I 5 stelle non solo non hanno partecipato alla campagna di denuncia per i cambi nella rete pubblica, ma rendono possibili le nomine con la loro astensione spesso determinante. Uno spassoso manifesto politico
L’opposizione del Movimento 5 stelle alla maggioranza è assai rumorosa, ha messo al centro l’accusa di ritorno al fascismo e da questa premessa dovrebbe conseguire un’assenza assoluta di dialogo. Però non è sempre così. Nelle elezioni amministrative, i seguaci di Giuseppe Conte hanno stipulato pochissime intese con il Pd, nessuna che comprendesse anche il cosiddetto Terzo polo, e anche per i ballottaggi quando non è presente nella coalizione che si confronta con il centrodestra non ha dato indicazioni di voto “antifascista”. Probabilmente l’elettorato grillino aiuterà comunque il centrosinistra nel secondo turno, ma non è irrilevante che sia mancata un’indicazione di vertice. Il Pd è in grado di erodere il consenso dei 5 stelle, o almeno ha questa prospettiva, e questo mette Conte nella condizione di preferire difendersi da questo rischio piuttosto che partecipare al Cnl “de noantri”
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