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L'intervista

Mulè a Meloni: “Forza Italia è leale, ma il governo ha la logorrea”

Carmelo Caruso

"La premier è affetta da ansia da prestazione. Non può inseguire Renzi e Calenda”, dice il vicepresidente della Camera. "Noi opposizione? Siamo il cardine della maggioranza"

Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera, deputato di Forza Italia, sa cosa pensa Giorgia Meloni delle vostre ultime interviste? Pensa che neppure la sinistra italiana di Nicola Fratoianni usi i vostri toni e che sulla benzina, e le accise, la vostra sia “intifada”, “fuoco amico”. Cosa volete, cosa cercate, dove volete arrivare? “Per esserci il fuoco amico bisogna prima accenderlo... Non voglio credere a quest’accusa”. Continuate a chiedere il taglio delle accise sapendo che manca il denaro. Perché lo fate? “A parte che non lo diciamo, mi lasci fare una constatazione. Siamo in presenza di uno sciopero proclamato dai benzinai sulla parola, cioè sulle dichiarazioni contro quella che definiscono un’ondata di fango. Lo definirei uno sciopero sulla parola: a occhio è il primo della storia”. Sta dicendo che la sua premier deve tacere? “Non chiedo di fare lo sciopero dalla parola, ma c’è una logorrea di governo. C’è una sorta di ansia da prestazione”. 

Mulè, Forza Italia è un partito d’opposizione? “Forza Italia è il cardine della maggioranza ed è un partito che vede lontano”. Ora imbracciate la bandiera del taglio delle accise. Questo come lo chiama se non “sabotaggio”? “Non chiediamo, ribadisco, di tagliare le accise adesso”. E allora cosa? “Di tagliarle  nella cornice della nuova armonia del sistema fiscale. Voglio ripeterlo: il governo è di legislatura, non di ‘marcatura’ in senso calcistico”. Attaccare la propria premier è da “governo di legislatura”? “Non l’abbiamo attaccata ma solo chiesto operazioni razionali e meno enfasi comunicativa. Fare questo è da partito adulto e maturo. A furia di comunicare in questa sorta di tachilalia (un disturbo dell’eloquio caratterizzato da un ritmo eccessivamente veloce, che rende difficile percepire e comprendere le parole, ndr) si è persa la chiarezza del messaggio e si è ingenerata confusione. Una categoria come quella dei benzinai si è sentita criminalizzata. I benzinai non sono Alì Babà e i quaranta ladroni. Si sono sentiti offesi e hanno reagito”. In pratica è del parere che il governo non sa comunicare? “No, sto dicendo che c’è stato un errore di comunicazione che può capitare se si continuano a compulsare i sondaggi”. Ma non continua a rispondere sulle accise. Volete che  vengano tagliate. Con quali risorse, come? “Non vanno tagliate hic et nunc. Bisogna invece stare sulle palizzate e controllare i rincari ma con serenità”. Meloni deve “stare serena”? “Di certo non deve inseguire Renzi e Calenda. Con i benzinai ci si siede e ci si parla come il governo ha già deciso di fare. La Sala Verde di Chigi può diventare azzurra, la sala della pace. Da questo episodio l’esecutivo può trarre un insegnamento: meno logorrea che porta alla tachilalia, al nervosismo. Dobbiamo solamente attuare il programma. La campagna elettorale è finita”.

Ogni settimana trovate un buon motivo per dire che è tutto sbagliato. Siete il Pd o Forza Italia? “Mi sembra che Meloni sul Mes abbia oggi le nostre posizioni. Va ratificato. FI non rinuncerà mai al suo baule di ideali. Ripeto, mai. Abbiamo il dovere di ricordare da dove arriviamo e dove vogliamo andare. La chiamo coerenza. Parola che è un faro della premier”. E invece c’è l’impressione che non accettate che a comandare sia una donna. Perché non lo dice? “E’ una calunnia facilmente smascherabile dalla storia. La prima donna presidente del Senato è stata una donna di FI. Siamo stati i primi ad avere capigruppo donne, a eleggere una vicepresidente della Camera a soli 29 anni. Mi riferisco a Giorgia Meloni”.

Siete stati silenziosi sulle nomine. Dunque vi piacciono le riconferme di Ruffini e della Dal Verme alle agenzie. E’ corretto? “Non si attaccano le persone. E’ da provinciali. Ma senza fare il ruffiano, ora, da Ruffini ci attendiamo un fisco finalmente amico. Vedremo…”. E’ stato in passato sottosegretario della Difesa, ministero dove, come ha scritto il Foglio, sono stati riconfermati deputati del Pd. Non vuole la loro testa? “Che il ministero della Difesa somigliasse al Palazzo d’inverno mi sembra innegabile. Il governo ha il dovere di affidarsi a persone che possono attuare le sue politiche. Dirigenti di sinistra non possono portare avanti riforme di destra”. Fitto ha troppe deleghe sul Pnrr? “Fitto è ‘fit to lead’. In italiano, adeguato a guidare so che sarebbe il primo a chiedere di essere aiutato se ce ne fosse bisogno”. Mulè, voi di Forza Italia  siete i satanassi di questa epoca, quelli che faranno cadere Meloni? “Siamo i cherubini semmai, i fantasmi non siamo noi”. 

  • Carmelo Caruso
  • Carmelo Caruso, giornalista a Palermo, Milano, Roma. Ha iniziato a La Repubblica. Oggi lavora al Foglio