Il caso

Fiume, Marconi, la caduta del Duce e il Kgb: ecco le fiction Rai care alla destra

Simone Canettieri

La caduta del Duce il 25 luglio, le imprese dannunziane, la vita del padre della radio e quella del fondatore della Banca d'America. Il nuovo immaginario passa dalla tv di stato con nuovi film e documentari

Più dei tg, le fiction  e i film. E, meglio abbondare, anche i documentari. La ricerca dell’“immaginario” della destra al governo passa da progetti che iniziano a concretizzarsi. Al centro c’è la Rai, ovviamente. Sul versante identitario c’è la riscoperta dell’epopea dannunziana di Fiume, “intesa come vero Sessantotto italiano, prima del Sessantotto che tutti conosciamo”.

Il consulente storico sarà Giordano Bruno Guerri, tra i massimi esperti del Vate nonché direttore del Vittoriale degli italiani. L’autore della fiction è Federico Palmaroli, padre della striscia satirica “Le più belle frasi di Osho”, nonché amico personale della premier Giorgia Meloni.

“Fiume” sarà prodotto dalla società “Stand by Me” per la Rai.  La stessa società di produzione televisiva è al lavoro per un’altra fiction, dedicata a Guglielmo Marconi. In questo caso è tutto già molto avviato: c’è da correre. Perché il prossimo 25 aprile cadono i 150 anni dalla nascita dell’inventore della radio.   Seppur ormai abbia 93 anni, l’idea sembra essere piaciuta assai a Elettra Marconi, figlia del premio Nobel, che ancora riceve i suoi ospiti allo storico Caffè Greco di via Condotti, quasi come se il tempo non fosse passato.

L’impresa fiumana e la vita di Marconi entrano a pieno titolo nella cultura italiana da riscoprire che sta tanto a cuore al nuovo corso di Viale Mazzini. Basta d’altronde ascoltare qualsiasi conversazione nel triangolo “della nuova agognata egemonia” che passa dal fratello d’Italia Federico Mollicone, arriva al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano e precipita su Giampaolo Rossi, neo direttore generale della Rai meloniana. E allora avanti, arditi, in marcia per non marcire.

E la direttrice di Rai Fiction Maria Pia Ammirati è già stata allertata. “Anzi, nulla è per sempre”, l’avvisano da Via della Scrofa, nuova repubblica del Carnaro,  in questa fase piena di trance agonistica e revanscismo. Non finisce qui.

Un altro “grande eroe italiano” da ricordare davanti alla tv sarà Amadeo Giannini (1870-1949) fondatore della Bank of America e of Italy, ideatore del microcredito, mecenate del cinema, passato alla leggenda per i prestiti, con una stretta di mano, rivolti anche alla classe media e agli operai. Insomma un banchiere passato alla storia e ora entrato nel pantheon  di Fratelli d’Italia. Il biopic sarà nelle mani di Luca Barbareschi.

Il set a fine anno e a inizio 2024, in Italia e Usa.  Saranno sei puntate prodotte da Eliseo fiction, in compagnia di Rai e di un partner americano. E' anche in cottura un'altra fiction (sempre di Barbareschi) sulla caduta di Mussolini e sul 25 Luglio. Poi c’è l’altra sfida: la controstoria degli anni 60 e 70. La nuova immaginazione al potere sogna dunque “un anti Bellocchio”. Magari una serie, ma le idee sono ancora nebulose, per raccontare “la Guerra fredda da un altro punto di vista”.

Come quello, raccontano dal triangolo magico della nuova egemonia di destra, di Giorgio Conforto, presunta spia del Kgb. Un modo per ribaltare, dicono sempre da Via della Scrofa, la lettura secondo la quale “le Brigate rosse furono un fenomeno endogeno senza legami con l’estero”. Tra sogni e realtà ci sono anche le docuserie. Se “Sanpa” di Netflix è stato un caso, anche la destra vuole fornire adesso un’altra narrazione sulle comunità di recupero impegnate in Italia contro le tossicodipendenze: fulgidi esempi di ordine, senza ombre.             

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.