Editoriali
Il caso Anastasio mostra i limiti della classe dirigente meloniana
Le dimissioni dopo il messaggio che parafrasava il discorso di Mussolini sul delitto Matteotti sollevano un problema sulla qualità dei manager a disposizione del governo. I ruoli di pubblico rilievo devono rispettare criteri di serietà
La fulminea esperienza di Claudio Anastasio alla testa della società 3-I ideata da Mario Draghi per informatizzare la Pubblica amministrazione (a partire dall’unificazione di sistemi di Inps, Inail e Istat) si è conclusa con le dimissioni “irrevocabili” annunciate dopo che un suo incredibile messaggio che parafrasava il discorso di Benito Mussolini dopo il delitto Matteotti è stato reso pubblico e ha suscitato comprensibile indignazione. Che cosa abbia spinto Anastasio a scrivere quelle fesserie lo sa solo lui, ma il fatto che un personaggio così singolare sia stato nominato a quel posto solleva un problema sulla qualità del gruppo dirigente che il governo ha il compito di insediare alla guida di tanti enti e organismi dello stato. Il problema non è il diritto di nomina, che è stato esercitato da tutti gli esecutivi precedenti, neppure la “lottizzazione” che è prassi non certo lodevole ma comune. Il problema che è lecito porre riguarda i criteri di scelta e la verifica delle qualità non solo professionali ma anche di serietà e competenza necessarie per coprire incarichi pubblici di rilievo.
Non è un problema semplice soprattutto per il partito di Giorgia Meloni, all’interno del quale c’è anche uno strato di militanti che resta legato a stilemi neofascisti e probabilmente considera l’atteggiamento assunto dalla premier solo una recita, in attesa di una non meglio definita “Ora X”. Però chi si pone l’obiettivo di governare (almeno) per una legislatura deve trovare uomini e donne che dimostrino la capacità di funzionare come una classe dirigente, responsabile e competente. Cercarli tra i militanti più convinti rischia di essere un errore fatale. Probabilmente anche Meloni se ne è resa conto, visto che questa volta nessuno ha replicato alle richieste di dimissioni di Anastasio, che quindi si deve essere reso conto di essere isolato e ha lasciato immediatamente. C’è da sperare che la lezione serva a evitare altri errori simili, senza per questo dimenticare che quello di nominare Anastasio è stato grave.
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