sette anni dopo

I possibili effetti sull'Italia di El Niño, un'ondata di caldo senza precedenti

Loris Corvino

Gli esperti avvertono: prepararsi per le ondate di calore estremo e gli impatti su salute ed ecosistemi. Ma il fenomeno dovrebbe interessare solo marginalmente l'Europa

A distanza di sette anni dall’ultimo evento torna a far parlare di se “El Niño”, un fenomeno atmosferico che si verifica ciclicamente e che comporta il riscaldamento delle acque del Pacifico tropicale centrale e orientale. A preoccupare è ora sopratutto l’unione degli effetti dell’ondata di caldo provocata da “El Niño” con gli ulteriori effetti del riscaldamento globale.

Per questo motivo il segretario generale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale, Petteri Taalas, ha esortato i governi dei paesi più a rischio ad agire per cercare di arginare gli effetti sulla salute del caldo estremo previsto. “L'arrivo del Nino aumenterà di molto la probabilità di battere i record di temperatura e innescherà più caldo estremo in molte parti del mondo e degli oceani” ha spiegato Taalas. “Auspichiamo che i governi si preparino a limitare gli impatti su salute, ecosistemi ed economie. Avvisi tempestivi e azioni preventive sono essenziali per salvare vite durante gli eventi meteorologici estremi”.

Ci saranno effetti di “El Niño” sull'Italia?

A differenza delle precedenti ondate tuttavia gli effetti di “El Niño” rischiano di colpire più aree rispetto a quelle solitamente interessate. Notoriamente gli effetti principali sono infatti siccità nell’America centrale e nella parte settentrionale del Sudamerica, Australia e Asia meridionale e di riflesso un aumento delle precipitazioni in alcune aree degli Stati Uniti, del Corno d’Africa e dell’Asia Centrale. Tuttavia i primi effetti di questa ondata di calore si stanno manifestando anche in zone diverse: Texas e Messico stanno assistendo ad una delle più forti ondate di caldo mai registrate, e temperature insolitamente alte sono state registrate anche in Cina e Iran.

In Italia, e in generale su quasi tutta l’Europa, gli effetti dovrebbero essere decisamente mitigati, se non quasi del tutto assenti, grazie alla lontananza dal Pacifico. Seppur in rialzo, le temperature non dovrebbero toccare livelli record grazie alle correnti fresche atlantiche. L’unica conseguenza possibile potrebbe essere un aumento delle precipitazioni tra autunno e inverno, ma anche qui restiamo nell’ambito delle ipotesi.

Gli effetti di "El Niño" sui mari

Gli effetti di El Niño si estendono anche agli ecosistemi marini. Le anomalie termiche causate da questo fenomeno possono influenzare la distribuzione delle specie marine e possono portare a sbalzi nella produttività degli ecosistemi oceanici. La frequenza di questo fenomeno climatico varia, ma di solito si verifica ogni 2-7 anni e dura per 9-12 mesi. Gli scienziati monitorano costantemente i cambiamenti delle temperature dell'oceano e altri parametri per identificare l'insorgenza di un nuovo episodio di El Niño e comprendere meglio le sue dinamiche. Molti paesi vulnerabili agli effetti di simili eventi climatici hanno sviluppato nel tempo piani di adattamento e di risposta per affrontare le conseguenze del fenomeno. Questi piani spesso comprendono azioni come la gestione delle risorse idriche, il potenziamento delle infrastrutture di difesa dalle alluvioni, la promozione dell'agricoltura resiliente al clima e l'implementazione di sistemi di allerta precoce per avvertire le comunità degli eventi meteorologici estremi imminenti.

 

Data l'interconnessione dei sistemi climatici globali, è importante comprendere e monitorare attentamente il fenomeno. Gli organismi internazionali come l'Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) delle Nazioni Unite forniscono avvisi tempestivi e raccomandazioni per affrontarne gli effetti. Queste includono la raccolta di dati meteorologici e oceanografici, l'elaborazione di modelli climatici avanzati e la collaborazione internazionale per condividere informazioni e adottare misure di mitigazione.

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