Un'immagine della conferenza stampa dopo il Cdm di ieri (Ansa)

Cosa ha deciso il Cdm

Sì al decreto bollette e al nuovo Codice degli appalti. Salta il ddl concorrenza

Redazione

Confermato il taglio sulle agevolazioni per le famiglie e la riforma degli appalti. Approvato anche il disegno di legge che vieta la produzione e il commercio di cibi sintetici

Le previsioni sono state (quasi) tutte rispettate. Il governo nel Cdm di ieri ha approvato il nuovo decreto bollette, la riforma del Codice degli appalti e un ddl dedicato ai cibi sintetici, di cui ora sarà vietata la produzione e il commercio pena una sanzione fino a 60 mila euro. Manca all'appello soltanto il ddl concorrenza: secondo alcune fonti a far saltare il testo sarebbe stata la norma sugli ambulanti, che avrebbe dovuto prorogare alcune concessioni e al contempo rivedere e bilanciare la procedura di messa in gara.

Decreto bollette

Come previsto, il finanziamento è stato rivisto al ribasso, con un taglio che porta la spesa a 4,9 miliardi. A subirne le conseguenze sono gli oneri di sistema sull'energia elettrica che ora verranno ripristinati. Per quanto riguarda il gas, sono state prorogate sia la riduzione sull'Iva del 5 per cento sia l'azzeramento degli oneri di sistema, assieme al bonus sociale per i nuclei familiari con Isee inferiore a 15 mila euro.

Sempre in linea con le previsioni, il governo ha introdotto un nuovo contributo per le famiglie senza limiti di reddito, i cui criteri saranno stabiliti rispettando le diverse fasce climatiche in cui è diviso il paese. Per le imprese, i crediti di imposta al 40 per cento sono stati prorogati fino al 30 giugno.

Riforma Codice degli appalti

La riforma del Codice degli appalti – che nelle intenzioni del governo dovrebbe diminuire i tempi di attuazione del Pnrr – entrerà formalmente in vigore il primo aprile, ma “acquisterà efficacia” soltanto a partire dal primo luglio. L'obiettivo della riforma è una semplificazione delle procedure burocratiche per i lavori pubblici che, secondo il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, dovrebbe far “risparmiare da sei mesi a un anno” nelle tempistiche di messa in gara. Senza entrare nei dettagli, il senso della riforma è infatti quello di alleggerire il peso normativo – 36 allegati contro le 104 norme ora sostituite – per velocizzare i tempi di affidamento di un'opera e quindi la sua progettazione e costruzione. Ad esempio alzando la soglia degli affidamenti diretti a 500 mila euro o creando il cosiddetto “appalto integrato”, che permette l'attribuzione della progettazione e dell'esecuzione dei lavori allo stesso operatore. O ancora, il governo ha rimosso il vincolo di utilizzo per le grandi opere oltre i 100 milioni di euro. Le scorciatoie individuate sono state però già fortemente criticate non solo dai sindacati, ma anche dall'Anticorruzione. Secondo il Sole 24 ore, con le nuove norme il 98 per cento dei lavori pubblici rischia di finire senza gara.

Nel testo approvato dal governo è contenuta anche una norma chiamata “Prima l'Italia” che, fissando dei premi non ancora stabiliti, dovrebbe “tutelare le forniture italiane ed europee dalla concorrenza sleale di paesi terzi”.

Stop a cibo sintetico

Come già annunciato dal ministro per la Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, il governo ha vietato la produzione e il commercio dei cibi sintetici, con una multa che può arrivare fino a 60 mila euro. “C'è un rischio di ingiustizia sociale con il cibo sintetico, in una società in cui i ricchi mangiano bene ed i poveri no”, ha affermato il ministro durante la conferenza stampa al termine del Cdm. Motivando la norma al fine di “tutelare la salute pubblica”.

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