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Meloni e i rilievi Ue sulla manovra: il bicchiere è mezzo pieno. Ma si sfoga: è surreale

Simone Canettieri

La manovra, che per un buon settanta per cento è sul solco di Draghi, ottiene un giudizio “complessivamente positivo”. Fanno notizia, però, i rilievi critici che messi insieme racchiudono il succo delle battaglie elettorali di Meloni e Salvini. Come sarà il debutto al Consiglio europeo?

Bruxelles, dal nostro inviato. Ride. Ostenta “soddisfazione” perché, dice, la Ue ha confermato la “bontà del lavoro” dell’Italia sulla manovra. E però Giorgia Meloni quando prima di partire per Bruxelles legge tutti i rilievi alla sua Finanziaria rimane abbastanza contrariata. “Surreale”. E’ l’aggettivo che circola a Palazzo Chigi, dove la linea ufficiale è chiara: il bicchiere è mezzo pieno. In verità non è così.

  

La manovra, che per un buon settanta per cento è sul solco di Draghi, ottiene un giudizio “complessivamente positivo”, come spiega il commissario ai Affari economici Paolo Gentiloni. Fanno notizia, però, i rilievi critici. Che messi insieme racchiudono il succo delle battaglie elettorali di Meloni e Salvini: il no al Pos fino a sessanta euro, le pensioni, il condono fiscale sulla cartelle esattoriali, il tetto al contante.

 

E poi la Commissione fa notare la mancata approvazione della delega fiscale. Sulla lotta all’evasione si giocano i finanziamenti al Pnrr. Ed è questo il cuore della tensione fra Roma e Bruxelles. Meloni è disposta a venire incontro all’Europa sull’obbligo dei commercianti di non accettare la moneta elettronica. Da sessanta euro, idea iniziale, è pronta a scendere fino a quaranta euro. O al massimo a trenta. Discorso diverso sul tetto ai contanti che intende lasciare a 5mila euro. Idem sulle pensioni dove potrebbe provvedere solo a piccoli ritocchi su Opzione donna. Dettagli marginali. Giancarlo Giorgetti, che hai i cordoni della borsa, gonfia il petto. Parla di “gufi smentiti” davanti alla pagella della Ue. Anche per lui il bicchiere è mezzo pieno. Sicché usa le amate metafore calcistiche per dire che l’Italia gioca in Champions league, perché rientra fra i dieci paesi in linea, mentre gli altri se la battono per l’Europa League, la vecchia Coppa Uefa. 

 

Di fatto mentre Meloni sta partendo per il Belgio, il ministro dell’Economia convoca una riunione di maggioranza sulla manovra. La linea rimane al momento sempre quella concordata con la premier: sì a interventi sul Pos, piccoli dettagli sulle osservazioni che riguardano le pensioni, ma per il resto avanti tutta. Confidando che l’attrito con la Commissione non sfoci in nulla di veramente compromettente. In una giornata molto europea, Giorgetti resta vago sul Mes,  sulla riforma del meccanismo salva stati che l’Italia ancora non ha ratificato. Lo farà? “Va tenuto conto del dibattito che si è svolto alla Camera (con una votazione contraria della maggioranza)  e dunque per la ratifica serve un dibattito in Parlamento”. Il titolare dell’Economia dunque dopo aver dato ampie rassicurazioni sul Mes sembra vacillare e tirare indietro il piede. 

 

Non è un argomento, quest’ultimo, di cui parlerà Meloni al Consiglio europeo di giovedì, questo è sicuro. Il debutto della leader al vertice dei 27 ruoterà intorno all’emergenza gas anche se manca ancora un accordo sul price cap, all’Ucraina, con il rischio che il dibattito alla fine viri sui migranti. Belgio, Olanda e Austria nelle riunioni preparatorie hanno fatto sapere di voler porre il tema dei movimenti secondari nell’ambito del capitolo del Vicinato meridionale. L’Italia, negli incontri che hanno preceduto il summit dei leader ha già ribadito la sua posizione, ovvero che il tema migranti va discusso come pacchetto unico, che comprenda quindi i punti della solidarietà, dell’accoglienza per i paesi di primo approdo e della dimensione esterna. Il debutto odierno di Meloni va visto anche sotto questa ottica. Andrà alla ricerca di sponde con la Francia e la Spagna sul gas o si stringerà intorno agli amici polacchi e ungheresi? Possibile entrambe le cose. A seconda dei dossier. Maggioranze variabili, come da prassi. Anche se in Senato ha speso parole di difesa e affetto nei confronti della Polonia “in prima fila contro la Russia” forte del ragionamento che non esistono un’Europa di seria A e un’altra di serie B. Meloni atterra alle 19 a Bruxelles giusto in tempo per un bilaterale con l’omologo del Vietnam, nel corso del vertice Eu-asean seguito da una cena di gala, sperando di non andare alla guerra al Consiglio europeo. Il suo gran debutto.  

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  • Simone Canettieri
  • Viterbese, 1982. Al Foglio da settembre 2020 come caposervizio. Otto anni al Messaggero (in cronaca e al politico). Prima ancora in Emilia Romagna come corrispondente (fra nascita del M5s e terremoto), a Firenze come redattore del Nuovo Corriere (alle prese tutte le mattine con cronaca nera e giudiziaria). Ha iniziato a Viterbo a 19 anni con il pattinaggio e il calcio minore, poi a 26 anni ha strappato la prima assunzione. Ha scritto per Oggi, Linkiesta, inserti di viaggi e gastronomia. Ha collaborato con RadioRai, ma anche con emittenti televisive e radiofoniche locali che non  pagavano mai. Premio Agnes 2020 per la carta stampata in Italia. Ha vinto anche il premio Guidarello 2023 per il giornalismo d'autore.