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l'annuncio

Cottarelli: "Pd di Schlein troppo a sinistra. Mi dimetto da senatore". Verso la candidatura a Bruxelles

Redazione

L'economista della Cattolica ha annunciato le dimissioni dicendo di "sentirsi a disagio su diversi temi" dopo l'elezione della nuova segretaria. Possibile una corsa alle europee come capolista di Più Europa

Dopo averlo ventilato per settimane, alla fine lo ha confermato lui stesso. Carlo Cottarelli si dimetterà da senatore. E le ragioni le ha spiegate in una serie di interventi tra tv e giornali in cui chiarisce il passo indietro. Se domenica sera ospite di Che tempo che fa aveva parlato del nuovo incarico come direttore del programma per l’educazione alle scienze sociali ed economiche dell'Università Cattolica, in una lettera a Repubblica e in un'intervista al Corriere ha aggiunto un elemento importante. "E' innegabile (basta vedere la composizione della nuova segreteria) che l'elezione di Elly Schlein abbia spostato il Pd più lontano dalle idee liberaldemocratiche in cui credo",  scrive sul quotidiano di largo Fochetti. "Ho grande stima di Elly Schlein e non credo sbagli a spostare il Pd verso sinistra. La scelta alle primarie è stata netta e i sondaggi la premiano. Un Pd più a sinistra può trasmettere un messaggio più chiaro agli elettori, cosa essenziale per un partito politico. Ciò detto, mi trovo ora a disagio su diversi temi". Ed è nell'intervista al Corriere che spiega meglio quali sono i punti su cui ha capito che una convergenza con la linea Schlein non è possibile: "Il tema dell’energia nucleare, il termovalorizzatore, il freno al superbonus, anche l’utero in affitto o alcuni aspetti del Jobs act".

 

L'uscita dal Pd non gli avrebbe fatto perdere lo scranno parlamentare, ma come ha spiegato lo stesso Cottarelli, eletto lo scorso settembre da indipendente ma nelle liste dem, "non è giusto cambiare partito". Fatto sta che secondo alcuni, al di là dell'incarico alla Cattolica, "a titolo gratuito", ci tiene a ribadire lui, l'impegno politico potrebbe essere stato messo solamente in stand-by. Perché la prospettiva sarebbe quella di vederlo candidato come capolista di Più Europa alle prossime elezioni europee della primavera 2024. Magari in una delle maxi circoscrizioni settentrionali.

Del resto, che possa transitare verso un percorso liberal riformatore lo si è capito anche dalle parole del leader di Azione Carlo Calenda: "Non capisco perché si sia candidato con il Pd e non con noi". Ma anche da quelle di Matteo Renzi, secondo cui "il Pd di Elly Schlein perde pezzi. Dopo Marcucci, Fioroni, Chinnici, Borghi oggi è il turno di Cottarelli. Queste scelte non sono una sorpresa. Io dico che è solo l'inizio. Diamo tempo al tempo e il quadro politico di questo Paese cambierà profondamente".

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