Vincenzo Sofo e la moglie Marion Le Pen (LaPresse)

L'intervista

Sofo (FdI): "Ecr decisivo per il Ppe. Mia moglie Marion? Preferisce Meloni alla zia Marine Le Pen"

Simone Canettieri

"L’unione tra conservatori e Popolari è obbligata. Come già accade in Italia. È arrivato il momento di una grande agenda conservatrice anche in Europa. Lo scontro tra la premier e Macron? Gran parte dell’opinione pubblica francese stava con Giorgia", dice l'eurodeputato di Fratelli d'Italia

“Politicamente mia moglie preferisce Giorgia Meloni alla zia Marine”. Ecco questa, onorevole Vincenzo Sofo, è una mezza notizia. Sua moglie è Marion Maréchal Le Pen, nipote della leader di Rassemblement National. “Beh, faccia lei. Comunque già alle ultime presidenziali francesi certe divisioni erano uscite in maniera rumorosa. E Marion diciamo che incarna molto lo spirito dei Conservatori. Per lei Giorgia è un punto di riferimento”.

Alle ultime elezioni francesi Meloni, leader del partito che lei rappresenta a Strasburgo, non si espose per Marine Le Pen. “Sì Fratelli d’Italia non si schierò, e con una certa logica”. Adesso l’aria sembra essere cambiata per voi di Ecr. Dopo i funerali di Benedetto XVI, la premier ha incontrato di nuovo, per la seconda volta in meno di due mesi, Manfred Weber, presidente del Ppe.  “È un esito logico, un percorso obbligato, l’unione tra noi e i Popolari. Come d’altronde già accade in Italia al governo. E questo schema è il momento di riprodurlo anche in Europa”. Complice il Qatar gate che ha azzoppato i Socialisti. “Giusto, ma non solo. È ormai un trend.

 

Anche negli stati membri questo ragionamento c’è già o si sta già mettendo in moto. Penso alla Spagna o alla Svezia. Perfino in Francia dove si sta mettendo in moto un processo di ricomposizione politica che riguarda la destra ma anche i repubblicani”. Insomma, in Europa morirete democristiani? “No, si può ribaltare questa provocazione: è arrivato il momento di una grande agenda conservatrice con il Ppe. Dove noi di Ecr puntiamo a non essere i soci di minoranza, anzi. Dati alla mano, siamo l’unica famiglia veramente in crescita in vista delle prossime elezioni europee. E fra un anno saremo decisivi anche numericamente, l’unica cosa che conta. Lo sa che secondo i sondaggi alle prossime Europee, la Francia rischia di non aver nemmeno un socialista o un repubblicano eletto?”.

Lei Sofo venne candidato da Matteo Salvini con la Lega nel 2019 e poi è passato a Fratelli d’Italia: il Carroccio a Strasburgo è circondato da un vero e proprio cordone sanitario. Auspica che in questo progetto rientri anche Salvini? “Credo che vada chiesto a lui”. Ma lei avrà un’idea. “Posso dire che l’ideale sarebbe riproporre in Europa l’alleanza che governa unita l’Italia, anche se parliamo di dinamiche molto più complesse". Con un’Europa a trazione sovranista non c’è il rischio che alla fine non si risolva nessun problema in maniera comune? Basti pensare ai migranti. “Anche qui secondo me è un falso problema, o meglio c’è una lettura distorta”. Ci sono i fatti. “Prendiamo lo scontro con la Francia. Ma lo sa che gran parte dell’opinione pubblica francese non stava con Macron su quella vicenda? Per via della mia vicinanza alla Francia e del mio ruolo dentro Fratelli d’Italia all’epoca sono stato ospite di tantissime televisioni e ho riscontrato sempre lo stesso atteggiamento. Era tollerata e compresa la posizione di Meloni, molto meno quella di Macron”. Che infatti all’epoca venne attaccato proprio da Marine Le Pen. “Appunto, e comunque Macron si trova in una situazione molto complicata: non ha una vera e propria maggioranza parlamentare e questo lo rende vulnerabile”.

  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.