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Vladegamberi

Minacce a Crosetto: nella Lega c'è un problema con la Russia

Francesco Gottardi

"Il ministro pensi piuttosto alle colpe italiane e alla sua lobby delle armi" ci dice Stefano Valdegamberi, consigliere regionale del Veneto ed eletto nella lista di Luca Zaia. In teoria alleato del ministro

Colpa della Russia? Macché. “Crosetto pensi piuttosto alle colpe italiane e alla sua lobby delle armi”. Si stenta a crederlo, eppure questa è la convinzione di Stefano Valdegamberi. Lo chiamano Il Russo, non a caso: “Vladegamberi”, lo hanno ribattezzato. Lui preferisce definirsi “un libero pensatore”. Come che sia, la sostanza è questa, ed è raggelante: che all’indomani di una minaccia recapitata a un ministro italiano da parte di un generale russo, un membro di un organo legislativo eletto nella lista di Luca Zaia, militante della Lega, insomma in teoria un alleato di quel ministro, asseconda le farneticazioni del Cremlino: “Prima di cercare fantasiosi colpevoli, puntando il dito contro la Wagner, è bene assumersi le proprie responsabilità”. Eccolo, il pensiero di Valdegamberi, a pochi giorni dalla tragedia di Cutro e delle dichiarazioni di Crosetto in merito “alla chiara strategia di guerra ibrida da parte della Wagner”. “Caro ministro Crosetto, l’Italia è complice delle crisi migratorie che sfociano nei disastri al largo delle nostre coste, altroché”. E dire che la Wagner non era certo in cerca di avvocati difensori. Attraverso il suo capo, Evegenij Prigozhin, ha già respinto le accuse al mittente, dando al ministro del “mudak”. In sintesi: mentre Meloni e i suoi si dannano per tracciare la linea atlantista dell’esecutivo, rimarcando il pieno sostegno all’Ucraina che a Bakhmut sta combattendo i soldati della Wagner strada per strada, la rappresaglia arriva dai colli veronesi. Dalla Lega.

 

Ci spieghi meglio, consigliere. “Stiamo attenti alla politica estera, perché poi ci si ritorce contro: le sanzioni alla Russia e alla Siria sono dannose per noi”. Sembra quasi di sentire un esponente della sinistra extraparlamentare. “E invece queste cose le dice il Papa”, ribatte Valdegamberi. “Insieme alla comunità di Sant’Egidio. Sono pure in contatto con la chiesa locale ad Aleppo: la popolazione ormai è ridotta alla fame. E salta sui barconi per disperazione, per colpa nostra”. La tesi di Crosetto, al contrario, sottolinea che i flussi migratori sempre più consistenti sarebbero in buona parte dovuti alle infiltrazioni di Mosca in nord Africa e medio oriente, attraverso il gruppo Wagner, per colpire i paesi più esposti come l’Italia. “Il ministro farebbe bene a risparmiarsi la morale: proprio lui parla, che ha rappresentato la lobby dei produttori di armi?”. E qui però sembra di sentire Prigozhin. “Gli insulti? Ne sono al  corrente, sì”, continua il consigliere. “E ovviamente prendo le distanze. Ma noi dobbiamo smetterla di accanirci contro il Cremlino: io non sono una pecora, non ho amici né avversari, cerco solo di far valere il buonsenso”. Buonsenso, quello di chi insulta il ministro della Difesa? “Con Crosetto magari sono d’accordo nove volte su dieci. Ma stavolta no”.

 

Non è un’eccezione che passa inosservata. “Però è inevitabile, se il governo insiste con le scusanti. Questa storia ha stancato. L’Africa purtroppo è uno storico teatro di conflitti e ciascuno fa i propri interessi sfruttando le tensioni e l’instabilità politica locale. Lo fanno i russi, come i cinesi, gli americani e gli europei. Basta ipocrisia. Non possiamo essere la causa e poi lamentarci degli effetti come la questione migratoria. Presumere di essere meglio delle altre superpotenze non aiuta a migliorare le cose: dobbiamo avere il coraggio di agire secondo le nostre possibilità, favorendo la crescita dei paesi in via di sviluppo e smettendo di sfruttarli per le materie prime”. Ne parla mai di questi temi, all’interno del Carroccio? “Ma no, queste sono idee mie. Mi considero la persona più liberale e meritocratica del mondo. Democraticamente anarchica, se vuole: nel senso che il pensiero individuale è sacro e non mi piace seguire la linea comune soltanto perché è opportuno farlo”.

 

È un po’ quel che il consigliere aveva già raccontato al Foglio, parlando di Crimea e Donbas “minacciate dall’ingerenza della Nato”. Ora a Valdegamberi spunta un sorriso: “Che vi avevo detto? Il ruolo diplomatico di Israele e Vaticano è fondamentale per riportare la pace in quella terra. E proprio in questi giorni è stato Papa Francesco a ribadirlo. In Ucraina come nel Mediterraneo vanno sostenuti soggetti dialoganti. Mentre il quadro generale sempre più drammatico è frutto dei provvedimenti restrittivi imposti dall’occidente a partire dal 2011”. Soltanto alla fine, a Valdegamberi sfugge una sfumatura di leghismo barricadero. “Vedrete, lo vedrete tutti: cambiamo registro e i migranti staranno a casa loro”. Con buona pace del ministro.

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