggio del suo discorso: “Mi fa sorridere che le critiche più feroci vengano da molti che in privato hanno tutto un altro atteggiamento nei miei confronti”.

Processata nelle dichiarazioni pubbliche anche per il suo stile di vita, per i suoi abiti e i per suoi gusti estetici, Santanchè  adesso dice: “Ma guarda che sepolcri imbiancati! Nei miei locali ci sono venuti tutti. Anche qualcuno che mercoledì ha preso la parola. Sono venuti a Milano, a Forte dei Marmi e anche a Montecarlo. Quanti fine settimana”. D’altra parte, la realtà delle cose, nei rapporti personali tra politici di destra e di sinistra, assomiglia a quel genere di quieta convivialità e amicizia raccontato a suo tempo da Paolo Virzì nel film “Caterina va in città”. In tanti si frequentano, per fortuna, anche civilmente, e condividono molto più di quanto non sembri . O non dicano. E gli stili di vita, assai spesso, si assomigliano pure. Senza nemmeno dover citare la tenuta di campagna di D’Alema.

Eppure lo spregiatore (di sinistra) pone tra sé e lo spregiato (di destra) i detestabili discrimini del complesso di superiorità . “Ragione per la quale”, dice adesso Santanchè, “mentre pronunciavo quelle parole tra il sorpreso e l’indignato guardavo i banchi del Pd e del M5s”. E che è successo? “Che qualcuno ha abbassato lo sguardo. Mentre altri si guardavano tra loro chiedendosi: ‘Ma parla di te?’. Patetico e desolante”.  Ma allora chi è che, tra i banchi del M5s e del Pd, telefonava per prenotare un lettino al Twiga e poi criticava la vita da Pitonessa? Santanchè non lo dice, “per carità di patria”. E qui evidentemente poco c’entrano le questioni giudiziarie o di opportunità politica.

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  • Salvatore Merlo
  • Milano 1982, vicedirettore del Foglio. Cresciuto a Catania, liceo classico “Galileo” a Firenze, tre lauree a Siena e una parentesi universitaria in Inghilterra. Ho vinto alcuni dei principali premi giornalistici italiani, tra cui il Premiolino (2023) e il premio Biagio Agnes (2024) per la carta stampata. Giornalista parlamentare, responsabile del servizio politico e del sito web, lavoro al Foglio dal 2007. Ho scritto per Mondadori "Fummo giovani soltanto allora", la vita spericolata del giovane Indro Montanelli.