(foto Ansa)

il candidato Pd e i viceré

Bonaccini alle prese con il caso De Luca. Un pezzo di Pd pensa a Cantone

Simone Canettieri

Una parte dei dem campani non vorrebbe stravolgere le regole per favorire il terzo mandato del governatore. In più la figura dell'ex presidente dell'Anac potrebbe raccogliere i favori di M5s e Terzo polo

Cosa fare con i grandi potentati del Pd al sud? E’ una delle incognite di Stefano Bonaccini. Il candidato segretario ha incassato il sostegno di Michele Emiliano in Puglia e di Vincenzo De Luca in Campania. Tuttavia pare avere ben presente la complessità di questi due “sultanati”. Vanno trattati con cautela anche in vista del futuro. A Napoli in questi giorni si fa un gran parlare di un possibile dopo De Luca, per esempio. Il viceré, come si sa, è allettato dal terzo mandato. Ipotesi che rischia di infrangersi davanti ai ricorsi della giustizia amministrativa. Il voto del 2025 è più vicino di quanto possa apparire e la marcia di avvicinamento è già in atto, a suon di dialoghi sotto traccia e alleanze incrociate. Negli ultimi tempi sta emergendo in modo sempre più insistente l’idea di candidare il magistrato ora a Perugia ed ex presidente dell’Anac Raffaele Cantone. La spinta arriva da ampi settori del Pd campano, un mondo in rotta di collisione con De Luca. Pezzi dem importanti, come Massimiliano Manfredi e Bruno Fiola vorrebbero superare al più presto l’assetto deluchiano. Il recordman di preferenze a Napoli, Mario Casillo, opterebbe per un passaggio del testimone graduale, come del resto anche Loredana Raia. Un quadro frastagliato come mai era avvenuto nelle precedenti stagione dell’impero e che ha trasformato una gestione granitica in un nave in balia della tempesta. 

 

La governance e il mordente politico di De Luca sembrano quindi indebolirsi e affievolirsi, a causa di spaccature in seno al Consiglio regionale dove il presidente, Gennaro Oliviero, sembra indebolito da un’inchiesta che l’ha coinvolto. Questa dinamica di guerra interna è tutta in seno al Pd cittadino e regionale in attesa di celebrare i rispettivi congressi locali, ma soprattutto all’interno del vasto mondo che appoggia compatto Bonaccini. Ecco perché è spuntata in queste ore l’idea Cantone. L’ex presidente dell’Anac non dispiace al M5s e pare nemmeno al Terzo polo, visti i rapporti di stima con Matteo Renzi. Il problema ovviamente è spiegare a De Luca che dovrebbe farsi da parte fra due anni, senza provare il tris con tanto di modifica dello statuto regionale. Per Bonaccini dunque le grane potrebbero iniziare al sud già il giorno dopo l’eventuale vittoria delle primarie. Problemi che rimbalzeranno anche dalle parti di Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo, in tandem con il governatore dell’Emilia Romagna alla conquista del Nazareno.

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.