Il caso

In Lazio una “Donzelli” del Pd. “Rocca è amico dei clan”, poi le scuse 

Gianluca De Rosa

Il violento attacco della dem Sara Battisti al candidato governatore del centrodestra, indigna il centrodestra. Dopo le scuse però l'ex presidente della Croce rossa segue le indicazioni di Meloni e abbassa i toni: "Non la querelerò". Anche D'Amato riconosce: "Sara ha sbagliato"

“Rocca è un gran signore, il Pd continua a vedere il fuscello nei gli occhi degli altri e non la trave nel proprio. Dicono di Donzelli e poi…Francesco si è adeguato alle raccomandazioni di Giorgia Meloni di abbassare i toni, lo dovrebbero fare anche a sinistra”. Alberto Balboni, senatore di FdI, uno che solitamente non le manda a dire, tira le somme sulla polemica disinnescata che ha agitato la giornata di ieri. Anche il Pd ha trovato la sua “Donzelli”, nel senso di Giovanni, deputato di FdI che la scorsa settimana aveva chiesto ai colleghi del Pd: “State con la mafia o con lo Stato?”. Un’allusione irricevibile giustificata secondo lui dalla visita di un gruppo di parlamentari dem ad alcuni detenuti al regime del 41-bis, tra i quali l’anarchico Alfredo Cospito. Sara Battisti, candidata del Pd al consiglio regionale del Lazio, lo ha superato a sinistra nel grottesco. Durante un comizio in Ciociaria nel fine settimana  ha accusato il candidato governatore del centrodestra Rocca di essere un amico della mafia di Ostia. Queste le sue parole. “Francesco Rocca non è un ragazzo che ha avuto un momento di fragilità quando la madre stava male: Francesco Rocca è legato al clan di Ostia che gestisce il narcotraffico e per questo ha legami profondi con questi tessuti mafiosi e illegali che abbiamo combattuto sul litorale romano”. Un affondo violento e senza prove nei confronti del presidente uscente della Croce Rossa italiana.

Normale dunque che la polemica politica scoppiasse. Il primo a reagire è stato il vicepresidente della Camera di FdI Fabio Rampelli. “Risponderà in tribunale. La sinistra non perde mai il vizio leninista della demonizzazione dell’avversario”.  Subito dopo la pubblicazione sul sito del Foglio del comizio di Battisti, però, la consigliera  dirama una nota: “Nel mio intervento ho rivolto accuse offensive e senza fondamento nei riguardi del candidato presidente del centrodestra, Rocca. Per questo, rivolgo a lui le mie scuse pubbliche”.  Come giustificare dunque un’accusa così grava lanciata con questa leggerezza? Al Foglio Battisti ha spiegato: “Ho visto il video del fratello che lo accusava e nella foga mi sono fatta prendere e ho esagerato”. Il riferimento è al fratello di Rocca che nelle settimane scorse ha attaccato il candidato governatore di non dire la verità su un arresto per spaccio di 38 anni fa.


Rocca comunque accetta le scuse. E  spiega: “Quando alcuni giornalisti titolano ‘le mani di Rocca sulla farmaceutica’ usando un linguaggio che si usa per i mafiosi per un mio piccolissimo incarico in una minuscola azienda farmaceutica è normale che poi si finisca così. Dall’inizio della campagna elettorale sul mio conto è stata creata dai giornali di sinistra una narrazione  malata, non mi stupisce che qualcuno poi ci caschi, in questo caso è stata la Battisti, che però si è scusata con parole chiare, in campagna elettorale è un gesto importante, per me finisce qui, volevo querelarla, ma non lo farò”. Anche il principale avversario di Rocca, il candidato governatore del Pd Alessio D’Amato getta acqua sul fuoco: “Sara ha sbagliato, fino ad oggi abbiamo tenuto il confronto sui temi concreti, non bisogna mai scendere a questo livello, non so cosa le sia venuto in mente”.

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