L'intervista

Lollobrigida: "C'è il fascismo degli antifascisti. Festeggio il 25 Aprile. Fini? Davvero curioso"

Simone Canettieri

Il ministro del governo Meloni: "Per la sinistra noi non dovremmo esistere, io ho giurato sulla Costituzione: ora basta. L'ex capo di An? Funziona solo se polemizza con la destra"

“Siamo al fascismo degli antifascisti”.

Ministro Francesco Lollobrigida si rifugia in Pier Paolo Pasolini?

“Beh, è stato un intellettuale non certo di destra che visse sulla propria pelle, su quella della sua famiglia, il dramma dei totalitarismi del Novecento”.

Oggi (ieri per chi legge) è il 24 aprile.

“E andrò alla fondazione De Gasperi per onorare un padre della Nazione che istituì la festa della Liberazione”.

Domani (oggi per chi legge) sarà il 25 aprile.

“E andrò a Subiaco, nel mio paese natale, sul sagrato delle vittime del nazismo”.

Ci stiamo avvicinando al piatto ricco. Possiamo titolare, Lollobrigida due punti: sono antifascista?

“Io sono un fervente e convinto sostenitore di chi sconfisse un regime autoritario. Non ho problemi a dirlo. Ma perché non si esce da questo delirio?”.

Lei è il ministro della sostituzione etnica.

“Ignoravo, nel senso che al contrario della sinistra non mi interessano e non mi appassionano, tutte le teorie complottiste. Distinguendo comunque tra razza ed etnie”.

Non potreste dire che siete antifascisti e passiamo a parlare di altro?

“Io ho giurato sulla Costituzione, ed è il giuramento più importante che ci sia, nelle mani del presidente della Repubblica. La sinistra dice che la Costituzione nasce dall’antifascismo. Ma non va bene”.

Perché non va bene?

“Perché qualsiasi cosa diciamo, la sostanza non cambia: per la sinistra e per un pezzo di opinione pubblica tu non devi esistere”. Questo non è vittimismo? “No, e infatti non mi interessa. Ma per loro non devi esistere”.

Sa che da questa polemica, grazie anche a voi, difficilmente se ne uscirà?

“Sono un democratico, ma non sono del Pd. Sono per la libertà, sono contro tutti i regimi totalitari, a partire da quelli che ci furono in Italia. Sono tutte accuse strumentali”.

E’ mattina. Il ministro è appena tornato dal G7 in Giappone.

“Trovo vergognoso che un ministro all’estero venga massacrato come è stato nel mio caso. Io rappresento l’Italia e invece sono stato dipinto come un nazista dell’Illinois”.    

 

Lollobrigida prosegue nello sfogo: “Posso assicurare che in certi consessi internazionali delle nostre polemiche non interessa nulla. Comunque sono tornato prima dal Giappone per partecipare alle commemorazioni del 25 aprile, pensi un po’”.

Ma cosa avete fatto a Gianfranco Fini: avete un problema con i padri nobili voi di Fratelli d’Italia? L’ex leader di An si è fatto sempre più sferzante nei vostri confronti: come se lo spiega?

Noi a Fini non abbiamo fatto nulla, è curioso che ormai venga solo invitato a polemizzare contro la destra, e mai contro la sinistra per raccontare quanto sta facendo il governo”.  

Cosa non le torna?

“Beh, che sicuramente potrebbe raccontare delle sue battaglie contro il comunismo, di quanto si spese per evitare che gli eredi del Pci andassero al governo”.  

Insomma, non parla per conto della premier Meloni?

“Guardi, ci sono cose che non capisco: se non mi sbaglio Fini spinse anche per avere Tremaglia, un ragazzo di Salò, al governo. Ora si diverte e si presta a polemizzare con noi”.

Insomma, che festa della Liberazione sarà per la destra di governo?

“Mi auguro che sia festa unificante, nel nome della libertà che non è di destra né di sinistra. Senza nessuno che alza il ditino e dà patenti o ripetizioni di storia. Ma immagino che qualsiasi cosa faremo e diremo non basterà”.
 

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.