Miliardi sulla capitale

Per rifare Roma ci voleva il Giubileo. Ecco le opere per l'anno santo

Gianluca De Rosa

Gualtieri presenta insieme al sottosegretario alla presidenza del Consiglio il Dpcm con gli 87 interventi "indifferibili e urgenti". La capitale si prepara a cambiare volto, ma per fare in fretta i fondi saranno gestiti dal Mef. Il sindaco, per nulla offeso, gongola

Per mettere a nuovo Roma ci vuole il Giubileo. Roberto Gualtieri gongola seduto sul palchetto della sala polifunzionale della presidenza del Consiglio. Seduto accanto a lui c’è Alfredo Mantovano, sottosegretario di palazzo Chigi. Si presenta alla stampa il Dpcm che elenca “le opere indifferibili e urgenti” per il Giubileo del 2025, 87 interventi per un  totale di 1,8 miliardi di interventi per la capitale che finalmente, grazie a questo atto, potranno partire. “Se si sommano i soldi del Pnrr di Caput mundi e altre risorse giubilari con fonti di finanziamento non dirette, si arriva a quasi 4 miliardi”, ha spiegato soddisfattissimo il sindaco. Gualtieri questa mattina in Vaticano ha anticipato personalmente a papa Francesco il piano messo a punto per far trovare la capitale pronta all’anno santo. Un bel respiro di sollievo visto che, complice le elezioni, il Dpcm è arrivato con un po’ di ritardo. “Ringrazio il governo per essere stato davvero rapido dopo il suo insediamento, il ritardo cumulato per le scadenze elettorali cercheremo di recuperarlo contingentando i tempi burocratici attraverso gli strumenti commissariali, ma solo quando sarà necessario, ad esempio accorciando i tempi della conferenza dei servizi, ma mai saltando passaggi”, ha spiegato il sindaco, chiarendo anche che il cronoprogramma per ogni opera, trimestre per trimestre, contenuto nel Dpcm potrebbe subire delle modifiche.

 

Anche Mantovano ha ammesso: “Ad ogni Giubileo non si riesce mai a completare l’intero numero di opere che si è prefissati, ma il nostro obiettivo è ridurre al minimo questo residuo, lasciarlo a una dimensione fisiologica, per questo convocherò il gruppo operativo a scadenze piuttosto ravvicinate, anche ogni 15 giorni, per avere un monitoraggio costante sullo sviluppo dei lavori e anche sulle cose che vanno adeguate in corso d’opera”. Insomma, il governo sarà molto partecipe (d’altronde Gualtieri veste nella cabina di regia per l’anno santo il ruolo di commissario della presidenza del consiglio).

Per sommo giubilo del sindaco ad appaltare la maggior parte dei fondi non sarà il Campidoglio, ma una società per azioni del Mef, la Giubileo 2025 spa. L’amministratore delegato, designato dal Dpcm che lo scorso 15 giugno ha istituito la società, è Marco Sangiorgio, ex dg di Cdp investimenti, mentre il presidente è Matteo Del Fante, super manager di Stato oggi ad di Poste. Il sindaco però non vive affatto la questione come un commissariamento del commissario (ricordiamo che Gualtieri è comunque a capo della macchina amministrativa per conto del governo). Anzi. E’ un notevole sgravio di responsabilità, d’insidiosissimi rischi penali che occorrono ogni qual volta ci sono miliardi da spendere, ma anche un modo per fare più in fretta. La proposta di programma dettagliato del Dpcm ha  infatti individuato diversi soggetti attuatori per distribuire il carico dell’attuazione del programma su un numero ampio di soggetti e fare quindi tutto con maggiore celerità. La società Giubileo 2025 sarà soggetto attuatore e stazione appaltante per 19 interventi, solo stazione appaltante per altri 17, per un valore complessivo, per tutti gli interventi, di circa 344 milioni di euro. Il resto degli interventi sarà distribuito tra Roma Capitale, Regione Lazio, Agenzia del Demanio, gruppo Ferrovie dello Stato e diverse società in house (Atac, Roma Servizi Mobilità, Astral), ma anche Mibac e Diocesi di Roma.

Ma già la sua durata sociale di Giubileo 2025 promette ritardi: salvo scioglimento anticipato scadrà il 31 dicembre del 2026. Mantovano comunque ha promesso di lavorare fin da oggi: “Con il gruppo operativo ci vedremo ogni 15 giorni per monitorare con costanza l’avanzamento delle opere e risolvere eventuali problemi”. Nelle prossime settimane arriverà anche un secondo Dpcm con le opere complementari per un valore di 300 milioni.

Intanto gli interventi principali si concentrano sulla mobilità, l’accoglienza dei pellegrini, l’ambiente e la riqualificazione di diversi spazi. Andando a volo d’uccello, si spazia dai nuovi treni per le metro A e C e le 450 nuove fermate con pensiline smart per l’attesa dei bus, al rifacimento dei marciapiedi in diversi punti della città, dalla riqualificazione di piazza dei Cinquencento e piazza Risorgimento al nuovo centro per senza tetto a Pietralata, dall’ostello della gioventù all’ex manicomio di Santa Maria della Pietà al rifacimento della pavimentazione del lungotevere e dei ponti e il completamento della ciclabile da Monte Ciocci a San Pietro, dai nuovi cinque parchi d’affaccio sul Tevere alla manutenzione straordinarie di tutte le ville storica, dalla pedonalizzazione di via della Conciliazione fino ai 100 milioni per la manutenzione straordinaria di tutte le strade o ai 150 per il completamento dell’incompleta per eccellenza della capitale, la vela di Calatrava.

Per Roma un’occasione unica. La dimostrazione dell’importanza delle grandi opere anche solo per la manutenzione della capitale. Gualtieri può gongolare.