La successione del Cav.

L'asse "necessario" tra Marina Berlusconi e Giorgia Meloni. Occhi su Luigi Berlusconi

Carmelo Caruso

Banche, televisioni ma anche Europa e destra. L'eredità di Silvio Berlusconi è oggi nelle mani di due donne, in attesa di capire le intenzioni (politiche) dell'ultimo dei figli

Adesso si danno il braccio perché senza lui, senza Berlusconi, è il vuoto a ogni gradino. Per Marina Berlusconi, “Giorgia è la sola leader possibile del centrodestra, e dunque la sua stabilità è anche la nostra stabilità”, mentre per Giorgia Meloni, “senza il sostegno di Marina, non c’è il sostegno di Forza Italia”. Nasce un modello d’intesa inesplorato. E’ il dumulierato, un rapporto di governo, solido,  necessario, tra due donne che, a Milano, ereditano il centrodestra. La premier ha bisogno che Forza Italia sopravviva. Marina Berlusconi ha bisogno della premier per tutelare gli “asset di famiglia”. Non viene escluso, sia in Fdi sia in FI , che Luigi Berlusconi, l’ultimo figlio del Cav., possa un giorno traghettare il cognome in politica. Oggi comincia l’ignoto.


La parola passaporto è per entrambi: “Posizionamento”. Per il posizionamento di Giorgia Meloni, al governo, in Europa, occorre che Forza Italia sopravviva intorno all’otto per cento. E’ una soglia che solo la famiglia Berlusconi, Marina, può garantire, perché  solo la famiglia può coprire il debito di Forza Italia. Sono debiti che, ed è la voce che circola a Milano, Marina sarebbe disposta ancora a ripianare. Lo potrebbe fare perché è un costo collaterale che il gruppo, da ormai trent’anni, è come se mettesse in bilancio. Serve anche questo per il “posizionamento” degli asset.  L’assetè per Marina quello che per Giorgia è la patria. Il gruppo Fininvest, subito dopo la scomparsa di Berlusconi, ha usato nei suoi comunicati la parola “continuità”. Spartire patrimoni, come quello di Berlusconi, vendere o dismettere, qualora si decidesse di farlo, richiede tempo. Oltre a Mondadori, oltre a Mediaset, l’altro vero, e importante, asset di famiglia è rappresentato dalla partecipazione dei Berlusconi nel gruppo bancario Mediolanum. Per anni, Bankitalia e Bce hanno chiesto a Berlusconi di dismettere una quota importante delle sua partecipazioni, vale a dire di scendere dal trenta  al dieci per cento. Oggi quella richiesta non ha più ragione di esistere. La famiglia Berlusconi intende dedicarsi interamente a libri e finanza. Mondadori è una casa editoriale che Marina vuole portare al fatturato record di un miliardo. Il gruppo Mediaset è senza dubbio il più sofferente perché è il più insidiato, ma un’eventuale cessione del ramo televisivo va preparata. Prima di venderlo serve valorizzarlo. Va seguita inoltre la vendita delle torri Rai, il nodo canone. Non va dimenticato che, su un’eventuale vendita di Mediaset pesa, e non poco, il giudizio del governo, che può facilitare, come ostruire la cessione. Marina e Giorgia si sono quindi “posizionate”, sono la fiamma e il profitto. Giorgia è quello che Marina non vuole e non può essere. Marina è per Giorgia il siero Berlusconi contro gli eventuali morsi di Matteo Salvini. Per cognome, Marina è la sola che può “amministrare” l’idea Berlusconi, anche fosse solo come luogo politico ideale o da “affidare” a un altro dei Berlusconi. Avvicinate da Pier Silvio che le ha messe in contatto, Marina dice oggi di Meloni “che il suo governo è una fortuna per l’Italia”, mentre Giorgia dice di Marina: “E’ stata leale con noi”. L’episodio che le ha davvero unite risale a un anno fa. Quella che era la prima linea di Forza Italia interviene sui programmi Mediaset, chiede ai conduttori di mettere sotto embargo i parlamentari di FdI. Meloni chiama Pier Silvio che, a sua volta, ne parla con Marina. Marina e Giorgia trattano, e non solo la caduta di embargo che, va precisato, i due figli non gradiscono, ma che vivono come “un’ingerenza”. Si decide allora di ridimensionare pure, in ottica di governo, lo strapotere di alcuni protagonisti di FI. E’ come nelle storie dei romantici inglesi. Giorgia comincia di nascosto a telefonarsi con Marina, usano il telefono come il loro mantello. Marina dimentica che il padre ha sempre chiamato Meloni e Salvini i “due ragazzi”. Giorgia si ricorda di nominare nelle partecipate i nomi del “padre di Marina”. Meloni ripete in queste ore che l’offerta politica di centrodestra deve essere vasta. E’ dell’opinione che, in politica, “uno più uno a volte fa mezzo”, che “ci servono stati cuscinetto come Forza Italia” e che bisogna rileggere in queste ore “Declino e caduta dell’impero romano di Gibbon”. Il ruolo di Tajani, in Europa, è inutile dire quanto sia decisivo per Meloni che deve collegarsi al Ppe. A Milano, negli uffici di Fininvest, Mondadori e Mediaset non si esclude che nelle prossime settimane ci possa essere una piccola diaspora di FI, ma verso la Lega, così come non viene esclusa un’eventuale “risposta sentimentale” della famiglia. Si attende di capire se Luigi Berlusconi possa avere una fascinazione per la politica. E’ un ingresso che a Forza Italia permetterebbe di esibire il cognome a pieno titolo. Tenendosi il braccio, Marina e Giorgia scendono oggi le scale, e si sostengono, come gli amanti di Montale, ma senza l’amore di Montale. Le scendono insieme perché sanno che, malgrado le loro quattro, le sole vere pupille erano le sue

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio